I No-Vax vengono ancora visti come persone aggressive, ignoranti e prive di senso civico. Ma un recente studio è andato oltre.
E ha scoperto qualcosa di molto interessante. Si tratta di una novità che “spacca” la narrazione ufficiale e ci porta a comprendere che ciò che è avvenuto durante la pandemia è molto più ampio di quanto si creda.
L’avvento del Coronavirus ha causato molto più che malattia e morte. Ha portato alla luce anche comportamenti umani di “basso livello”, se così possiamo dire, e vere e proprie discriminazioni sociali. Non era più successo dai tempi dell’HIV che le persone venissero giudicate se malate, o in questo caso se contrari ad una terapia sperimentale.
Tutti i Media dell’epoca, però, e anche quelli odierni ci raccontano di una “minoranza” di No-Vax che per ignoranza o egoismo mettono in pericolo la salute altrui. E che, durante la pandemia e l’avvento dei vaccini si scagliavano contro le persone che volevano aderire alla cura.
In realtà, almeno due studi recenti ci raccontano che la gestione politica del Covid nonché la bassezza di spirito di molte persone, hanno causato molti disagi. E che non siamo ancora arrivati a una visione “serena” della questione, tutt’altro.
Uno Studio ribalta tutto e riabilita i No-Vax, ecco cosa è successo davvero durante la pandemia
È proprio recentemente, infatti, che uno studio effettuato nel Regno Unito racconta di come le persone affette da Long Covid abbiano subito discriminazioni. Sociali e sul lavoro. Di come molte persone si “vergognino” di essere ancora ammalate.
Dopo ciò che era successo con l’AIDS avremmo dovuto imparare la lezione, e invece purtroppo gli esseri umani hanno la memoria corta. Non appena se ne presenta l’occasione, tirano fuori il peggio di sé, e si scagliano con chi non è d’accordo con loro.
È successo anche durante il Covid, ma non sono stai i No-Vax a discriminare i vaccinati, anzi. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature ci racconta tutta un’altra storia.
Durante la pandemia e la campagna vaccinale, molte persone hanno manifestato dubbi circa l’efficacia dei sieri anti-covid. Oppure, pur valutandone positivamente gli effetti, non desideravano ricevere la terapia. La Politica, che ha optato anche per obblighi molto discutibili, ha alimentato disagio sociale e gli atteggiamenti discriminatori verso questa minoranza.
Una volta reso disponibile il vaccino, non è stato possibile di fatto rifiutarsi, pena la perdita del lavoro. Ma non solo: le persone che invece avevano – come da loro diritto – deciso di aderire alla cura si sono spesso scagliate contro chi voleva libertà di scelta.
Invece i Media diffondevano un’altra versione: i No-vax erano persone aggressive, addirittura di stampo “terroristico”. Il resto della storia purtroppo la sappiamo: ancora oggi ci sono due classi di pensiero, a favore o contro i vaccini. A favore o contro la libertà di scelta.
I numeri della Ricerca scientifica
Una Ricerca effettuata da Michael Petersen dell’Università di Aarhus, in Danimarca, ha coinvolto oltre 15mila persone di 21 Paesi diversi. Con tre diversi tipi di studi congiunti, il team ha dimostrato che in tutto il mondo le persone vaccinate hanno manifestato discriminazioni e sentimenti negativi verso le persone sfavorevoli alla terapia. Dunque tutte le culture, ma in particolar modo quelle dei popoli sottoposti a norme cooperative più forti.
In uno stralcio dello studio leggiamo quanto segue. “Le élite e il pubblico in generale vaccinato hanno fatto appello agli obblighi morali per aumentare l’adozione del vaccino COVID-19. Ma i risultati attuali suggeriscono che sono emersi contemporaneamente atteggiamenti discriminatori, incluso il sostegno alla rimozione dei diritti fondamentali.”
Non sono emersi, al contrario, atteggiamenti negativi da parte dei free-riders (ovvero i non vaccinati) verso chi ha deciso – volontariamente o meno – di sottoporsi alla terapia.
Un’ultima considerazione va anche alla tipologia di linguaggio usato per “riconoscere” le varie politiche di pensiero. La parola NO-VAX è dispregiativa di per sé, mente “free-riders” già offre un’altra immagine della persona cui viene associata. Il terrorismo mediatico, non possiamo negarlo, è tutt’ora in corso. Ma il suo “successo” probabilmente deriva dallo sfruttamento di peculiarità già presenti nell’animo umano. Ovvero la denigrazione verso chi non si conforma alla massa.