Micoren e flebo, ma anche pillole misteriose e trattamenti dopanti: gli ex calciatori “tirano fuori tutto” e ciò che emerge è inquietante.
Dopo la dolorosa scomparsa di Gianluca Vialli e delle affermazioni del presidente della Lazio, Claudio Lotito, adesso si è scoperchiato un Vaso di Pandora.
Gli ex calciatori che avevano conosciuto in campo e nella vita privata Vialli, adesso temono che dietro la sua malattia possa esserci l’abuso di sostanze dopanti. Sostanze assunte negli anni ’80 da tantissimi di loro. C’è tanta paura nelle dichiarazioni di alcuni dei nomi più famosi, come Dino Baggio, Massimo Brambati o Florin Raducioiu.
Ma quali sono le sostanze che potrebbero aver compromesso gravemente la salute dei giocatori? In ballo ce ne sono diverse. Adesso, lo ricordiamo, sono vietate dalle normative antidoping, ma all’epoca dei fatti erano considerate legali.
Micoren e flebo, pasticche e gli orrori farmacologici nel mondo del Calcio, ecco cosa dovevano assumere i giocatori
Al momento non si può stabilire con certezza quali siano le cause che hanno fatto ammalare gravemente ex calciatori e noti personaggi dello sport. Di certo c’è che fisici atletici e tenuti sotto osservazione dovrebbero essere a minor rischio di SLA, Infarti o Tumori. E invece i numeri sono davvero impressionanti: decine di ex giocatori, negli ultimi anni, sono deceduti proprio a causa delle suddette malattie.
Qualcosa non quadra e la scomparsa dell’amatissimo Gianluca Vialli ha forse innescato uno “strappo” nell’animo dei suoi compagni, che ora hanno paura. Sappiamo tutti che nello sport, purtroppo, esistono fenomeni di doping. E ricordiamo che alcune sostanze che oggi sono vietate non lo erano negli anni ’80. Ma ciò che è più inquietante e terribile è che gli sportivi non sapevano affatto cosa stavano assumendo. Semplicemente si fidavano degli allenatori e degli specialisti che li seguivano.
Le dichiarazioni degli ex giocatori
Adesso emergono particolari terrificanti. Alcuni giocatori prendevano regolarmente il Micoren, un farmaco solitamente usato su persone che hanno problemi respiratori, di asma o pressione bassa. In organismi sani, però, serviva a “spezzare il fiato”, ovvero ad avere il 100% di ossigeno subito disponibile, per ottimizzare e aumentare le performance.
Massimo Brambati, in una recente comparsa in televisione, ha affermato che assumeva l’Anemina: si tratta di una sostanza non dopante, ma l’atleta afferma che gli causava un effetto “eccitante e inibitore del dolore e della fatica“.
Le parole di Florin Raducioiu sono ancora più preoccupanti: l’ex giocatore ricorda che gli venivano somministrate delle flebo con un liquido di colore rosa. Credeva che fossero vitamine e invece chissà quali sostanze erano. Impossibile, purtroppo, risalire alla verità dopo così tanti anni.
Ulteriori sospetti, però, vanno verso le sostanze usate in campo, e più precisamente nel manto erboso. Il timore di alcuni atleti è che erbicidi o altri elementi chimici utili all’erba siano stati inalati durante le partite. Causando, nel corso del tempo, le terribili malattie.
Non sappiamo dove questa indagine arriverà, ma di certo è necessario mettere un punto e capire chi abbia sbagliato e se c’è stata intenzionalità. Soprattutto, dovranno essere presi provvedimenti per tutelare la salute di chi attualmente svolge il ruolo di giocatore di calcio.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)