Per finanziarsi lo Stato da sempre vende dei Titoli sul proprio debito. I titoli di Stato necessari a finanziarsi sono stati affiancati da strumenti per assicurarsi contro l’insolvenza dello Stato stesso.
Dalla metà degli anni Novanta i cosiddetti credit default swap sono l’assicurazione contro i rischi dell’incapacità dell’emittente di rimborsare il capitale dovuto su un titolo finanziario.
L’insolvenza appunto è il rischio che corre l’investitore sulle obbligazioni. Essa è maggiore su quelle più generose, con bassi prezzi e alte cedole periodiche. Utilizzando un derivato chi compra un’obbligazione può sottoscrivere un’assicurazione contro il rischio di perdite, anche nei confronti dei Titoli di Stato.
Cosa sono e come funzionano i credit default swap
A oggi i credit default swap sono acquistabili da tutti sul mercato, anche per chi non possiede obbligazioni e titoli di Stato. Come tutti i derivati sono diventati strumenti per guadagnare dalla speculazione sulla differenza di prezzo tra l’ingresso e l’uscita dell’operazione.
Chi acquista credit default swap sui Titoli di Stato scommette sulle difficoltà del Paese di assolvere agli obblighi verso gli investitori sul debito pubblico.
Un credit default swap è un contratto derivato che trasferisce l’esposizione sui prodotti a reddito fisso. Gli interessi regolari per ripagare il prestito sotto forma di acquisto di un’obbligazione sono soggetti alle incertezze dell’emittente per tutto il periodo della sottoscrizione.
Gli effetti e le applicazioni sui Titoli di Stato
I titoli di debito come quelli sovrani, hanno spesso scadenze lunghe e rendendo difficile se non impossibile per gli investitori stimare il rischio dell’investimento. Essi possono avere una vita che può arrivare a 10, 20, 30 o 50 anni. Non c’è modo di prevedere se in un arco temporale simile il debitore sarà in grado di continuare a pagare gli interessi ed eventualmente restituire parte del capitale dovuta.
Poiché l’emittente del debito non può garantire che sarà in grado di rimborsare il premio, l’investitore si assume il rischio in cambio degli interessi. L’acquirente può comunque cercare di proteggersi da questa possibilità acquistando un Credit default swap per trasferire il rischio a un altro investitore, che si accollerà il pagamento nel caso in cui l’emittente del debito non adempia ai suoi obblighi.
Il rischio di credito non viene eliminato ma spostato sul venditore del CDS. È facilmente intuibile come, dato che questi titoli sono acquistabili anche da chi non detiene l’obbligazione, tra cui i Titoli di Stato, si possa formare facilmente un interesse contrario all’emittente. In parole povere chi non ha titoli di debito ma solo i CDS non ha interesse a evitarne il deprezzamento e anzi può scommettere sul fallimento dell’emittente sia essa un’azienda o uno Stato.
In questo modo sono costantemente minacciate la sovranità e la democrazia degli Stati solo per far guadagnare gli investitori sul piano finanziario. La montagna di questi titoli ha raggiunto nel mondo la cifra record di 620 mila miliardi di dollari: si tratta di una cifra paradossale perché supera di sei volte il PIL mondiale.