Le pensioni sono tra i temi cardine di questa legislatura: difficile pensare a una risoluzione del dibattito nel breve termine, mancano le risorse economiche per pianificare una riforma sostanziale e comprensiva delle necessità reali del Paese.
Il 19 dicembre è convocato il primo tavolo attorno a cui si discuterà del tema. L’obbiettivo è attivare un confronto ampio e articolato coinvolgendo tutti gli attori sociali e istituzionali per poi arrivare a un percorso di riforma.
Il tema delle riforme all’ordine del giorno del vertice convocato a palazzo Chigi. Il tentativo delle parti è tentare una sintesi che riesca a mantenere il buon rapporto almeno all’interno della maggioranza.
Mentre il presidente del Consiglio Meloni ripete che non va lasciato nessuno indietro, la convocazione al vertice di Salvini, è la prova che Fratelli d’Italia vuole portare avanti parallelamente autonomia e presidenzialismo. Sul modello da mettere sul tavolo tutto è ancora da decidere.
Il resto da decidere riguarda il confronto con Bruxelles sul Pnrr e gli emendamenti da inserire al decreto Milleproroghe i cui termini scadranno proprio il 19 gennaio.
Fare chiarezza tra previdenza pubblica per mettere fine all’assistenzialismo
Per quanto riguarda le pensioni non sono sufficienti le direzioni sostenute dalla maggioranza; è importante aggiustare il tiro rispetto alle parti coinvolte. Si rischia diversamente di creare una legge che non supera la vita dell’attuale Governo. Per arrivare a una riforma delle pensioni di questo tipo servono secondo il ministro del Lavoro almeno 5 o 6 mesi.
Si apre la strada, intanto, sul miglioramento del reddito di cittadinanza: si lavora per renderlo oltre che più economico anche più efficiente, con maggiori operatori e come si è visto finora requisiti più stringenti.
Secondo il ministro del lavoro Marina Elvira Calderone, “bisogna fare chiarezza su ciò che è previdenza e ciò che è assistenza” separando l’importanza e i finanziamenti delle due gestioni. In particolare, è importante ricostituire il processo per una corretta verifica della spesa previdenziale.
La nuova riforma delle pensioni deve essere incentrata sul tema della flessibilità: cosa è necessario fare?
I temi indispensabili per guardare al futuro con tranquillità è mettere fine agli interventi per tamponare i problemi economici degli italiani. Si tratta di un impegno importante con interventi strutturali e progressivi sul mercato del lavoro; quindi, delle pensioni e infine sull’assistenza a chi rischia di rimanere escluso.
È importante mettere fine anche agli interventi che vengono fatti ogni anno in finanziaria per evitare la legge Fornero. La nuova riforma delle pensioni deve essere incentrata sul tema della flessibilità – ha proseguito Calderone, tenendo conto delle condizioni sia oggettive che soggettive del lavoratore.
Per il momento con la nuova Manovra finanziaria è stato introdotto un ulteriore strumento di pensione anticipata; si tratta di Quota 103 che permette la pensione con 62 anni di età e 41 anni di contribuzione. Il requisito è da maturare entro il 31 dicembre 2023. Potranno, dunque, fruirne i soggetti nati entro il 31 dicembre 1961.
Chi avesse già i requisiti, può smettere di lavorare il 1° aprile 2023 o il 1° agosto 2023 a seconda che sia un lavoratore del settore privato o pubblico. Permane, infine, il divieto di cumulo di reddito da lavoro e pensione, fino ai 67 anni di età, possibile con redditi di lavoro autonomo di natura occasionale, non eccedenti i 5 mila euro lordi annui.