Un altro duro colpo per la nostra salute: a quanto pare, la carne allo stato crudo e le salsicce presentano una sostanza pericolosa!
Bisogna sempre porre grande attenzione verso quello che mangiamo e cercare di informaci il più possibile sullo stesso. A quanto pare, infatti, anche ciò che ci piace può essere fatale.
Possiamo dire come in Italia, la maggior parte delle persone continui a mangiare la carne. Certo, esistono i vegetariani ed i vegani, ma rappresentano una piccola percentuale della popolazione. Detto questo, in molti vanno pazzi per la carne cruda già confezionata e pronta da mangiare, e cioè gli affettati. Ma lo stesso discorso vale anche per le salsicce, una tipologia di carne che è la regina di tutte le scampagnate e grigliate con gli amici o in famiglia.
In generale, sappiamo quanta troppa carne rossa faccia male, e, infatti, se ne consiglia sempre di mangiare di meno durante la settimana. Anzi, l’ideale sarebbe mangiare quanto più pesce possibile e anche un po’ di carne bianca non guasterebbe. Ma, a quanto pare, gli affettati e le salsicce avrebbero al loro interno una componente che li rende ancora più pericolosi per la nostra salute. Per quanto, spesso e volentieri, la carne rossa sia associata al tumore, una nuova ricerca ha fatto luce su un’altra questione.
Insomma, non bisogna mai sottovalutare questa tipologia di alimento, anche perché un abuso potrebbe comportare ulteriori problemi. Restiamo nel mondo della cucina, prima, però, di procedere con la descrizione della notizia. In particolare, vogliamo segnalare quali siano le migliori macchinette da caffè del 2023. Oppure, nessuno lo sa, ma l’aglio è l’alleato numero uno per le piante dei nostri giardini e dei nostri orti. Detto questo, possiamo procedere.
Salsicce e affettati, un importante studio svela l’altra faccia del pericolo alimentare
Senza girarci troppo intorno, possiamo dire che sia gli affettati che le salsicce presentano al loro interno dei conservati in grado di provocare il diabete di tipo 2. In particolare, stiamo parlando di alcuni additivi conosciuti come nitriti che portano ad una situazione del genere.
Questo è, in maniera molto sintetizzata, quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Medicine. Facciamo riferimento a una rivista medica di tipo settimanale la quale si occupa, appunto, di tutto ciò che riguarda le scienze mediche.
Per conoscere meglio i nitriti, sappiamo che gli stessi vengono utilizzati nell’ambito dell’industria alimentare perché permettono di far durare più a lungo la conservazione degli alimenti. Anzi, per capirci meglio di cosa stiamo palando, quando compriamo delle salsicce oppure degli affettati, e ci sembrano così colorati e saporiti, è proprio per via dei nitriti!
Sembra strano, ma, a quanto pare, quanto più l’alimento risulta essere rosa e saporito, più ha al suo interno una quantità maggiore di nitriti. Dunque, è sbagliato pensare queste due caratteristiche come i sinonimi della qualità della carne.
Cosa dice la ricerca scientifica condotta
Lo studio pubblicato sulla rivista poco prima citata, ha origine nel lontano 2009 e, dunque, ha impiegato un bel po’ di anni. Il gruppo di ricercatori ha preso in considerazione la bellezza di 104,168 dati di persone che avevano superato i quattordici anni. Inoltre, per essere ancora più precisi, lo studio si è svolto in Francia.
Tutti coloro che hanno fatto parte del gruppo da studiare hanno deciso spontaneamente di essere i protagonisti di una simile indagine. Quindi, non solo non sono stati costretti, ma hanno dato importanti informazioni anche sul loro vissuto. Dunque, parliamo dello stile di vita che si svolgeva, della dieta che si seguiva e di altri aspetti importanti della loro quotidianità.
Stando a quanto riportato all’interno dello studio, è emerso che alcuni di loro, potevano più probabilità di ammalarsi di diabete di tipo 2 per via della presenza dei nitriti.
Le informazioni presenti nell’ articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi.