Secondo quanto previsto in un disegno di legge in Senato, quest’anno potrebbe esserci una festività in più in busta paga in riferimento al giorno 4 novembre, che potrebbe tornare a essere un giorno festivo. Per quale motivo?
Come probabilmente non pochi lavoratori già sapranno, i ponti nel 2023 saranno ben 6 e perciò le occasioni di fare qualche settimana ‘corta’ a lavoro, non mancheranno. Ebbene proprio quest’anno, in considerazione del calendario che abbiamo, in busta paga sarà possibile trovare una festività in più.
Proprio così: non c’è ancora una conferma ufficiale perché c’è un disegno di legge in proposito, che deve essere valutato, ma le prospettive sono quelle appena indicate. Il giorno a cui ci riferiamo è il 4 novembre che, infatti, potrebbe tornare ad essere un giorno festivo. Così è stato indicato in un disegno di legge a Palazzo Madama.
Ma perché proprio questo giorno è così importante, tanto che potrebbe ritornare festività? E cosa dobbiamo attenderci in merito ad una possibile festività in più in busta paga? Scopriamolo assieme nel corso di questo articolo.
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Festività in più in busta paga: il perché dell’importanza del 4 novembre
Il 4 novembre per l’Italia è un giorno significativo perché ricorda l’Armistizio di Villa Giusti – entrato in vigore il 4 novembre 1918 – che permise agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste. Ciò consentì di condurre a compimento il processo di unificazione nazionale cominciato in epoca risorgimentale. Proprio il 4 novembre terminava la Prima Guerra Mondiale e, onde onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa del nostro paese, il 4 novembre 1921 si ebbe la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma.
Fino al 1976 il 4 novembre è stato un giorno festivo ma dall’anno successivo, in pieno clima di austerity, e a seguito della riforma del calendario delle festività nazionali disposta per legge, la ricorrenza è stata resa “festa mobile”, con le celebrazioni che hanno luogo tuttora alla prima domenica di novembre.
La festa del 4 novembre, nella quale si celebrano l’Unità nazionale e le Forze armate, è dunque celebrata dal 1977 durante la prima domenica di novembre, e proprio per questo la legge 54/77 ne ha eliminato la natura festiva. Dal 1977 ad adesso dunque la festività non è prevista a particolari trattamenti, tranne i pagamenti previsti per le prestazioni economiche per le festività domenicali.
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Festività il 4 novembre per promuovere la memoria storica
Ebbene, dicevamo all’inizio che potrebbe esserci una festività in più nel 2023: questo perché la Commissione Affari costituzionali del Senato, diretta da Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, ha proposto un disegno di legge per re-includere il 4 novembre tra i giorni festivi, dopo più di 40 anni. La motivazione è abbastanza evidente: promuovere il ricordo e la memoria di un evento così importante quale la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale, grazie al sacrificio di coloro che hanno sacrificato il bene della vita per un ideale di patria e di attaccamento al dovere.
Questi elementi sono considerati dal disegno di legge, il quale fa riferimento proprio alle varie commemorazioni diffuse in modo molto ampio sul territorio nazionale, in particolare presso l’Altare della Patria a Roma, in cui fu sepolto il Milite ignoto nel 1921 nell’ambito di una solenne celebrazione, i Sacrari di Redipuglia in Friuli Venezia Giulia, e i Caduti d’Oltremare in Puglia.
Cosa succederebbe con l’approvazione del disegno di legge sulla festività in più?
Al momento si sa del disegno di legge, ma non ancora del suo destino. Vero è però che l’approvazione del disegno di legge consentirebbe di godere di un giorno di festa in più, e di ciò si gioverebbero in primis i lavoratori, potendone beneficiare in busta paga.
In base alle ultime indiscrezioni emerse, potrebbero tuttavia esserci modifiche o novità rispetto all’iniziativa originaria. Il punto è la definizione della giornata festiva ma al momento, non essendo ancora iniziata la discussione, non è ancora chiaro se:
- il 4 novembre sarà reintrodotto come giornata festiva a tutti gli effetti (con scuole chiuse e retribuzione prevista in busta paga),
- o se invece sarà solo aumentata la sensibilità collettiva, grazie alla promozione di attività e manifestazioni sul tema per cui si festeggia il 4 novembre.
Alla fine potrebbe prevalere la linea della seconda ipotesi appena citata, anche perché nel mese di novembre è già presente il primo giorno come festività nazionale. Insomma andrebbe ad aggiungersi un ulteriore lungo ‘ponte’ in un anno in cui le feste in giorni lavorativi di certo non mancano. Nei palazzi della politica sono così ben consci che una concentrazione di giorni festivi potrebbe pesare non poco sulle attività scolastiche ed economiche.
Certo è che il disegno di legge presentato è molto chiaro su questo punto: l’iniziativa vuole attribuire una rinnovata importanza a livello nazionale della giornata del 4 novembre che, come abbiamo detto sopra, ha certamente ragioni storiche di assoluto rilievo per essere ricordata dalla popolazione. Vedremo dunque presto quale sarà il percorso del disegno di legge e in che cosa potrà sfociare questa iniziativa comunque lodevole.