Arriva la tassa sul cappotto termico dell’edificio a causa della presunta occupazione di suolo pubblico. Una delibera comunale spiazza i cittadini.
La casa sarà al caldo ma i cittadini geleranno all’arrivo di questa notizia. Il cappotto termico prevede il pagamento di una tassa.
Gli italiani si dicono sempre pronti al peggio ma a volte ipotizzare il peggio è impossibile. Chi avrebbe mai potuto pensare che un intervento di efficientamento energetico alla propria abitazione – il cappotto termico per l’appunto – avrebbe comportato il pagamento di una tassa aggiuntiva. E per quale motivo poi? Perché l’ispessimento della parete dell’edificio determina un’occupazione di suolo maggiore rispetto alle dimensioni precedenti ai lavori. Commentare questa decisione di una delibera comunale diventa difficile perché – nella mente degli italiani – non si può arrivare a tanto. Eppure il Comune di Civitanova Marche si è reso protagonista di questa scelta che potrebbe generare ilarità se solo non si temesse che altri Comuni emulino l’esempio. Fortunatamente esistono amministrazioni comunali che hanno agito nel senso opposto, concedendo gratuitamente l’occupazione del suolo pubblico. Insomma, tra l’incredulità generale capiamo cosa sta succedendo.
Tassa sul cappotto termico per occupazione del suolo pubblico
La delibera numero 521 del 24 novembre 2022 del Comune di Civitanova Marche ha stabilito che per gli interventi edilizi volti a migliorare l’efficientamento energetico dell’edificio differenti da quelli di demolizione con ricostruzione è prevista una speciale concessione dal Servizio OSAP di durata massima di 29 anni con successiva possibilità di rinnovo previo inoltro della domanda.
Il cappotto crea maggiore spessore, in parole povere, tanto da occupare qualche centimetro di suolo pubblico in più. Questa occupazione deve essere “acquistata” pagando anticipatamente l’importo dovuto con riferimento a tutto il periodo di concessione. Inoltre, verrà rilasciata solamente in seguito al parere favorevole del Servizio viabilità.
Nello specifico, il cappotto non dovrà occupare la carreggiata, impedire ai veicoli di circolare e dovrà garantire la fruibilità dei marciapiedi pubblici da parte delle persone disabili. Non occorrerà pagare la tassa in caso di interventi edilizi di demolizione e ricostruzione e qualora il volume e il filo di costruzione rimangano gli stessi vigenti prima dell’aggiunta del cappotto.
I Comuni hanno una decisione da prendere
Rimane appannaggio dei Comuni la scelta di imporre la tassa o concedere gratuitamente l’occupazione del suolo pubblico. Chi agisce con l’imposizione del pagamento non sono va contro i cittadini ma anche contro la spinta del Governo all’efficientamento energetico. Ricordiamo che la svolta green ora è ancora un’opzione ma presto diventerà obbligatoria se non si vuole correre il rischio di vedere svalutata la propria abitazione. Imporre una tassa sul cappotto scoraggerebbe i condomini e i cittadini in genere che già pagano abbastanza cara la propria casa. Sarebbe bello che tutti andassero in un’unica direzione, sia i cittadini sia lo Stato che i Comuni.