Al momento l’Italia sconta positivamente l’azione di Governo con i Titoli di Stato come BTP che riducono il differenziale con gli omologhi tedeschi. Lo spread attuale si inserisce in un contesto di temporanea distensione della situazione internazionale.
Cosa può accadere nei prossimi mesi sui Titoli di Stato rimane una domanda non semplice a cui rispondere in quanto la variabile della guerra in Ucraina può tornare a influire pesantemente sull’economia europea.
Di difficile soluzione l’effetto dell’interazione tra un’economia in recupero rispetto al pericolo inflattivo e i tassi di interesse che rallentano la crescita.
Tutto dipenderà dalla lettura che ne faranno gli investitori; il sentiment viene già condizionato in modo positivo tanto che sul fronte macroeconomico risulta preponderante il calo dell’inflazione piuttosto che la crescita del PIL.
Mentre nei prossimi mesi la Banca Centrale Europea proseguirà con la politica monetaria restrittiva e acquisterà meno obbligazioni con cali progressivi, in un recente sondaggio del Fiancai Times 9 economisti su 10 hanno indicato infatti l’Italia come il Paese dell’eurozona “più a rischio di un sell-off nei mercati dei titoli di Stato”.
C’è da aspettarsi un aumento degli spread nei prossimi mesi? Probabilmente per le prime variazioni durature e importanti si attenderanno i dati del primo trimestre dell’anno. l’appuntamento sul fronte macro è quindi a marzo, nel frattempo lo spread tra BTP e Bund scende sotto i 200 punti arrivando in questi giorni a 194 punti base. Il rendimento del decennale italiano sale leggermente intorno 4,186% mentre quello tedesco resta stabile al 2,22%.
Quali sono le motivazioni per il calo dello spread sui BTP?
Sul fronte macroeconomico sono stati diversi i segnali positivi compresi il calo dell’inflazione nell’eurozona e nei Paesi più importanti come Francia e Germania. La disoccupazione nell’Eurozona a novembre è risultata stabile rispetto al mese precedente e in calo al 6%, rispetto al 6,5% di novembre 2021.
Anche in Italia il tasso di disoccupazione destagionalizzato cala a novembre al 7,8 per cento, rispetto al 7,9% di ottobre e in forte diminuzione rispetto al 9% del novembre 2021.
Mentre l’inflazione rimane alta al centro dell’attenzione il bicchiere mezzo pieno delle condizioni generali si sconta anche in borsa. A Piazza Affari salgono, Tim, Unicredit, Mediolanum, Ferrari e Stellantis. Sul resto del listino vola invece Mps con un +10,79%. Luigi Lovaglio, CEO della banca ha dichiarato in un’intervista che ormai l’istituto non è più un “problema sistemico” per l’Italia.
Il peso della responsabilità politica sull’aumento dei rendimenti sui BTP e le soluzioni dell’UE
Il motivo per cui gli economisti danno una larga possibilità di rialzo dello spread sui Titoli di Stato italiani è l’incremento del debito pubblico che si associa quest’anno a un margine di manovra finanziaria estremamente risicato. L’impatto sui BTP sarà quindi soprattutto da attribuirsi alla responsabilità politica e alle reazioni che il Governo avrà rispetto ai possibili eventi imprevisti.
l’Italia con un rapporto debito pil tra i più alti del mondo resta il soggetto maggiormente sotto attenzione. I rendimenti dei Btp e quindi gli interessi sul debito sono tornati sui livelli del 2012, quando il debito/PIL era intorno al 120%.
Cosa può accadere in caso di una vendita generale sui Titoli di Stato nei prossimi mesi? Nonostante i Btp sono tornati a pagare rendimenti interessanti, gli investitori sono attenti a qualsiasi movente possa scatenare un crollo delle quotazioni soprattutto sui Titoli con una breve scadenza.
Questi rimangono i più volatili e anche per questo quelli con maggiori rendimenti, rimanendo i preferiti per gli investitori al dettaglio e piccoli risparmiatori. Il problema della sostenibilità del debito si pone maggiormente nelle fasi di contrazione economica; vengono per queste preferite in questo periodo posizioni su Titoli con scadenze da 2 a 5 anni.
Detto questo bisogna tenere in considerazione anche che in casi estremi la Bce è pronta a intervenire tramite il Transmission Protection Instrument, lo scudo anti-spread pensato per proteggere gli investitori e i Paesi da ingiustificate dinamiche speculative. Si tratta di un elemento a favore di chi mantiene un sentiment positivo e rimane investito con un’ottica di lungo periodo.
Nuove emissioni BTP a lungo termine: ecco la prospettiva del MEF
La domanda a cui nessun investitore può dare una risposta è fino a quanto è giustificato mantenere una simile prospettiva, soprattutto al manifestarsi del bisogno di liquidità generale del sistema. Non si pone la domanda per ora il MEF che continua a emettere nuove emissioni con buoni risultati.
Nel pomeriggio di ieri, il Ministero di economia e finanze ha annunciato infatti il collocamento di un nuovo BTp a 20 anni. Il nuovo BTp a 20 anni avrà scadenza 1° settembre 2043 decennio in cui solo altri due bond andranno in scadenza e più precisamente nel 2041.
L’asta verrà conclusa possibilmente entro la giornata di oggi. Secondo quanto notificato dal Ministero all’asta del 12 gennaio non ci saranno emissioni di Titoli di Stato di durata superiore ai 10 anni.