Il Governo Meloni è intenzionato ad eliminare la Legge Fornero, prima dello scadere della legislatura. In che modo?
Il Sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha confermato che, tra gli obiettivi dell’Esecutivo, c’è il superamento della Legge Fornero.
In un’intervista rilasciata al Messaggero, il Sottosegretario Freni ha sottolineato che la priorità del Governo, per i prossimi anni, sarà l’attesissima Riforma delle Pensioni. Se, infatti, non verranno prorogati alcuni strumenti di flessibilità in uscita, la maggior parte dei contribuenti sarà costretta ad andare in pensione a 67 anni.
Attualmente, la nuova Quota 103 è accessibile solo ad un numero limitato di lavoratori; molti italiani, quindi, attendono con il fiato sospeso le manovre relative alla Riforma previdenziale. Scopriamo, dunque, quali sono i piani del Governo.
Non perdere il seguente approfondimento: “Riforma pensioni in bilico? Cosa succederà alle legge Fornero nel 2023“.
Legge Fornero: quali sono le novità della Legge di Bilancio?
Il Sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha sottolineato che, per il 2023, non è stato possibile modificare i requisiti di accesso alla pensione della Legge Fornero, a causa della mancanza di sufficienti risorse economiche. Per i prossimi anni, però, l’impegno dell’Esecutivo sarà tutto proiettato verso tale obiettivo.
Nello specifico, bisogna intervenire sulla disciplina della pensione anticipata che, in base a quanto stabilito dalla Legge Fornero del 2011, è accessibile con 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) o 41 anni e 10 mesi (per le donne), a prescindere dall’età anagrafica posseduta.
La novità principale introdotta dalla nuova Legge di Bilancio è Quota 103. In cosa consiste? Si tratta di uno strumento di flessibilità in uscita, tramite il quale si può smettere di lavorare con 41 anni di contribuzione e almeno 62 anni di età. Il requisito anagrafico, purtroppo, restringe eccessivamente la platea di beneficiari. Per questo motivo, Quota 103 non potrà essere il meccanismo idoneo per il superamento della Legge Fornero.
Il Sottosegretario Freni, tuttavia, ha affermato che “solamente ragioni di costo hanno richiesto l’inserimento di un coefficiente anagrafico a 62 anni, ma il futuro è un altro”. Così come già avviene per i lavoratori precoci, l’obiettivo sarà quello di assicurare il pensionamento con 41 anni di contributi a tutti, a prescindere dall’età anagrafica.
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Quota 41 e Opzione Donna: le opportunità per smettere di lavorare
“Quota 41 è un metodo, non uno spot”. È questo lo slogan scelto dall’Esecutivo per sottolineare l’intento di voler usare Quota 41 per superare la Legge Fornero, sostituendo tale meccanismo all’attuale pensionamento anticipato.
Nei prossimi anni, dunque, tutti dovranno avere l’opportunità di smettere di lavorare al raggiungimento di 41 anni di anzianità contributiva, invece degli attuali 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne). Solo in questo modo, infatti, si potrà affermare di aver eliminato la Legge Fornero, almeno relativamente alla pensione anticipata.
Si attendono, però, anche riforme relative alla pensione di vecchiaia; nel 2025, infatti, è previsto l’adeguamento dell’età pensionabile con le speranze di vita, che potrebbe ulteriormente ritardare il congedo definitivo.
Il discorso, invece, è diverso per quanto riguarda Opzione Donna, che è stata molto limitata con la Legge di Bilancio 2023, riservandola, di fatto, solo a poche lavoratrici. Anche in questo caso, Freni ha specificato che la manovra si è resa necessaria perché “Opzione Donna non era più economicamente sostenibile”. Nulla vieta, tuttavia, che, in futuro, non possano esserci ulteriori novità e che non si possa, finalmente, iniziare a discutere di una Riforma delle pensioni strutturale, da approvare nel 2024.