Case green con zero emissioni, arriva la direttiva UE che imporrà ristrutturazioni e sanzioni a chi non si adegua

E’ quasi pronta una direttiva ad hoc dell’Unione Europea che vuole contribuire in modo significativo all’obiettivo ‘zero emissioni’. Per conseguirlo le ristrutturazioni dovranno essere all’insegna dell’efficientamento energetico e del contrasto all’inquinamento.

La lotta all’inquinamento e alle sue fonti è sempre più nel vivo, se consideriamo che saranno previste multe contro chi non effettuerà ristrutturazioni in chiave ‘green’ nelle abitazioni.

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D’altronde anche questo è un obiettivo su cui Bruxelles ha inteso puntare moltissimo di qui in avanti: non una semplice raccomandazione, ma un vero e proprio obbligo di dotarsi di un’abitazione a zero emissioni.

Con queste ultime parole intendiamo fare riferimento, in linea generale, ad un prodotto o un servizio o anche ad un evento le cui emissioni di CO2 e di gas serra corrispondono a zero, non contribuendo perciò al riscaldamento climatico del pianeta.

Se le emissioni zero hanno ha chiaramente una grande importanza ai fini della tutela della vita nel pianeta, che cosa significa esattamente svolgere la ristrutturazione della propria abitazione secondo un’ottica green? E che cosa richiede in concreto l’Europa da questo punto di vista? Cerchiamo di fare chiarezza di seguito, nel corso di questo articolo.

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Zero emissioni, la UE e la direttiva europea sull’efficientamento energetico: il contesto di riferimento

Non vi sono dubbi a riguardo: le case dovranno essere a zero emissioni, con la precisazione che i beni immobili che non si adegueranno subiranno sanzioni, ancora da dettagliare, ma non solo: in vista vi sarebbe anche una consistente perdita di valore in considerazione dell’assenza dei requisiti ‘green’ nell’immobile stesso.

Giorno clou, per questi temi, sarà il prossimo martedì 24 gennaio, data nella quale la nuova direttiva europea sull’efficientamento energetico degli immobili, salvo improbabili rinvii dell’ultimo minuto, dovrebbe essere approvata dalla Commissione energia del Parlamento europeo. L’intenzione è quella di vararla definitivamente entro la fine della stagione invernale, in modo da indicare quanto prima le nuove istruzioni da seguire obbligatoriamente.

Aprendo una breve parentesi che serve a fare chiarezza sul contesto, ricordiamo che una direttiva consiste in un atto giuridico che fissa uno scopo che tutti i paesi dell’UE devono raggiungere. Ma sarà poi compito dei singoli paesi definire per il tramite di disposizioni nazionali le modalità per conseguirlo in concreto. Un esempio è anche quello della notissima direttiva dell’UE sulla plastica monouso, che intende mirare a ridurre l’impatto di alcuni prodotti di plastica sull’ambiente, ad es. limitando oppure vietando l’uso di prodotti monouso come bicchieri e piatti.

Ebbene, tornando alla direttiva ‘zero emissioni’ che qui interessa, secondo quanto verrà varato a breve, vi sarà poco tempo per mettersi in regola in ottica green: infatti le ristrutturazioni dovranno produrre i primi risultati entro il 2030.

Le prospettive ‘green’

Siamo ai dettagli, perché il provvedimento – finora al centro di negoziati – ha ormai assunto una sua fisionomia piuttosto precisa. Infatti, la direttiva, tenuto conto delle bozze circolate finora, fisserà i seguenti punti chiave del percorso ‘green’ in tema immobiliare:

  • entro il primo gennaio del 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno conseguire almeno la classe energetica E (in cui ad es. le caldaie sono a metano):
  • nel 2033 sarà obbligatorio arrivare alla classe D;
  • nel periodo tra il 2040 e il 2050 andrà conseguito l’obiettivo delle emissioni zero, che è infatti il traguardo ultimo della direttiva di cui sopra.

Ricordiamo che, in totale, le classi energetiche degli immobili sono 7, la più green è la classe A mentre sono parte della classe G gli immobili meno efficienti dal punto di vista energetico, e che saranno così oggetto delle ristrutturazioni green per le zero emissioni. Per essere incluse in classe A le case dovranno avere serramenti con doppio vetro, cappotto termico e servirsi di fonti energetiche rinnovabili. Ovviamente predisporne una con queste caratteristiche implicherà una spesa consistente.

Come si può agevolmente notare, le novità sono estremamente rilevanti perché gli Stati membri dovranno garantire che il patrimonio edilizio sia del tutto ristrutturato in ottica green, tanto che le autorità nazionali avranno il potere di sanzionare gli inadempienti. Dicevamo sopra che alcuni dettagli debbono ancora essere chiariti e, tra essi, vi è peraltro quello sulle multe che saranno applicate. Ma manca poco tempo perché a breve avremo il testo ufficiale del provvedimento sulle ‘zero emissioni’.

Esenzioni dall’efficientamento energetico e ristrutturazione green degli immobili

Una novità rispetto agli orientamenti iniziali è che gli immobili di interesse storico, se prima erano inclusi nell’obbligo di efficientamento energetico in chiave green, ora non lo sono più. Proprio così: gli edifici storici considerati  “ufficialmente protetti”, inclusi tra i beni sottoposti a vincolo e a particolare tutela, saranno esentati dal rispetto di questi nuovi obblighi in tema di emissioni zero.

Non solo. Un’altra eccezione alla nuova regola è data dal fatto che saranno salvate dall’obbligo di efficientamento le abitazioni indipendenti che hanno una superficie al di sotto dei 50 metri quadrati. C’è infine un punto molto importante da ricordare: se è vero che la direttiva europea sulle ‘zero emissioni’ si applicherà ai vari paesi membri UE, proprio per quanto riguarda l’Italia rischia di creare alcuni problemi perché il paese è sempre stato caratterizzato da forti investimenti nel mattone e potrebbero esserci alcune oggettive difficoltà ad attuare gli obiettivi fissati da Bruxelles in tempi ragionevolmente rapidi.

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