Le criptovalute rimangono vittime della speculazione, ma sono tante le figure importanti nella finanza a ricredersi e scommettere su di esse.
Gli asset rischiosi dell’azionario hanno recuperato quota sulla scia delle parole rassicuranti della Federal Reserve. Con l’inizio della fine degli aumenti dei tassi di interesse anche il mercato delle criptovalute può tornare a crescere.
Qualcosa nell’aria sembra essere cambiato e il sentiment sulle criptovalute è oggi pesantemente condizionato dalla perdita di speranza che molti piccoli investitori avevano riposto in esse. Non si tratta di una sfiducia frutto di carenze dal punto di vista tecnico o economico; sono questi due fattori a rimanere particolarmente rilevanti: le prospettive di mancati guadagni che fanno il paio con il crollo recente di alcune società importanti nel settore.
Le criptovalute hanno segnato un importante tendenza nelle prospettive di guadagno dei vecchi e nuovi trader. Si tratta di un fenomeno che ha scritto una nuova pagina nella storia della finanza il potenziale di crescita degli asset.
Non si tratta di un bene con un valore fondamentale consolidato, ed è forse per questo che Bitcoin e criptovalute hanno potuto aumentare tanto di valore. Tutto ciò ha ricordato classiche bolle speculative, l’ultima delle quali quella del dot-com, la bolla di internet negli anni ‘90 e primi anni ’00.
La speculazione e gli incrementi e i crolli a doppia cifra hanno lasciato spazio alla più ampia fiducia della finanza tradizionale
Tra le criptovalute più speculative la febbre degli incrementi percentuali a doppia cifra è in parte ripresa su criptovalute come Dogecoin. Una criptovaluta con il logo del cane di razza shiba inu che ha goduto di un incredibile rally spinta semplicemente dalla simpatia per essa da parte degli utenti sui social network.
Sono questi alcuni dei motivi che hanno portato negli anni passati molti trader e manager a diffidare e considerare inutili le criptovalute. Il progresso tecnologico è spesso visto come fonte di imbarazzo quando i prodotti offerti sfidano le convenzioni o gli stili di vita a cui siamo abituati. Tuttavia quando si tratta di guadagni sono pochi quelli capaci di resistere all’evidenza dei numeri.
È ciò che è successo anche ad alcuni tra i più famosi miliardari Usa tra cui spiccano cinque figure illustri. Questi cinque grandi investitori sono passati dal rifiuto netto per le criptovalute ai profitti netti milionari.
I miliardari che hanno cambiato idea sulle criptovalute; Di chi si tratta? Il primo nome è quello di Carl Icahn.
È un nome poco conosciuto ma si tratta di un trader che conta oggi un patrimonio di circa 17 miliardi di dollari. Divenuto famoso nell’ambiente per le sue speculazioni finanziarie nel 2018 aveva definito “ridicole” le criptovalute. Successivamente a maggio 2021 ha ammesso di avere investito ben 1,5 miliardi traendone grande profitto.
È ciò che è successo anche a Mark Cuban, che è riuscito a cambiare idea sulle criptovalute passando dalle critiche più aspre a divenire uno dei maggiori sostenitori. Mark Cuban ha affermato più volte negli anni che le criptovalute erano prive di uno scopo, facili da hackerare e difficili da comprendere per la maggior parte degli investitori.
Oggi è diventato uno dei più grandi estimatori delle cripto nel panorama internazionale nonché un grande sostenitore di Ethereum, tra le criptovalute più innovative e utili sul mercato.
I due più famosi antagonisti delle criptovalute: Jamie Dimon e Warren Buffet
Jamie Dimon è a capo di una delle società finanziarie più importanti del mondo; si tratta nientemeno che di J.P Morgan Chase. Il manager pienamente coinvolto nel campo della finanza è una voce autorevole nel settore, chi più di lui avrebbe potuto capire il potenziale del Bitcoin?
Tuttavia, più volte ha messo Bitcoin alla berlina dichiarandolo nel 2018 “una frode bella e buona”. In altre circostanze ha cercato di alzare su di esso l’attenzione dei regolatori con il fine di fermare questo asset inutile e poco comprensibile.
Oggi l’istituto finanziario da lui diretto offre ai suoi stessi clienti l’accesso agli investimenti sulle criptovalute e in particolare su fondi basati su Bitcoin. Il manager con un patrimonio personale di circa 1,5 miliardi di USD non sembra ufficialmente avere una partecipazione attiva nel mercato delle criptovalute. Tuttavia, oggi ha mostrato di aver messo da parte il suo disprezzo partecipandovi con JP Morgan.
Un altro manager e trader che ha fatto una scelta simile è Warren Buffet.
Tra i più noti nell’ambiente del trading è considerato l’investitore N.1 al mondo. Warren Buffet ha fatto di tutto per screditare le criptovalute e continua tutt’oggi a sostenere che sono prive di valore. Se il miliardario ultranovantenne è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo grazie a investimenti basati sulla consapevolezza del valore fondamentale degli asset che ha acquistato negli anni, oggi anche Bitcoin è diventato parte indiretta del suo portafoglio.
Non si tratta anche questa volta di un investimento personale ma figlio della sua società di investimenti, la Berkshire Hathaway. A febbraio 2022 Charlie Munger, secondo uomo più importante alla guida della Holding di Buffett, ha definito Bitcoin “veleno per topi”. Il manager ha recentemente dichiarato che avrebbe voluto che la criptovaluta “non fosse mai stata inventata” e ha persino affermato che non vorrebbe nessun trader di criptovalute come membro della sua famiglia.
Munger ha una particolare avversione per Bitcoin, ed è arrivato a definirlo un asset “disgustoso e contrario agli interessi della civiltà” e ha invitato gli Stati Uniti ad adottare misure simili ai divieti di circolazione delle criptovalute prese in Cina.
Nonstante questo nel 2022 Warren Buffet ha infatti investito 1 miliardo di USD in una banca brasiliana che è esposta in modo particolare sulle criptovalute come Bitcoin. Si tratta di Nubank, la più grande banca fintech del Brasile che consente ai clienti di investire su un ETF Bitcoin.