Vi saranno dunque degli aumenti agli stipendi nel 2023, ma chi saranno i ‘fortunati’ che li riceveranno? Ecco cosa c’è da sapere
I lavoratori interessati agli aumenti dei propri stipendi sono quelli che lavorano nel pubblico, ma a quanto ammonta l’incremento? Ecco cosa c’è da sapere in merito e le percentuali rispettive.
Per coloro che lavorano nel pubblico impiego vi sarà un bonus relativo alle buste paga durante il prossimo anno dell’1.5 per cento. La Finanziaria, come forse in molti già sapranno, prevede di stanziare 1 miliardo che va poi aggiunto agli ottocento milioni per gli istituti territoriali.
Tale metodo, però, aumenterebbe lo stipendio di coloro che già lo percepiscono alto. Di conseguenza, i soggetti che percepiscono già una paga alta la ritroveranno ulteriormente incrementata.
Di conseguenza, ciò vorrebbe dire che chi percepisce uno stipendio dirigenziale (questi oggi sarebbero circa il cinque per cento) vedranno il loro stipendio incrementato maggiormente.
Il calcolo dello stipendio per coloro che lavorano nella PA non è molto facile. Per coloro che hanno uno stipendio di tipo dirigenziale nel pubblico vi è la divisione in 2 voci. La prima è lo stipendio percepito per il ruolo che si occupa, mentre il secondo riguarda la somma percepita per i risultati.
La misura di maggiorazione dello stipendio, di solito, viene calcolata in base a quanto si percepisce. Di conseguenza, se il soggetto interessato ha uno stipendio già alto, anche l’aumento risulterà elevato.
Stipendi 2023 e aumenti: a quanto ammonteranno le cifre?
Lo stipendio dovrebbe aumentare anche per gli insegnanti e gli ATA, ma di quanto sarà la maggiorazione? Ecco cosa c’è da sapere in merito.
Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, l’incremento una tantum inserito dalla nuova Legge di Bilancio e che riguarda i soggetti che lavorano nel pubblico dovrebbe dunque aumentare maggiormente per coloro che ricoprono funzioni dirigenziali.
Secondo quanto riportato da money.it che riprende Il Sole 24ore, la maggiorazione riguarderebbe maggiormente le autorità indipendenti. Ma sono solo, infatti, questa riguarderebbe anche i magistrati. I primi si ritroverebbero uno stipendio pari a 1.980 ed ii secondi 1.812. Le due cifre riguardano il lordo. Di conseguenza, l’incremento rispettivo sarebbe di 152 e 139 euro per mensilità.
Inoltre, un incremento degno di nota riguarderebbe le figure dirigenziali al vertice del Consiglio. Per loro la somma all’anno sarebbe di 976,5 euro. Di conseguenza, l’incremento mensile sarebbe di settantacinque euro.
Escludendo le figure dirigenziali, i soggetti che lavorano nel pubblico riaverebbero un incremento dello stipendio di 27,8 euro. Cifra lorda e che riguarda i ministeriali.
Mentre per quanto riguarda i docenti la cifra sarebbe, sempre lorda, di 32,6 euro. Le somme sarebbero pressoché uguali per il resto dei lavoratori pubblici. Diverso, invece, è per coloro che lavorano nelle Authority. Questi, infatti, riceverebbero un incremento di ottantaquattro euro mensili.
La variazione
Vi sarebbe dunque una netta differenza tra gli incrementi in base alla ruolo che si ricopre nella pubblica amministrazione. Per coloro che rientrano nelle Autorità, le voci dello stipendio sono circa 132.000 euro, per le figure dirigenziali, vale a dire dell’ottanta per cento rispetto ai 166.000 euro di trattamento.
Per quanto concerne, invece, i ministeri i trattamenti complessivi sarebbero di 193.000 euro e la maggiorazione stipendiale risulta essere solamente di 64.000. Su tale cifra si calcolerebbe l’incremento.
Vi sono differenze anche più evidenti per coloro che ricoprono ruoli non dirigenziali. Le Autorità inerenti al dipendente che ha un salario medio di 72.000 euro sarebbero più o meno di tre volte considerando coloro che lavorano nei ministeri.
Di conseguenza, i soggetti interessati vedranno un incremento maggiore durante l’anno venture se si considera l’1.5 percento di incremento.