In un mondo previdenziale che si appresta ad essere riformato in modo ampio, appare opportuno fare chiarezza sui meccanismi di pensionamento esistenti. In particolare, come fare ad andare in pensione con 25 di anni di contributi?
Quello della pensione è sempre un argomento delicato, specialmente se pensiamo ai requisiti da conseguire per poter uscire dal lavoro – per molti un vero e proprio scoglio in caso di carriere frammentate o di attività precarie.
Ecco perché una domanda opportuna è la seguente: è possibile andare in pensione con 25 di anni di contributi nel 2023? Come vedremo meglio nel corso di questo articolo, la risposta è certamente positiva, ma occorre fare alcune precisazioni per aver ben chiaro il contesto.
Oltre alla conferma provvisoria delle forme di pensionamento della legge Fornero, che anche per il prossimo anno permetterà di andare in pensione di vecchiaia a 67 anni di età e 20 anni di contributi oppure dopo 42 anni e dieci mesi di contribuzione (un anno in meno per le donne), abbiamo la proroga di agevolazioni pensionistiche quali Opzione donna e Ape sociale, come anche l’introduzione di Quota 103. Ciò in attesa di una riforma pensioni organica e strutturale, che tarda ad arrivare ma che si auspica verrà alla luce entro il prossimo anno. Nel frattempo una ulteriore alternativa è quella di pensionarsi con 25 di contributi: come funziona? Vediamolo insieme.
Pensione con 25 di contributi? Sì anche con la legge Fornero
Rimarchiamolo perché, data la complessità delle norme previdenziali italiane, a qualcuno potrebbe sfuggire la possibilità: la legge non vieta affatto di pensionarsi con 25 anni di contributi, e questa è una bella notizia specialmente per tutti coloro che non sono più giovanissimi e temono di non giungere all’agognato traguardo.
Ebbene, facciamo chiarezza: la sola novità del Governo in tema pensioni è al momento la citata Quota 103, la quale però è inaccessibile per chi ha ‘soli’ 25 anni di contributi regolarmente versati. Infatti il meccanismo implica i due requisiti di seguito indicati: 62 anni di età e 41 di contributi regolarmente versati.
Piuttosto sarà possibile accedere alla pensione di vecchiaia di cui alla legge Fornero, a patto di attendere fino al compimento dei 67 anni di età. Infatti per questo trattamento previdenziale il requisito contributivo è pari ad almeno 20 anni di contributi pagati all’Inps.
Pensione con 25 di contributi? L’alternativa della pensione anticipata contributiva
Chi ha 25 anni di contributi e vuole accedere alla pensione, potrebbe farlo in anticipo rispetto alla misura appena ricordata, grazie alla cosiddetta pensione anticipata contributiva.
Infatti forse non tutti sanno che esiste una misura previdenziale decisamente conveniente, la quale consente di uscire dal mondo del lavoro a 64 anni e avendo maturato 20 anni di contributi.
Attenzione però, i requisiti non sono finiti qui. Per accedere alla pensione anticipata contributiva occorre altresì che:
- tutti i propri contributi siano versati nel sistema di calcolo contributivo. Perciò questo vuol dire che l’interessato non deve avere contributi antecedenti il 1996 oppure, in alternativa, deve avere tutti i contributi computati nella Gestione Separata INPS.
- l’ammontare della pensione erogabile sia uguale o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale INPS.
Quest’ultimo punto merita qualche chiarimento. Per quanto riguarda quest’anno ricordiamo che l’assegno sociale per il 2022 ha un importo corrispondente a 468 euro per ogni mese. Per poter aver diritto alla pensione anticipata contributiva occorre allora che l’assegno previdenziale conseguito abbia un importo di 2,8 volte l’assegno sociale (468 x 2,8), vale a dire sia pari o superiore a 1310,40 euro al mese. Altrimenti detto sistema di pensionamento per chi ha 25 anni di contributi non può essere applicato.
Ulteriori chiarimenti sulla pensione anticipata contributiva
Come si può notare da un rapido confronto dei due meccanismi di pensionamento citati, accedere alla pensione anticipata contributiva non è affatto semplice. Questo perché non è obiettivamente agevole, a conti fatti, nel sistema contributivo riuscire a maturare i requisiti per una pensione di tale ammontare con soli 20 anni di contributi. Ciò è infatti possibile soltanto in caso di persone che, pur avendo svolto carriere non così lunghe, hanno però avuto la possibilità di avvalersi di stipendi ben al di sopra della media.
Concludendo, attenzione perché grazie al rinnovamento dei coefficienti di trasformazione, per il 2023 e per il 2024 sono previsti trattamenti pensionistici più alti, anche se l’aumento si applicherà ai lavoratori che andranno in pensione a partire dal 2023 e non verrà dunque calcolato sulle pensioni già attive. Ricordiamo infine che i coefficienti di trasformazione altro non sono che gli indici correlati all’età anagrafica del lavoratore, i quali influiscono sul montante contributivo determinando l’importo delle pensioni.