Il mondiale di F1 targato 2022 ha visto la Ferrari tornare protagonista, e questo ha portato la Mercedes ad accusarla. Ecco di cosa.
Manca un mese alle presentazioni delle nuove F1 targate 2023, le vetture che saranno dirette evoluzioni di quelle viste sino a poche settimane fa. La Red Bull si presenterà al via della nuova stagione con i galloni di grandi favorita, ma la Ferrari e la Mercedes non hanno alcuna intenzione di restare a guardare.
La Scuderia modenese, dopo l’ennesima rivoluzione interna, sta preparando un’auto (nome di progetto 675), che pare aver entusiasmato gli ingegneri in base ai risultati delle simulazioni, ma sappiamo che a far la differenza deve poi essere la pista. Le parole, in questo sport, contano sino ad un certo punto, ed il Cavallino sa di non avere molto più tempo da perdere prima di tornare a vincere un titolo.
Il digiuno dal vertice della F1 dura da troppo tempo, così come il dominio incontrastato di Red Bull e Mercedes. Dal 2010 in avanti, soltanto queste due squadre si sono alternate sul trono della massima formula, senza dare scampo agli avversari. Team storici come McLaren e Williams non vincono da una vita e sono man mano spariti dai radar, una grande amarezza per tutti gli appassionati considerando ciò che hanno dato a questo sport. La speranza è quella di rivederle presto al top, ma conoscendo il modo in cui è cambiata la categoria di riferimento del motorsport sappiamo che è quasi impossibile.
Nel frattempo, in avvicinamento alla nuova stagione, è bene ripercorrere un episodio del 2022 poco approfondito, ma che rende bene l’idea della potenza Mercedes su questo sport. Pensare di battere il team di Brackley e la Red Bull significa sconfiggerli anche sul fronte politico, cosa, forse, ancor più complicata rispetto ad una vittoria vera e propria, ottenuta sul campo di battaglia.
F1, la Mercedes e quell’accusa alla Ferrari che spaventa
La Ferrari è stata la F1 ad effetto suolo più veloce per parecchio tempo nel corso del 2022, almeno sino al GP di Francia, tranne qualche eccezione. La Rossa non è però riuscita a concretizzare la grande competitività di questa vettura, a causa di clamorosi errori strategici, dei problemi di affidabilità ed anche di qualche svarione dei piloti.
Un episodio curioso è avvenuto al Gran Premio d’Austria, dominato da Charles Leclerc e che si sarebbe anche potuto concludere con una doppietta. Purtroppo, a 15 giri .dalla fine, sulla Rossa di Carlos Sainz è letteralmente esplosa la power unit, andata in fiamme nel momento in cui stava sverniciando la Red Bull di Max Verstappen.
In seguito, l’olandese è incredibilmente tornato in lotta per la vittoria, a causa di un particolare problema che ha colpito la vettura di Leclerc. Il monegasco, che conduceva sereno, ha iniziato a lamentarsi di un problema all’acceleratore, che secondo i dati rimaneva premuto al 20%, non garantendo al pilota di poter frenare con la massima tranquillità , dal momento che il gas rimaneva aperto anche se in minima parte.
Ciò ha costretto Charles a soffrire e non poco nella fase finale della corsa, per poi riuscire comunque a portare a casa una vittoria molto importante, anche se poi tutto si è rivelato inutile visto lo strapotere Red Bull esploso da quel momento in poi. La fine dei sogni di Leclerc si è registrata due settimane dopo in Francia, a causa di un suo errore che lo ha portato a sbattere mentre era in testa alla corsa.
Proprio in quei giorni, la Mercedes, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe avanzato dei sospetti clamorosi contro la Rossa, affermando che i due piloti stessero guidando con un acceleratore irregolare. Inizialmente, sembrava che il team di Brackley potesse addirittura rivolgersi alla FIA per presentare un reclamo ufficiale, ma alla fine non se n’è fatto nulla, almeno per ciò che è stato reso noto.
La F1 è uno sport dove la politica la fa da padrona, e quando un team si affaccia tra i migliori, viene subito colpito dai più forti che cercano di trovare qualche irregolarità nel progetto. La Ferrari non è nuova a queste situazioni, visti i controlli che dovette subire nel biennio 2018-2019 sulla power unit, sino all’accordo segreto di inizio 2020 che costrinse la Rossa a due anni di inferno.
Il 2023 potrebbe essere uno dei campionati più interessanti degli ultimi anni, a patto che la politica e le discussioni restino fuori dai piedi. Il Circus ha bisogno di un campionato pulito e divertente, in cui emerga il più forte senza polemiche o veleni. Questo è un auspicio che ripetiamo da anni, ma che resta sempre più spesso inascoltato.