Cosa si intende per parenti e affini, in relazione alla fruizione della agevolazioni previste dalla Legge 104? Scopriamolo.
La Legge 104 stabilisce che solo alcuni soggetti hanno diritto ai benefici, in ordine prioritario. Per tale motivo, è necessario capire quali sono i corretti gradi di parentela ed affinità.
Uno degli elementi più problematici della Legge 104, infatti, è proprio quello relativo alla definizione di parenti e affini, cioè dei familiari caregivers che possono fruire delle agevolazioni.
La vicenda è di particolare importanza per i permessi retribuiti, specialmente laddove la normativa fa genericamente riferimento ad affini e parenti di secondo e terzo grado. È bene specificare, dunque, che non sempre, dal punto di vista giuridico, il grado di parentela coincide con quello comune. Ad esempio, un cugino di primo grado non è un parente di primo grado. Analizziamo, dunque, la vicenda nel dettaglio.
Consulta anche il seguente approfondimento: “Permessi legge 104: quali sono i requisiti per richiederli? Il dettaglio fondamentale“.
Legge 104: chi può richiedere i permessi retribuiti?
Chi sono i parenti caregivers che possono richiedere i permessi retribuiti per assistere un disabile grave, ai sensi della Legge 104?
Nello specifico:
- genitori;
- coniuge, o partner civilmente unito, o convivente di fatto;
- parenti e affini entro il secondo grado;
- parenti e affini entro il terzo grado, se i genitori, il coniuge, il partner o il convivente del disabile sono over 65, oppure sono affetti da patologie invalidanti, o sono deceduti o mancanti.
Se l’individuazione del genitore, del coniuge, partner o convivente di fatto non presenta difficoltà, lo stesso non può dirsi per i parenti e gli affini entro il secondo e il terzo grado.
Parentela e affinità: cosa indicano?
L’art. 74 del Codice civile stabilisce che la parentela è “il vincolo esistente tra persone che discendono da uno stesso stipite”, cioè un antenato comune.
La parentela può aversi in due modi:
- in linea retta, qualora i soggetti legati dal vincolo discendano l’uno dall’altro (ad esempio, padre e figlio);
- in linea collaterale, se gli individui non discendono l’uno dall’altro, ma hanno solo un antenato in comune (ad esempio, due fratelli o due cugini).
La Legge 104, poi, fa riferimento anche all’affinità. Essa è, ai sensi dell’art. 78 del Codice civile, “il vincolo tra un coniuge e i parenti dell’altro coniuge”, ad esempio, tra suoceri o cognati. La normativa sottolinea che ciascuno è affine dell’altro coniuge nella stessa linea (retta o collaterale) e nello stesso grado (primo, secondo, terzo) in cui è parente di uno dei coniugi.
Cosa significa? Ad esempio, la suocera e il genero sono affini in linea retta e di primo grado, perché, in seguito al matrimonio, si crea il vincolo di affinità tra il genero e i parenti della moglie.
Potrebbe interessarti anche il seguente articolo: “Legge 104: tutte le agevolazioni che spettano a disabili e caregiver poco conosciute ma con grandi vantaggi“.
Tutti i gradi di parentela e di affinità
La semplice definizione di parenti ed affini, tuttavia, non è sufficiente. Per la corretta fruizione della agevolazioni della Legge 104, infatti, bisogna individuare il grado, cioè l’entità di vicinanza sussistente tra i soggetti che hanno un legame.
I parenti che hanno un grado più basso (cioè il primo) sono quelli che hanno un vincolo più stretto. Per la legge, il vincolo reale di parentela scompare a partire dal sesto grado.
L’art. 76 del Codice civile sancisce anche che:
- nella parentela in linea retta, si considerano tanti gradi quante sono le generazioni, ad esclusione dell’antenato comune;
- nella parentela in linea collaterale, i gradi partono dalle generazioni, risalendo da uno dei parenti fino all’antenato comune e, poi, scendendo dall’altro parente (sempre escludendo l’antenato).
Degli esempi possono aiutare a comprendere tale meccanismo. Tra un nonno e un nipote la parentela è in linea retta di secondo grado. Per quale motivo? Perché si devono conteggiare tutti i parenti che ci sono tra di essi. In totale, sono 3: nonno, padre e figlio. Se si esclude il capostipite, ne rimangono due (quindi si tratta di parentela di secondo grado).
Zio e nipote, invece, sono legati da una parentela in linea collaterale di terzo grado. Si risale, infatti, dal nipote all’antenato comune (cioè il nonno) e poi si scende verso il figlio (cioè lo zio). Nel complesso, ci sono 4 gradi, dai quali si deve eliminare il capostipite.
Chi sono i parenti, ai fini della Legge 104?
Sia per la parentela sia per l’affinità, ci sono 3 distinti gradi.
I parenti di primo grado sono:
- genitori, anche adottivi (cd. parentela ascendente);
- figli, nati dal matrimonio o al di fuori di esso e anche adottivi, tranne l’ipotesi di adozione di maggiorenne (cd. parentela discendente).
I parenti di secondo grado sono:
- nonni (parentela ascendente);
- nipoti, cioè figli di un figlio (parentela discendente);
- fratelli e sorelle (parentela in linea collaterale).
I parenti di terzo grado sono:
- bisnonni (parentela ascendente);
- zio e zia (parentela ascendente in linea collaterale);
- nipoti, ossia figli di fratelli e/o sorelle (parentela discendente in linea collaterale);
- bisnipoti (parentela discendente).
Affini e Legge 104: le classificazioni
Gli affini di primo grado sono:
- suocero e suocera.
Gli affini di secondo grado sono:
- nonno e nonna del coniuge (affinità in linea retta);
- cognati (affinità in linea collaterale).
Gli affini di terzo grado sono:
- bisnonni del coniuge (affinità in linea retta);
- zia e zio del coniuge (affinità in linea collaterale);
- nipoti del coniuge (affinità in linea collaterale).