Forse non tutti i lavoratori sanno che attualmente sono vigenti regole che agevolano l’assegnazione del TFS agli aventi diritto. Ma quali sono i punti chiave che permettono di ricevere in anticipo il trattamento di fine servizio?
Tra i numerosi diritti previsti a favore del lavoratore dipendente, abbiamo quello ad incassare TFR e TFS al momento della fine dell’esperienza di lavoro presso un determinato datore.
TFR – trattamento di fine rapporto per il lavoratore del settore privato – e TFS – trattamento di fine servizio per il lavoratore dell’ambito pubblico – rappresentano due quote di denaro accantonate via via nel corso della durata del rapporto lavorativo. TFR e TFS sono liquidati soltanto alla data della cessazione del rapporto di lavoro.
Importante notare che il diritto ad incassare la quota sussiste per qualsiasi motivo termini il rapporto di lavoro in essere. E ci riferiamo dunque ai casi delle dimissioni, del licenziamento o raggiungimento dei requisiti pensionistici e per uscire definitivamente dal mondo del lavoro. In ogni caso al dipendente spetterà la buonuscita.
Di seguito vedremo in sintesi il quadro degli aggiornamenti e modifiche emerse negli ultimi tempi in riferimento alle citate liquidazioni. Cosa è cambiato e cosa è opportuno sapere se si lavora in modo subordinato? Quali sono le regole in tema di TFS-TFR? Scopriamolo insieme.
TFR e TFS sono comparabili tra loro oppure no? La sentenza che chiarisce tutto
Liquidazione anticipo TFS agevolata: la proroga della convenzione ABI
Non possiamo anzitutto non menzionare l’ok al nuovo decreto che di fatto proroga la convenzione ABI per la liquidazione dell’anticipo del TFS ai dipendenti statali in modo agevolato. La notizia è ufficializzata in Gazzetta Ufficiale e indica la possibilità riservata ai dipendenti pubblici di conseguire immediatamente il trattamento senza dover attendere i tempi lunghi di cui alla legge. Attenzione però, detta agevolazione si applica a favore delle richieste:
- di importo massimo di 45mila euro,
- e con un tasso agevolato dello 0,4%,
- effettuate nei confronti delle banche convenzionate che hanno aderito all’Accordo Quadro.
Non dimentichiamo che era scaduto il 30 giugno dello scorso anno l’accordo quadro con l’ABI (Associazione delle banche italiane) per l’anticipo del TFS / TFR ai dipendenti pubblici. Il provvedimento di proroga della convenzione che regola il versamento dell’anticipo del TFS ha consentito di far ripartire le pratiche congelate. Per maggiori dettagli, l’elenco degli istituti di credito che aderiscono all’accordo quadro è consultabile via web in questo indirizzo.
I vantaggi concreti per i dipendenti pubblici
In virtù della citata convenzione ABI i dipendenti pubblici non sono costretti ad attendere gli anni previsti per per legge per incassare il proprio TFS. Come accennato, il vantaggio è effettivo: previsti anticipi entro la somma dei 45mila euro, con un un tasso agevolato pari allo 0,4% se il lavoratore fa riferimento ad una delle banche che aderiscono all’accordo quadro. Invece, il tasso tocca anche al 4% se si domanda l’anticipo della liquidazione alle banche non convenzionate – ad oggi moltissime.
In estrema sintesi, l’iter che conduce al pagamento anticipato della buonuscita comporta una serie di passaggi:
- anzitutto occorre richiedere all’ente erogatore del TFR/TFS (Inps) la certificazione che comprova il diritto all’anticipazione;
- di seguito va presentata la domanda di anticipo all’istituto di credito convenzionato, che controllerà con l’ente erogatore la sussistenza dei presupposti per detto anticipo TFS;
- in ipotesi di ok da parte di Inps e banca, la liquidazione dell’anticipo avverrà sul conto corrente del beneficiario.
Altre novità TFR-TFS: il ruolo dell’Inps
Gli altri aggiornamenti approvati in tema di TFR-TFS riguardano l’Inps. L’ente può di fatto gestire le pratiche di liquidazione dipendenti pubblici e privati, ed infatti l’istituto di previdenza liquiderà nei prossimi tempi molte migliaia di pratiche di TFS, ai lavoratori dipendenti del settore statale.
Secondo quanto emerso, la linea di azione dell’Inps intende seguire criteri di velocizzazione dei pagamenti del TFS ai lavoratori pubblici statali. Per questo l’ente comincerà con le liquidazioni dei pagamenti per i lavoratori del comparto scuola, e nel passo successivo si rivolgerà invece ai pagamenti per i lavoratori della PA. Come detto sopra, l’accordo per l’anticipo del TFS con tasso agevolato ha ricevuto il rinnovo per un ulteriore biennio, consentendo di risparmiare sui tempi di ottenimento della buonuscita rispetto alle regole ordinarie. Queste ultime, infatti, permettono di effettuare il pagamento del TFS agli statali anche dopo 24 mesi – in caso di cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni.
Non dimentichiamo anche che i normali tempi per il versamento del TFS agli statali variano anche sulla scorta dell’ammontare maturato nell’ambito il rapporto di lavoro. Perciò si può avere un versamento in un’unica soluzione se l’importo è uguale pari o al di sotto di 50mila euro, ma anche in due rate annuali se l’ammontare lordo complessivo è incluso tra 50mila euro e al di sotto di 100mila euro (la prima rata pari a 50mila euro, la seconda pari all’importo residuo), o ancora in tre rate annuali, se la somma della buonuscita corrisponde o è maggiore di 100mila euro.
Si tratta di tempi oggettivamente lunghi, ma questi si applicano per il TFS e non per i pagamenti dei TFR ai lavoratori dipendenti, che di solito entro un mese e mezzo sono liquidati agli aventi diritto.