In un solo caso la ricetta medica è valida fuori regione e può dunque essere utilizzata. Vediamo qual è e chiariamo alcuni interessanti aspetti in materia di ricetta medica. I dettagli.
Tutti abbiamo già sentito parlare delle cosiddette ricette mediche, ovvero quei documenti scritti e redatti da un medico, che permettono al paziente di conseguire dal farmacista la consegna dei medicinali, che vi sono indicati e che richiedono una prescrizione medica.
La ricetta medica permette altresì al paziente di prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici.
Ebbene, nel corso di questo articolo intendiamo rispondere ad un quesito che potrebbero porsi non poche persone: la ricetta medica è valida fuori Regione oppure no? Ovvero si può utilizzare la prescrizione medica, emessa in una differente regione o provincia? Chiariremo qual è la risposta corretta, non prima però di averti ricordato la distinzione tra prescrizioni mediche, ovvero quella tra ricetta bianca e ricetta rossa. I dettagli.
Ricetta medica: una essenziale distinzione tra prescrizioni del dottore
Come si può facilmente notare, per una grande pluralità di situazioni pratiche la ricetta medica si rivela indispensabile. Infatti nel nostro paese non è possibile andare in farmacia e comprare medicine senza la prescrizione del dottore, o comunque l’acquisto è da considerarsi libero soltanto per i quelli che sono chiamati “farmaci da banco”, vale a dire medicinali mirati al trattamento di disturbi di relativa importanza e di lieve entità. Si tratta cioè di quelle problematiche alla salute la cui valutazione dei sintomi può essere effettuata dal paziente stesso sulla scorta delle proprie esperienze. Proprio per questo non abbisognano di ricetta medica.
Ricordiamo anche che esistono due principali tipi di ricette comunemente usati, le vediamo di seguito.
Ricetta rossa
La ricetta rossa, o rosa o anche elettronica, redatta sul ricettario regionale, per i medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Essa vale anche con riferimento alle prestazioni medico-sanitarie sempre a carico del SSN.
Detta prescrizione medica è scritta sul ricettario regionale ed è definita così per il colore rosso dei bordi dei campi che il dottore compila. E’ usata solo per prescrivere i farmaci rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), inclusi nella Fascia A. Quest’ultima include i farmaci essenziali e per le malattie croniche la cui spesa è a carico dello Stato. In termini pratici ciò vuol dire che i medicinali che fanno parte di questa fascia sono gratis anche se, in base alle varie normative regionali, può essere previsto un ticket di compartecipazione alla spesa, il cui costo grava sul singolo cittadino.
La “ricetta rossa” può essere redatta solo dai medici dipendenti di strutture pubbliche o convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, in via esclusiva nell’ambito dell’esercizio della loro attività di medici del Servizio sanitario nazionale.
La “ricetta rossa” ha una validità di soli 30 giorni dal giorno di compilazione, visibile nella ricetta.
Abbiamo detto sopra che la ricetta rossa può anche essere elettronica, o dematerializzata, ed è quella prescrizione emessa dal medico in formato digitale e non cartaceo. Ciò ci servirà tra poco a chiarire il quesito iniziale.
Ricetta bianca
La ricetta bianca, redatta sul ricettario personale del medico, per i farmaci con costo tutto a carico del cittadino che ne ha bisogno. Sono i cosiddetti farmaci ‘non mutuabili’. Detta prescrizione medica di solito riguarda farmaci (appartenenti alla cosiddetta “fascia C”) sfruttati per il trattamento di disturbi e patologie di lieve entità. La ricetta bianca è redatta sul ricettario personale del dottore, a mano oppure tramite pc.
Anche la ricetta bianca ha una validità definita nel tempo e in particolare non maggiore dei sei mesi a partire dalla data di compilazione, visibile sulla prescrizione stessa.
Come abbiamo accennato in apertura, può aversi il caso in cui il cittadino si chiede della possibilità di utilizzare la ricetta medica fuori regione. E’ la situazione tipica nella quale un medico di base abbia segnato un farmaco che occorre somministrare quanto prima al paziente. Il punto è però che le farmacie del proprio Comune ne sono sprovviste, con la conseguenza che per poterlo usare è necessario andare fuori provincia o anche fuori regione.
Sono proprio quelle circostanze in cui ci si chiede se, in un’ipotesi del genere, la prescrizione medica può essere utilizzata anche altrove, ovvero fuori Regione. La risposta al quesito è positiva, ma solo in un caso. Vediamo quale.
Ricetta medica: ecco il caso in cui si può utilizzare in una regione diversa
L’interessato può usare la ricetta medica emessa in un’altra regione nel caso in cui sia una ricetta elettronica o dematerializzata, ovvero non cartacea ma compilata su apparecchio informatico. Proprio così: a differenza di quella cartacea, la ricetta elettronica consente di ritirare i farmaci in ogni regione, senza versare il costo completo del medicinale ma piuttosto il ticket.
Nelle ipotesi nelle quali vi siano problemi tecnico-informatici e la ricetta elettronica non fosse disponibile, non vi sono comunque ostacoli per il paziente. Quest’ultimo infatti potrà ritirare i farmaci prescritti usando il promemoria cartaceo stampato dal dottore. Attenzione però, perché in queste circostanze il farmacista è obbligato a far valere il ticket previsto dalla regione in cui lavora e non quello applicato dalla regione di residenza del paziente cui la ricetta si collega.