Tregua fiscale in arrivo con la manovra 2023, ed in particolare spicca la nuova rottamazione delle cartelle. Ma come funziona dal punto di vista pratico? Le prime delucidazioni giungono dall’Agenzia delle Entrate Riscossione. Vediamo che cosa c’è da ricordare in proposito.
In queste settimane si è parlato molto di tregua o pace fiscale a favore del contribuente, ovvero di regole mirate ad appianare i rapporti tra cittadino e Fisco, con particolare riferimento ai debiti pregressi non ancora saldati.
Ebbene, una domanda che ci si potrebbe porre è sicuramente la seguente: come funziona la rottamazione cartelle 2023? Di ciò si parla all’interno del testo dell’ultima legge di Bilancio recentemente approvata, ma sul piano dell’applicazione pratica della citata rottamazione cartelle, importanti precisazioni giungono dall’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Proprio questi uffici fanno infatti il punto sulle novità della tregua fiscale e chiariscono elementi che potrebbero generare dubbi o ambiguità nel contribuente poco pratico di normative fiscali. Vediamo più da vicino.
Rottamazione cartelle 2023 nella manovra: che cos’è
Abbiamo detto che di tregua fiscale si tratta, ma certamente non dell’entità prevista inizialmente: nel testo della legge di Bilancio compaiono comunque varie disposizioni che intendono agevolare, in qualche modo, il contribuente in difficoltà nell’adempimento dei suoi obblighi di natura fiscale.
Considerando dunque il pacchetto di misure indicate in manovra, la Legge n. 197 del 29 dicembre 2022 all’art. 1, commi 231-252, include la menzionata nuova rottamazione delle cartelle. Non vi sono dubbi a riguardo: fanno parte della definizione agevolata i debiti inclusi nei carichi affidati all’Agente della Riscossione dal primo gennaio 2000 al 30 giugno dello scorso anno. E questo vale anche nelle circostanze nelle quali gli stessi debiti siano già oggetto di differenti meccanismi agevolativi.
I beneficiari della cd. tregua fiscale avranno perciò:
- la possibilità di pagare in una sola soluzione o in 18 rate le somme dovute a titolo di capitale, i costi in gioco per le procedure esecutive e i diritti di notifica,
- senza invece versare le somme affidate all’Agente della Riscossione a titolo di interessi e sanzioni, interessi di mora e il cosiddetto aggio.
D’altronde la definizione agevolata dei carichi fiscali pendenti funziona proprio così e prevede la possibilità di saldare i debiti iscritti a ruolo, di cui si trova traccia nelle cartelle di pagamento, pagando le somme dovute senza versare altresì le sanzioni e gli interessi di mora. In questo sta l’agevolazione a favore del contribuente.
Debiti e somme escluse dalla rottamazione cartelle 2023
Alla luce di quanto indicato anche dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, dal quadro della rottamazione delle cartelle 2023, sono escluse le tipologie di somme che seguono:
- multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute per provvedimenti e sentenze penali di condanna;
- recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea;
- crediti che scaturiscono da condanne emesse dalla Corte dei conti;
- debiti legati alle “risorse proprie tradizionali” dell’UE Europea e all’Iva riscossa all’importazione.
Il contribuente potrà comunque fare riferimento all’area riservata del portale istituzionale AdER, un luogo in cui i cittadini e le cittadine vedranno nel dettaglio quali sono i debiti ammessi a beneficiare dei meccanismi della tregua fiscale.
Sanzioni amministrative e stralcio cartelle fino a 1.000 euro
I chiarimenti offerti dall’Agenzia delle Entrate Riscossione sono molto utili anche perché quest’ultima ha avuto modo di rimarcare che, in riferimento alla legge di Bilancio 2023 e per quanto attiene alle sanzioni amministrative, incluse quelle per violazioni del Codice della Strada, la citata “definizione” vale soltanto sugli interessi, comunque denominati, e sulle somme maturate a titolo di aggio.
In relazione al previsto stralcio delle cartelle fino a mille euro, il raggio d’azione definitivo dell’agevolazione – che sarà automatica e non su domanda – sarà chiarito entro la fine di gennaio. Infatti non dimentichiamo che l’ultima parola spetta agli enti creditori che renderanno nota la loro decisione entro il 31 gennaio 2023 all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Di mezzo c’è la possibilità di beneficiare effettivamente della tregua fiscale per i carichi degli enti di previdenza privata.
Come aderire alla rottamazione cartelle 2023
La facoltà di beneficiare della rottamazione in oggetto deve essere espressamente evidenziata dai contribuenti che devono regolarizzare la loro posizione, e per farlo serve una domanda ad hoc di adesione alla rottamazione cartelle. In particolare la scadenza per presentare la domanda di adesione è stabilita dalla legge al 30 aprile 2023 ed entro il 21 gennaio l’Agenzia delle Entrate Riscossione indicherà il modulo da usare e le istruzioni da leggere.
Come si può agevolmente notare, si tratta di qualcosa di diverso da quanto si verifica per lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro. Infatti in quest’ultimo caso l’eliminazione dei debiti è automatica.
Entro il 30 giugno di quest’anno gli uffici della Riscossione, insieme con l’esito della richiesta di accesso alla rottamazione delle cartelle 2023 effettuata dai cittadini e dalle cittadine in precedenza, comunicheranno le seguenti informazioni:
- l’ammontare totale dovuto ai fini della definizione dei carichi fiscali pendenti;
- l’ammontare delle singole rate;
- il giorno e il mese di scadenza di ciascuna delle rate da saldare.
Ribadiamo infine che le somme da versare per avvalersi della definizione agevolata possono essere pagate in due modalità, vale a dire in un’unica soluzione entro la scadenza del 31 luglio di quest’anno oppure con dilazione anche quinquennale e pagamento in rate. Il pagamento delle cifre dovute potrà aversi in uno dei modi seguenti: con i moduli di pagamento predisposti dalla Riscossione, con domiciliazione sul conto corrente oppure presso gli sportelli sparsi sul territorio.