Le novità messe sul piatto sono molte; tuttavia per l’IRPEF e INPS il Governo Meloni prosegue sulla strada tracciata dal Governo draghi.
Un progetto a lungo termine frutto della visione di un Paese che chiede da sempre meno pressione fiscale.
Qualcosa è stato messo nero su bianco già nella Legge di Bilancio avviando una delle fasi progressive della riduzione del cuneo fiscale.
Emergono le prime indiscrezioni su quello che sarà il programma futuro del Governo Meloni fino alla fine della legislatura. Una di queste riguarda l’IRPEF, l’imposta sulle persone fisiche atta a sostenere il sistema previdenziale.
L’imposta sui redditi IRPEF può venire ulteriormente semplificata in linea con quanto già accaduto durante il Governo Draghi che ridusse da 5 a 4 gli scaglioni per aliquote. La progressione dell’imposizione in base al reddito può addirittura ridursi a tre aliquote pari a: 23%, al 27% e al 43%.
Tre aliquote IRPEF al posto di tre, cosa cambia in concreto?
Cosa cambia in concreto? Rispetto alla tassazione di oggi rimarrebbero inalterate le aliquote più basse e quelle più alte. I quattro scaglioni attuali sono pari al 23%, 25%, 35% e al 43%. Nel concreto quindi ci saranno contribuenti che dovrebbero beneficiare di uno sgravio fiscale nella misura in cui cadranno dal quarto al nuovo scaglione del 27%. Si tratta di un contributo al piano di riduzione del cuneo fiscale che contrasta in parte con le aspettative di liquidità necessaria a sostegno del sistema economico.
I quattro scaglioni attuali corrispondono a redditi pari a:
- 23 per cento per chi guadagna fino a 15 mila euro.
- 25 per cento per redditi superiori fino a 28 mila euro.
- 35 per cento fino a 50.000 euro e 43% oltre i 50 mila euro.
Questo significa che chi oggi guadagna tra i 28 e i 50 euro ha la possibilità di vedersi ridurre del 20% sull’imposizione complessiva o aumentare di circa 8% la pressione fiscale a proprio carico. Il maggiore beneficio di una platea più ristretta può andare a vantaggio del mercato del lavoro con ricadute su investimenti e assunzioni? Questo è quello che può avere in mente l’esecutivo che punta molto a sostenere le basi economiche tramite gli svincoli all’imprenditoria piuttosto che attraverso il rafforzamento dello Stato sociale.
Si aggiorna anche la previdenza sociale con i pagamenti dell’Assegno Unico INPS
Si aggiorna anche la previdenza sociale con i pagamenti dell’Assegno Unico INPS. La misura, entrata in vigore a marzo 2022 ha permesso a molte famiglie di affrontare le conseguenze sulle spese dell’inflazione.
In questo contesto il Governo Meloni da voce ai bisogni scaturiti e acuiti dalla crisi Internazionale con la Russia per determinare una serie di aiuti su più fronti. Con Legge di Bilancio 2023 sono sostenute le famiglie più bisognose.
Chi beneficia dell’assegno INPS e della maggiorazione dell’importo?
A partire da Gennaio 2023 per le famiglie con tre figli a carico, aumenterà l’importo dell’Assegno INPS del 50%. Oltre questo tra i requisiti necessari ci sono: una soglia ISEE non superiore ai 40 mila euro e un bambino minore di tre anni tra i componenti della famiglia.
l’Assegno Unico INPS è stata una misura largamente utilizzata anche dal Governo Draghi. Accorpando una serie di bonus e incentivi a sostegno delle famiglie con figli a carico il nuovo esecutivo proseguirà su questa strada con tre nuovi pagamenti. Il contributo di gennaio arriverà per includere gli accrediti arretrati di marzo, settembre e ottobre 2022.
Si tratta di mensilità arretrate dell’incentivo che verranno messe in pagamento dall’INPS a partire dal 9 dicembre 2022. Tra gli esclusi i percettori del Reddito di Cittadinanza e coloro che hanno già hanno già ricevuto regolarmente gli accrediti mensili
Per avere informazioni specifiche riguardo alla propria situazione è possibile consultare la sezione dedicata MyInps con il proprio login, direttamente sul sito dell’Istituto di Previdenza sociale dove sono mostrate le date di erogazione degli assegni per ogni persona.