Nella manovra economica 2023, ovvero nel testo approvato dalla Camera dei deputati e in Senato per l’approvazione definitiva prevista il 29 dicembre, sono disposte diverse misure fiscali di sostegno a favore del contribuente. Facciamo il punto.
Non solo bonus e agevolazioni ad hoc, previste a favore di cittadini e famiglie all’interno della legge di Bilancio che in questi giorni dovrebbe essere approvata in via definitiva, onde evitare l’esercizio provvisorio.
In queste settimane si è parlato in modo frequente anche di tregua fiscale per dare una boccata di ossigeno ai contribuenti, alle prese con scadenze fiscali e non solo. E’ un periodo ricco di spese e di consumi, perciò giunge sicuramente come buona notizia quella sulle sanatorie e definizioni agevolate.
Proprio così: tra i meccanismi di sostegno ai contribuenti, nella manovra economica sono state immesse alcune definizioni agevolate che vanno dalla rottamazione dei ruoli, in relazione ai carichi affidati all’agente della riscossione nel lasso di tempo dal primo gennaio 2000 al 30 giugno di quest’anno, allo stralcio per le cartelle fino mille euro – ovvero una idea che era ampiamente circolata nelle scorse settimane e che ora è praticamente ufficializzata.
Vediamo un po’ da vicino queste novità di rilievo in campo fiscale, precisando subito che sono diverse e appartengono tutte a quel piano di tregua fiscale già da tempo annunciato dal Governo. Ci soffermeremo soprattutto sullo stralcio debiti fino a 1.000 euro e sul ravvedimento speciale, due misure molto importanti introdotte in tema di tregua fiscale. I dettagli.
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Tregua fiscale nella legge di Bilancio 2023: il contesto di riferimento
Che cos’è esattamente la tregua fiscale? Se ne sente parlare spesso in questo periodo ma forse non a tutti è chiaro il concetto. Ebbene, con questa espressione si fa riferimento a quell’insieme delle misure previste per il contribuente, che vuole sanare delle irregolarità nel proprio rapporto con l’Agenzia delle Entrate.
Pensiamo dunque alle imposte non versate, ma ovviamente anche alle cartelle esattoriali che via via si sono accumulate nel tempo: grazie alla tregua fiscale di cui nella legge di Bilancio, al contribuente è data la possibilità di sfruttare più benefici.
Come accennato in apertura, tra le misure di sostegno ai contribuenti all’interno della legge di Bilancio 2023 sono state disposte varie importanti definizioni agevolate che spaziano dalla rottamazione dei ruoli, con riferimento ai carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, allo stralcio per le cartelle fino a mille euro – su cui tra poco ci soffermeremo. Queste sono misure di oggettivo rilievo per il contribuente, ma non solo le uniche. Nel quadro della tregua fiscale, infatti, è inoltre una sanatoria delle irregolarità formali, il ravvedimento speciale per le dichiarazioni fino allo scorso anno e la chiusura delle liti tributarie. C’è spazio anche per le discusse criptovalute, nel quadro delle misure di tregua fiscale: ecco infatti la possibilità di sanare la loro mancata indicazione nella dichiarazione dei redditi.
Insomma, nello scenario disegnato per dare una mano al contribuente, la legge di Bilancio da un lato ripropone alcune norme già utilizzate in passato quali la rottamazione dei ruoli, la chiusura delle liti tributarie e lo stralcio dei carichi di importo ridotto, e dall’altro introduce alcune novità come il ravvedimento speciale.
Tregua fiscale: stralcio debiti contribuente fino a 1.000 euro
Grazie alla tregua fiscale, abbiamo in particolare lo stralcio debiti fino a 1.000 euro, ovvero una misura che sicuramente rappresenterà un sollievo per non pochi contribuenti. Ebbene sì, con la manovra in arrivo altresì l’annullamento automatico dei debiti tributari fino a mille euro (inclusivo di capitale, interessi e sanzioni), i quali emergono dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, sebbene inclusi in anteriori definizioni agevolate.
In altre parole, la somma si riferisce al debito rimanente da pagare che emerge al primo gennaio 2023, anche se il contribuente ha già versato una porzione del debito originario avvalendosi della rottamazione.
Con quanto previsto in manovra, se il contribuente ha una o più cartelle riconducibili a questa ipotesi, le stesse sono in automatico stralciate senza che al contribuente sia richiesta alcuna attività. Attenzione però, perché lo stralcio o annullamento automatico sarà il 31 marzo 2023, e non il 31 gennaio del prossimo anno come era stato all’inizio indicato.
Non solo. C’è una disciplina differenziata per quanto riguarda i carichi affidati agli agenti della riscossione da enti differenti dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali. In dette circostanze, lo stralcio opera soltanto per le somme dovute a titolo di interessi per ritardata iscrizione a ruolo, di sanzioni e di interessi di mora ma non scatta per quanto da versare al Fisco a titolo di capitale e a titolo di rimborso dei costi delle procedure esecutive e di notificazione della cartella fiscale.
In ogni caso, dal primo gennaio 2023 e fino alla data del 31 marzo 2023 la riscossione dell’intero ammontare è sospesa per dare spazio alla citata tregua fiscale.
Ravvedimento speciale: la novità nella manovra a favore dei contribuenti
Previste però anche norme del tutto nuove come quelle relative al cosiddetto ravvedimento speciale per le dichiarazioni fino al 2021. In particolare il ravvedimento speciale si manifesta in una deroga all’ordinaria disciplina del ravvedimento operoso, con cui è possibile regolarizzare le dichiarazioni legate al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre dello scorso anno e a quelli anteriori.
Si tratta di un’agevolazione cui si può accedere a specifiche condizioni, che ora esporremo:
- le correlate violazioni non devono essere state già contestate alla data del versamento dell’importo dovuto dal contribuente;
- debbono esservi dichiarazioni validamente presentate. Conseguentemente la sanatoria non scatta per le dichiarazioni omesse.
Al fine di sanare l’irregolarità fiscale emersa, occorre ovviamente rimuoverla e pagare l’imposta, gli interessi e le sanzioni. Ma attenzione: queste ultime sono ridotte a 1/18 del minimo edittale che si può irrogare.