Natale si sta avvicinando e con esso anche la fine dell’anno che per molti è sinonimo di cambiamenti come un trasferimento in un’altra città.
Il sogno è cambiare completamente la propria vita anche lavorativa e magari (perché no) trasferirsi in un altro Paese.
Succede a molti di avere questo sogno sia persone che già lavarono ma cercano nuove opportunità lavorative sia giovani che scelgono un nuovo Paese in cui studiare e, nello stesso tempo, conoscere “mondi” nuovi.
In queste città ti pagano per trasferirti a vivere e a lavorare, i vantaggi sono tanti
Il sogno potrebbe diventare realtà nel momento in cui si decide di scegliere il luogo dove andare. Per farlo basta andare sui siti dei Paesi o delle città di interesse e scoprire quali sono le opportunità per gli stranieri. In più alcuni Paesi pagano chi decide di trasferirsi a vivere e lavorare purché si chieda una residenza permanente.
Ma non solo i paesi esteri offrono possibilità di trasferirsi in nuove città e ottenere dei vantaggi economici. Infatti, anche l’Italia offre un incentivo a chi vuole cambiare città e trasferirsi a Candela, in provincia di Foggia. Il motivo è il ripopolamento poiché negli ultimi anni gli abitanti sono diminuiti. Si può ottenere un bonus fino a 2.000 euro per le famiglie che si trasferiscono in città purché abbiamo un lavoro e affittino una casa.
Rimanendo in Italia anche la Sicilia accoglie nuove persone disposte a trasferirsi sull’isola e ripopolare le città in cui la popolazione è diminuita. In questo caso si offrono 700 euro. Ricordiamo che la Sicilia fa parte anche del progetto “Case a 1 euro”.
Rimanendo in Europa, la città di Antikythera, in Grecia, sta accogliendo non solo cittadini greci ma anche del resto del mondo. In questa città vivono per lo più 20 persone e per questo il governo cerca di aumentare la popolazione offrendo a chi si trasferisce:
- un terreno o un alloggio;
- 500 euro al mese per i primi 3 anni.
In Spagna, il governo della città di Ponga, meta turistica soprattutto per la luna di miele, offre 3.000 euro a coloro che vogliono trasferirsi. A questo contributo si aggiunge un extra per la presenza di un figlio. Lo scopo dell’incentivo e popolare la città poiché conta 851 abitanti.
Thailandia, Corea del Sud e Vietnam
Comunque, secondo una recente indagine la Thailandia è il paese che offre maggiori possibilità economiche poiché il costo della vita è basso e sono molte le opportunità per creare imprese e guadagnare fin da subito. Inoltre, offre i comfort di una vita moderna per queste il Paese accoglie i cittadini provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada, ma in realtà, anche molti italiani si sono trasferiti lì. Spesso concede anche visti di lunga durata, mentre le aziende coprono le spese di affitto ai lavoratori stranieri.
Ma anche la Corea del Sud, in cui si può trovare un buon lavoro (purché si conosca bene la lingua inglese) guadagnando un buon stipendio risparmiando nello stesso tempo perché la Corea non è molto costosa.
Città degli Stati Uniti dove trasferirsi
Per gli amanti degli Stati Uniti ecco invece le città in cui potersi trasferire e ricevere un incentivo economico e opportunità lavorative.
Tulsa (Oklahoma) ha bisogno di lavoratori da remoto e per farlo ha lanciato un programma noto come Tulsa Remote: un incentivo fino a 10mila dollari per coloro che vogliono trasferirsi in città. Inoltre, vi è anche la possibilità di vari sconti sull’utilizzo dei tanti servizi presenti.
Poi c’è Marquette, città del Kansas, con una popolazione di 650 abitanti. Come incentivo il governo offre proprietà in modo gratuito a coloro che si trasferiscono ma non hanno un luogo in cui stare.
La città di Baltimora permette di ottenere un prestito per una casa attraverso su soluzioni: Buying into Baltimore e Vacants to Value. Invece ottenere un lavoro sarà semplice se chi si trasferisce richiede un visto per lavoro.
Rimanendo sempre negli Stati Uniti anche l’Alaska, il Vermont, il Nebraska, il Maine offrono l’opportunità di trasferirsi. Il Maine, ad esempio, potrebbe essere ottimo per gli studenti perché si può ottenere uno sgravio fiscale che potrebbe ridurre i prestiti studenteschi.