Ai lavoratori che possiedono una ridotta attitudine al lavoro è riconosciuta una rendita INAIL. Ha scadenza?
La rendita INAIL, detta anche indennità di danno biologico, è un sussidio economico erogato a favore dei lavoratori che hanno subito un infortunio o una malattia professionale, dalla quale è scaturita un’inabilità permanente.
La misura consiste in una quota mensile (non soggetta a tassazione IRPEF), che viene versata a partire dal giorno seguente a quello in cui c’è stata la guarigione clinica.
Ma la rendita INAIL ha una scadenza? Cosa deve fare il titolare? Analizziamo, nel dettaglio, la normativa.
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Rendita INAIL: bisogna rinnovarla?
Un nostro gentile Lettore ha inviato la seguente domanda:
“Salve, chi possiede una rendita INAIL per inabilità permanente, dopo 10 anni, cosa deve fare? Può confermarla oppure il sussidio termina? Grazie mille“.
Per ottenere la rendita INAIL, è necessario possedere i seguenti requisiti:
- aver avuto un infortunio sul lavoro o una malattia professionale;
- possedere una percentuale di inabilità permanente compresa tra l’11% e il 100% (sulla base delle apposite Tabelle allegate al Testo Unico).
In relazione, invece, alla durata, trascorsi 10 anni, se si possiedono ancora danni di entità compresa tra il 6% ed il 15%, si ha diritto ad un indennizzo in capitale, versato in un’unica soluzione.
La rendita INAIL è, dunque, a vita, a condizione che:
- la percentuale di inabilità accertata non diminuisca mai al di sotto dell’11%;
- la rendita non sia capitalizzata.
Le ipotesi di aggravamento del danno
L’iter burocratico per accertare l’aggravamento può iniziare solo a richiesta dell’interessato. In caso di accoglimento della domanda, ci sarà l’adeguamento del capitale in precedenza corrisposto. Attenzione, però, perché non sarà più possibile presentare nuove domande di adeguamento dell’indennizzo in capitale; la legge, infatti, prevede che “la revisione dell’indennizzo in capitale, per aggravamento della menomazione, può avvenire una sola volta”.
È bene precisare, tuttavia, che tale previsione, però, non vieta all’interessato di presentare nuove domande di aggravamento del grado di menomazione, per ottenere la costituzione della rendita.
Se dovesse esserci un nuovo infortunio, verrà versata un’unica rendita o indennizzo in capitale, che terrà conto del grado totale della menomazione, con decurtazione dell’indennizzo in capitale già pagato.
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La revisione della rendita
L’INAIL può fissare anche visite medico- legali di revisione del danno permanente, nei confronti dei percettori di una rendita, corrisposta a causa di un infortunio sul lavoro. La visita può concludersi con la conferma, l’aumento o la diminuzione del grado di menomazione dell’integrità psico-fisica.
Tale revisione, tuttavia, può avvenire non oltre 10 anni dalla data di decorrenza della rendita e per un numero massimo di 6 volte. Nello specifico, la pima visita dopo un anno dall’infortunio e almeno 6 mesi dalla data di decorrenza della rendita; la seconda, terza e quarta non prima di un anno dalla precedente e la quinta e sesta volta, al settennio e al decennio dalla data di decorrenza della rendita.
A quanto corrisponde la rendita INAIL per infortuni?
L’indennizzo della rendita dipende dalla percentuale di menomazione, riscontrata sulla base delle tabelle dei coefficienti di capitalizzazione. In particolare:
- per un’invalidità tra il 6% e il 15%, si percepirà tra un minimo di 863 euro ad un massimo di 17.916 euro, in base all’età e al grado di menomazione permanente;
- per una percentuale di invalidità tra il 16 ed il 100%, si ha diritto ad una rendita compresa tra i 2 mila e i 28.500 euro.
Calcolo del danno patrimoniale
Il danno patrimoniale è calcolato sulla base:
- dello stipendio ricevuto nell’anno precedente la data di infortunio o di inizio della malattia;
- del coefficiente di trasformazione prestabilito;
- del grado di inabilità riconosciuto.
Tali elementi, infine, sono moltiplicati tra di loro. Di conseguenza, il calcolo è il seguente:
Rendita danno patrimoniale = Retribuzione x Coefficiente x Grado di invalidità.
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