Un nostro lettore lamenta il fatto di aver presentato domanda per l’assegno unico da tantissimo tempo, ma di non aver ancora ricevuto risposta dall’Inps. Vediamo i possibili motivi e cosa fare in questi casi.
L’Assegno Unico è un sussidio economico introdotto nel 2021, il cui scopo è quello di aiutare i nuclei familiari con figli a carico. Con un’attenzione particolare a quelle famiglie che si trovano in situazioni economiche particolarmente difficili.
Si tratta dunque di un aiuto economico che inizia a partire dal settimo mese di gravidanza, e si conclude al compimento dei 21 anni di età dei figli. Limite di età che decade per coloro che hanno all’interno del loro nucleo familiare uno o più figli disabili.
Al di là dei requisiti richiesti per accedere a determinati importi, la sua universalità dipende proprio dal fatto che viene comunque garantito un importo minimo a tutte le famiglie. Si tratta di una misura nata dal governo Draghi con il chiaro intento di unificare tutti i bonus precedentemente stanziati per i nuclei familiari. L’unica eccezione è rappresentata dal bonus asilo nido, che non è stato assorbito da questa misura.
Cosa fare se la pratica si blocca e non si riceve risposta dall’Inps?
Un nostro lettore ci ha scritto per avere un chiarimento ben preciso. La sua compagna ha infatti presentato domanda, senza però aver ancora ottenuto risposta dagli enti preposti.
Da 4 mesi la Pratica della mia compagna è sempre in evidenza, con tutta la documentazione richiesta e inviata, senza nessuna risposta, come possiamo sapere qualcosa? Grazie
Purtroppo, certi ritardi sul disbrigo delle pratiche per il bonus e gli aiuti economici, non sono affatto un’eccezione all’interno dell’amministrazione pubblica. Sono tantissimi ad esempio i ritardi sulle pratiche segnalati nella richiesta di altre misure di sostegno come il reddito di cittadinanza. Colpa di una macchina burocratica statale che si ingolfa troppo spesso, anche a causa di normative non sempre chiarissime a riguardo. In questo specifico caso, se la compagna del nostro lettore ha già fatto domanda e presentato la documentazione richiesta, esiste solo una soluzione per provare a velocizzare la pratica.
Se dunque non si riceve risposta in modo immotivato, nonostante si siano soddisfatti tutti i passaggi richiesti, la prima cosa da fare è provare a contattare il contact center Inps. Ci si può rivolgere al numero verde 803.164, che non ha costi da rete fissa, o in alternativa al numero 06 164.164, da rete mobile. In questo caso però il servizio è a pagamento.
Oppure si può decidere di farsi seguire da un patronato. Qui infatti si possono trovare persone specializzate sul tema, in grado di seguire la pratica, e attivarsi laddove vi fossero ritardi immotivati. Anche attraverso il portale web dell’Inps possiamo trovare informazioni molto utili a comprendere i motivi di questo possibile blocco.
Esiste anche un canale Youtube dell’Inps. Spesso nei tutorial dedicati alle misure, si trovano anche informazioni legate ai possibili ritardi.
Assegno Unico, quando e come presentare domanda
La domanda per l’assegno unico può essere presentata solo una volta durante l’anno. E nel momento in cui si ottiene il sussidio la richiesta si rinnova in automatico. E questo significa che chi ad esempio ha già fatto domanda nell’anno 2022, non sarà tenuto a presentare una nuova richiesta nel 2023.
A chiarire questa specifica situazione, è stata la circolare numero 132 dell’Inps del 15 dicembre del 2022. Naturalmente, c’è un’eccezione facilmente comprensibile in questo caso. Se infatti nel corso dell’anno, il nucleo familiare si è allargato in virtù di una nuova nascita, l’istanza dovrà invece essere presentata perchè cambierà l’importo. La domanda può essere anche compilata interamente per via telematica. Basta semplicemente accedere al sito dell’Istituto di Previdenza Sociale attraverso le credenziali.
L’importo che il nucleo familiare può ricevere dall’assegno unico cambia in base ad alcuni fattori. I principali sono naturalmente il numero dei figli a carico e il proprio stato reddituale. la cifra viene infatti determinata dall’Isee della famiglia richiedente, in modo da avvantaggiare i nuclei familiari che si trovano in situazioni economiche molto difficili.