Le ultime mosse di Elon Musk: una luce preoccupante sul settore auto, ma anche opportunità per gli automobilisti

La scorsa settimana poco prima della pausa natalizia il Ceo di Tesla Elon Musk ha affermato con coraggio che cesserà le vendite di Azioni della sua società automobilistica.

Tesla ha sulle spalle il peso dei passati rallentamenti che tra limiti alla catena di approvvigionamento e i timori per la fragilità economica ne hanno affossato le quotazioni.

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Pochi giorni fa Elon Musk ha ufficialmente dichiarato che smetterà di vendere azioni Tesla. Le motivazioni potrebbero essere meno positive di quello che appare; non si tratta di una rinnovata fiducia nella crescita del comparto auto e di conseguenza delle Azioni, ma l’esatto opposto.

Elon Musk consapevole delle tendenze che si stanno per scontare nel 2023 non ha nessuna intenzione di vendere Azioni sottoprezzate. Oltre a questo, vuole convincere gli altri investitori a non vendere TSLA per contribuire a mantenere un prezzo più alto possibile.

Tutto ciò viene fatto naturalmente nella consapevolezza che per almeno 18 mesi la congiuntura economica internazionale continuerà a fare traballare i listini azionari. Il manager dopo aver ceduto quasi 40 miliardi di dollari delle sue partecipazioni nell’ultimo anno e mezzo, contribuendo al crollo delle azioni a un minimo di due anni, ha detto questa settimana che non venderà più azioni di Tesla per almeno 18-24 mesi.

Due anni di incertezza prima della ripresa del settore automobilistico

Si tratta di un tempo sufficiente per fare ritornare le quotazioni su valori accettabili a ottenere un profitto equo. Le parole di Musk devono naturalmente essere prese con le pinze, le promesse non solo facili da mantenere quando entra in discussione la tenuta dell’intero comparto.

Già nell’aprile 2022 Musk ha detto che non avrebbe venduto più azioni Tesla, contraddicendosi successivamente. Il CEO miliardario ha avuto da fare tra le preoccupazioni per la sua leadership in Twitter, l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e altri fattori.

Il CEO ha respinto le preoccupazioni che la sua acquisizione di Twitter lo abbia distratto dalla corretta gestione di Tesla. Per la società si prevedono congelamenti delle assunzioni e potenziali licenziamenti in linea con quanto già avvenuto in grandi società Usa del comparto tecnologico.

Musk ha precedentemente annunciato i suoi piani per dimettersi dalla leadership di Twitter, lanciando all’inizio di questa settimana un sondaggio tra gli utenti di Twitter che suggeriva le sue dimissioni.

Quale sarà il futuro delle azioni Tesla? Qualcosa di positivo può accadere sul fronte della domanda cinese; nuovi aumenti dei consumi nel Paese a seguito dell’abbandono graduale della politica zero covid può ridare ossigeno ai listini.

Il prezzo delle Azioni Tesla si muovono in risposta alle sollecitazioni che arrivano in primo luogo dalla Federal Reserve. È la politica della banca centrale a guidare l’avversione al rischio degli investitori sempre più consapevoli dell’eventualità di una seppur breve recessione.

Nuovi sconti e incentivi anche nel 2023 per il settore auto?

Musk ha affermato che i riacquisti di Azioni cui ha discusso all’inizio dell’anno potrebbero non avvenire; tutto dipenderà delle condizioni economiche. In risposta a un calo della domanda la casa automobilistica ha offerto sconti e altri incentivi, ciò potrà ripetersi nel 2023 nel tentativo di aumentare ulteriormente le vendite.

Cosa accade al mercato europeo dell’automobile a motore endotermico? Secondo le ultime stime non c’è Paese del Vecchio continente che sembri salvarsi. In Italia Dal 1998 al 2021 le immatricolazioni sono passate da circa 2.300.000 a 1.458.300; accade qualcosa di simile sul fattore produttivo calato del 21% rispetto a vent’anni prima.

La contrazione del comparto e della filiera auto tradizionale si innesta sul successo della rivoluzione della mobilità elettrica. In questo scenario quanto più una impresa è esposta nella produzione di auto a motore endotermico, tanto più è soggetta a impatti occupazionali negativi.

Alla domanda che si contrae si affiancano gli incentivi per le auto elettriche e la competizione degli EV, oggi proposti dalla maggior parte delle case automobilistiche.

Se la tabella di marcia sarà conseguita secondo quanto previsto per il 2030 i veicoli elettrici raggiungeranno quasi il 50% tanto delle vendite, quanto della produzione europea. Le condizioni per una diffusione maggiore anche delle auto Tesla è fondamentale per comprenderne il valore del potenziale attuale.

C’è da considerare oltre a questo tutta la filiera della componentistica e dei servizi post vendita come la manutenzione la gestione delle batterie a fine vita e il loro riciclo. Una nicchia di mercato che può fare la differenza tra la vendita dei modelli a parità di prestazioni.

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