Che il cibo industriale non sia propriamente genuino lo sappiamo, ma ciò che è emerso da un recente studio deve farci davvero riflettere.
Soprattutto se pensiamo che sono i giovani e i bambini, che spesso mangiano il cosiddetto junk-food. Ecco lo scioccante report di un Documentario della BBC.
In Italia vantiamo una tradizione culinaria tutto sommato sana, grazie al regime Mediterraneo. Nelle nostre cucine si trovano frutta e verdura fresca diverse in ogni stagione, e in molte case si preparano ancora ricette antiche, buone e salutari.
Ma sempre più giovani si alimentano prevalentemente coi cibi industriali, perché semplicemente fa comodo. Purtroppo la vita che facciamo, sempre di corsa, ci ha portato a preferire le merendine confezionate alla torta fatta in casa, i sughi pronti invece delle salse fatte a mano, e via così. Ma evidentemente stiamo sbagliando qualcosa.
Nel Regno Unito, poi, la situazione è ancora più grave. Secondo le statistiche, 1 bambino su 5 mangia cibo-spazzatura per l’80% della sua dieta. Per cercare di sensibilizzare la popolazione sugli effetti devastanti di questo tipo di alimentazione il il dottor Chris van Tulleken ha deciso di fare un esperimento, che è poi diventato un documentario.
Il cibo industriale peggio della droga, e non solo: lo studio scioccante della BBC
Il dottore sopra citato ha deciso di provare sulla sua pelle gli effetti di una dieta a base del cosiddetto cibo-spazzatura. E il suo lavoro è stato raccolto in un documentario dal titolo eloquente: “What are we feeding our kids?” ovvero, “Cosa stiamo dando da mangiare ai nostri figli?”
Forse qualcuno ricorderà anche il film americano che trattava di un’esperienza simile, “SuperSize me”. Il tema era il medesimo, ovvero capire cosa succede al corpo se mangiamo tutti i giorni nei fast-food.
Il Medico del Regno Unito ha cominciato così il suo viaggio “nell’inferno del cibo spazzatura” e nel documentario racconta i cambiamenti fisiologici e addirittura neurologici avvenuti durante l’adozione di questo tipo di dieta.
Dopo solamente pochi giorni il medico ha sperimentato episodi di stipsi, dovuti ovviamente alla mancanza di fibre. Non solo: ha raccontato di aver avuto attacchi di fame simili a crisi di astinenza: aveva una forte voglia di cibi raffinati anche se l’ultimo pasto non era lontano.
Trascorso un mese, l’uomo ha dichiarato di aver messo su quasi 7 chili e le analisi hanno confermato il suo stato di salute. Più grasso, con l’ormone della fame incrementato del 30% e una massa grassa aumentata del 2%.
Non solo obesità, ma preoccupanti modifiche al cervello
Chi pensa che mangiare cibo-spazzatura porti “solamente” a prendere qualche chilo si sbaglia di grosso. Il medico che ha eseguito l’esperimento ha sottolineato che gli effetti devastanti sono ben altri. Parliamo addirittura di “profonde modificazioni a livello cerebrale“.
Il protagonista del documentario si è infatti sottoposto anche a risonanza magnetica e i risultati sono molto esplicativi. In 30 giorni alcune aree del cervello hanno creato connessioni che prima non c’erano. Queste connessioni riguardano una precisa area, ovvero quella che regola il “meccanismo della ricompensa”. In pratica il cervello, ormai “assuefatto”, chiede ancora cibo spazzatura, ed è lo stesso meccanismo che si innesca con l’assunzione di droghe, alcol e fumo.
L’allarme lanciato dagli esperti riguarda più fronti. Innanzitutto sappiamo che l’obesità innesca altre patologie che accorciano l’aspettativa di vita. Inoltre una modifica strutturale del cervello in età di sviluppo può rivelarsi ancora più dannosa rispetto ad un soggetto adulto.
E ancora, oltre alle calorie in eccesso, il junk-food “regala” sostanze chimiche che, accumulate per molto tempo, possono far insorgere chissà quali problematiche a livello ormonale o su altre funzioni. Infatti nemmeno gli scienziati sanno come reagisce un corpo sottoposto continuamente a contaminanti potenzialmente genotossici.
Dovremmo allora riflettere tutti quanti, prima di “concederci” troppo spesso cibo industriale, raffinato e di bassa qualità. A maggior ragione se permettiamo ai nostri figli di adottare una dieta sbagliata fin dall’età più giovane.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)