Al momento manca in Italia una legge specifica di tutela per i caregiver ma, dal punto di vista previdenziale, sussistono comunque strumenti atti a supportare questa categoria di persone. Ecco quali sono.
I cosiddetti caregiver sono quelle persone che si occupano di assistere e curare persone disabili gravi e il cui stato di handicap è stato dunque acclarato a suo tempo.
Forse non tutti sanno che per i caregiver esistono delle alternative alla pensione, ovvero dei trattamenti specifici agevolati e previsti dal nostro sistema previdenziale. Essi possono essere erogati, anche se non si è in regola con i requisiti contributivi di cui alle norme vigenti.
Nel corso di questo articolo vedremo dunque queste interessanti forme di welfare assistenziale, che si rivolgono proprio alla categoria dei cosiddetti caregiver, ne considereremo le caratteristiche chiave e vedremo come fare ad accedere ad esse.
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Prestazioni previdenziali e caregiver: il contesto di riferimento e la situazione attuale
Considerate le specifiche caratteristiche e le peculiarità della figura del caregiver, ben si comprende perché vi siano comunque norme di tutela per queste persone. Come abbiamo accennato ad inizio articolo, il caregiver è il soggetto che si occupa di assistere il coniuge, il figlio o la figlia oppure un familiare che presenti una disabilità grave acclarata da opportuni visite e controlli. Interessante notare che in Italia i caregiver sono ben più di tre milioni di persone, i quali giornalmente si occupano di persone non autosufficienti dalle 7 alle 18 ore.
Il caregiver ha un ruolo fondamentale per il soggetto handicappato, perché lo supporta giornalmente, gli presta le cure e gli è vicino impegnandosi nelle attività quotidiane di sostegno alle sue necessità. Nella prassi dunque quando si parla di caregiver solitamente si fa riferimento a un familiare che, in modo assolutamente volontario, gratuito e responsabile, svolge funzioni di importanza chiave per una persona non autosufficiente e comunque non in grado di prendersi cura di sé nel corso della vita quotidiana.
Al di là di quanto previsto dalla ben nota legge 104, in materia di diritti del caregiver ad oggi c’è un disegno di legge ad hoc, che ne riconoscerebbe lo specifico ruolo, i diritti e quindi una tutela ben precisa. Il problema è che questo provvedimento è ancora in una situazione di stallo e, dunque, non è ancora stato approvato e non è entrato in vigore. Vero è che nel corso di quest’anno erano ricominciate le discussioni a Palazzo Madama dopo una fase di interruzione, tuttavia il piano di introdurre contributi figurativi e specifiche agevolazioni per il prepensionamento di familiari che assistono i disabili, ha dovuto fare i conti con l’impossibilità di mettere da parte fondi idonei – a sostegno di queste nuove regole a favore dei caregiver.
Ricordiamo inoltre che con il venir meno del governo Draghi e le nuove elezioni politiche, non c’è stato modo negli ultimi mesi di riaffrontare il tema della tutela ad hoc per i caregiver. Al momento l’Esecutivo insediato a seguito delle votazioni di fine settembre, non ha ancora considerato direttamente questo argomento, limitandosi a disporre la proroga dell’Ape Sociale per il prossimo anno.
Ape sociale caregiver: come funziona
La misura ha una rilevanza proprio per i caregiver, perché consente loro di avere accesso in maniera agevolata e anticipata alla pensione con 63 anni di età anagrafica e 30 anni di contributi regolarmente versati.
Il meccanismo è molto semplice, in quanto l’Ape sociale prevede a favore di chi ha compiuto 63 anni e ha ottenuto trent’anni di contributi, il diritto di accedere all’anticipo pensionistico, favorendo specifiche categorie di lavoratori tra cui quella di cui stiamo parlando. Per questa via i caregiver sono così accompagnati all’età pensionabile, per il tramite del versamento di un assegno mensile avente un ammontare pari alla pensione fino a quel momento maturato.
Quota 41 precoci e caregiver
Oltre a questa alternativa vi è la possibilità di sfruttare il meccanismo di Quota 41 lavoratori precoci. Ci si riferisce in pratica a quelle persone che hanno cominciato a lavorare quando erano giovanissime e che hanno avuto la possibilità di versare almeno un anno di contributi prima dei 19 anni di età anagrafica.
Una volta giunti alla maturazione di 41 anni di contributi è previsto l’accesso agevolato a Quota 41 e, tra i soggetti protetti da questa misura di tutela previdenziale, vi sono proprio i caregiver.
Ulteriori alternative previdenziali per i caregiver
Se non si è riusciti a versare almeno 30 anni di contributi e si è sotto anche al limite dei 20 anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia, vi sono comunque ulteriori alternative da non dimenticare. Si tratta di altre due forme di welfare assistenziale. Ci riferiamo anzitutto all’assegno sociale, ovvero – in estrema sintesi – ad una prestazione assistenziale che va a favore di chi ha compiuto almeno 67 anni di età anagrafica, vive in modo continuativo nel nostro paese da almeno un decennio e ha un reddito personale entro determinati limiti.
Non dimentichiamo poi l’altra alternativa alla pensione a favore della categoria dei caregiver, che prende il nome di pensione di cittadinanza. Anche per questa prestazione come per quella appena vista, occorre però rientrare in specifici parametri di reddito. Avrà rilievo l’ammontare dell’Isee e il valore del reddito familiare.
Concludendo, come si può ben notare pur in assenza di un pacchetto di norme innovativo a favore dei caregiver, sussistono comunque meccanismi di welfare assistenziale che, in qualche modo, riescono comunque ad agevolare e tutelare questa categoria di soggetti.