I parenti che assistono un malato di Alzheimer hanno diritto ad una serie di sussidi economici e di agevolazioni.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa con effetti molto gravi, che investe circa 600 mila persone solo in Italia, per lo più over 65 anni.
Si tratta, purtroppo, di una patologia che compromette tragicamente ed irrimediabilmente la vita dei pazienti. Difficoltà nell’uso della parola, smarrimento, perdita della memoria sono solo alcuni dei sintomi più diffusi. Le sofferenze colpiscono anche i familiari che si occupano della cura e dell’assistenza dei malati.
Non è, infatti, semplice stravolgere le proprie abitudini per accudire un caro che soffre. Nella maggior parte delle ipotesi, inoltre, è complicato anche coniugare la vita personale con quella lavorativa. Per tentare di ovviare a queste problematiche, il nostro ordinamento stabilisce una serie di sussidi economici per i parenti dei malati di Alzheimer. Scopriamo insieme quali sono.
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Sussidi economici per i parenti dei malati di Alzheimer: l’Home Care Premium
I benefici concessi dalla legge sono davvero vantaggiosi ma, purtroppo, in molti casi, i diretti interessati non ne sono a conoscenza. La normativa mette a disposizione dei caregivers:
- un Bonus mensile fino a 1.050 euro al mese, per i dipendenti pubblici (cd. Home Care Premium);
- la pensione anticipata attraverso l’Ape Sociale, con 63 anni di età e 30 di contribuzione, e Quota 41, per i lavoratori precoci, con 41 anni di contributi (dei quali almeno uno versato prima dei 19 anni);
- i permessi lavorativi retribuiti, fino a 3 giorni al mese, coperti da contribuzione figurativi ai fini della pensione;
- il congedo straordinario biennale, retribuito e coperto da contribuzione figurativa ai fini pensionistici.
Il primo sussidio è il cd. Home Care Premium. Si tratta di una misura promossa dall’INPS e rivolta unicamente ai lavoratori e pensionati statali, ai coniugi, ai parenti o affini di primo grado che prestano assistenza ad un malato di Alzheimer.
In particolare, l’Home Care Premium assicura:
- un sostegno economico mensile (prestazione prevalente), a titolo di rimborso per le spese mediche affrontate per pagare un assistente familiare;
- un servizio di assistenza personale (prestazione integrativa), che viene garantito grazie alla collaborazione degli ambiti territoriali sociali, oppure dagli enti pubblici che si occupano di servizi di assistenza alla persona.
Questo beneficio è sovvenzionato attraverso le buste paga dei dipendenti; è previsto, infatti, un prelievo obbligatorio dello 0,35% sulle buste paga ed un prelievo volontario dello 0,15% sulle pensioni. Dura per 18 mesi e viene concesso dietro presentazione di un’apposita domanda all’INPS.
L’agevolazione è determinata in base al reddito e al grado di disabilità e può raggiungere anche i 1.050 euro al mese, per un malato di Alzheimer con un reddito minore di 8 mila euro all’anno.
Quando si può richiedere la pensione anticipata per motivi di assistenza?
Il parente che presta assistenza ad un malato di Alzheimer può accedere alla pensione anticipata. Sono due gli strumenti di flessibilità in uscita che possono essere richiesti in questo caso:
- l’Ape Sociale. La misura (che è stata prorogata anche per il prossimo anno) permette a coloro che assistono, da almeno 6 mesi, il coniuge o un familiare disabile grave (come nel caso dell’Alzheimer) di smettere di lavorare a 63 anni di età e 30 anni di contribuzione. L’Ape Sociale spetta fino a quando il lavoratore non compie 67 anni (attuale età pensionabile). L’importo erogato è pari alla pensione maturata al momento della domanda per la accedere alla misura. In ogni caso, non può essere maggiore di 1.500 euro lordi al mese (dunque, 1.250 euro netti);
- Quota 41 per lavoratori precoci. È destinata a coloro che hanno iniziato a versare contributi molto presto, entro i 19 anni di età . In tal caso, si va in pensione al raggiungimento di un’età contributiva di 41 anni, indipendentemente da quella anagrafica. Anche nell’ipotesi di Quota 41 per caregivers, è necessario assistere il disabile grave da almeno 6 mesi.
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Sussidi economici per i familiari di pazienti con Alzheimer: i permessi ed il congedo retribuiti
L’Alzheimer è una malattia che permette al malato e al familiare che lo assiste di poter beneficiare delle agevolazioni della Legge 104, tra cui i permessi retribuiti dal lavoro, per un totale di 3 giorni al mese. Questi periodi, inoltre, sono coperti da contributi figurativi.
I requisiti per accedere a questo beneficio sono i seguenti:
- il disabile deve avere almeno 65 anni di età ;
- tra il malato ed il suo caregiver deve sussistere un rapporto di parentela di primo grado, di secondo o terzo grado nell’ipotesi di assenza o mancanza dei genitori o altri parenti.
Infine, l’ultimo dei sussidi economici riservati ai familiari dei malati di Alzheimer è il congedo biennale retribuito. Consente al caregiver dipendente pubblico o privato (anche a tempo determinato) di assentarsi dal lavoro per un periodo massimo di 2 anni.
È necessario, però, che il disabile grave non sia ricoverato a tempo pieno presso una struttura sanitaria a carico dello Stato. Durante i 2 anni di congedo, lo stipendio (comprensivo di tredicesima) viene versato tenendo conto dell’ultima busta paga ricevuta prima del congedo. Così come per i 3 giorni di permesso mensili, anche il congedo straordinario è coperto da contribuzione figurativa ai fini pensionistici.