Approfondiamo Quota 41, lo scivolo pensionistico dedicato ai precoci che appartengono ad una categoria dell’APE Sociale. Tra queste anche chi risulta addetto a lavori gravosi.
Due concetti chiavi che consentiranno di andare in pensione con il solo requisito contributivo eliminando quello anagrafico.
I precoci sono i lavoratori che hanno maturato almeno un anno di contribuzione prima del compimento dei 19 anni e appartengono ad una delle quattro categorie dell’APE Sociale. Parliamo degli invalidi al 74%, dei disoccupati, dei caregiver da almeno sei mese e degli addetti ai lavori gravosi. Quest’ultimi sono soggetti che hanno svolto occupazioni particolarmente difficili e rischiose. Possono godere di agevolazioni specifiche che nel tempo sono diventate sempre più corpose. Precoci e addetti a mansioni gravose possono, per esempio, andare in pensione con Quota 41 nella sua formulazione classica. La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha introdotto un nuovo scivolo che prevede il raggiungimento di una Quota 41 – 62 anni di età e 41 anni di contribuzione – ma per le categorie citate continua a non essere determinante il requisito anagrafico. Sono altre le condizioni da rispettare.
Dopo aver definito il quadro generale entriamo nel dettagli della forma di pensionamento loro dedicato.
Quota 41 per gli addetti alle mansioni gravose, i requisiti
Aver maturato 41 anni di contribuzione è sufficiente per andare in pensione se si rientra tra i lavoratori che hanno svolto mansioni gravose. A definire l’appartenenza a questa categoria la Legge 232 del 2016. Nel 2017 i lavori gravosi erano solamente undici ossia
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici,
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni,
- conciatori di pelli e pellicce,
- conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante,
- conduttori di mezzi pesanti e camion,
- personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni,
- addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza,
- insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido,
- facchini, addetti allo spostamento delle merci e assimilati,
- personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia,
- operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
I lavoratori appartenenti a queste categoria possono andare in pensione con l’APE Sociale – 63 anni di età e 36 anni di contributi – oppure optando per la pensione per i precoci con 41 anni di contribuzione maturata. Successivamente, nel 2018, sono state aggiunte altre quattro mansioni alla lista. Parliamo degli
- operai dell’agricoltura, zootecnica e pesca,
- pescatori della pesca costiera in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative,
- siderurgici di prima o seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già compresi tra i lavori usuranti,
- marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e acque interne.
Nuove categorie, nuove direttive
Con l’inserimento di ulteriori quattro categorie le mansioni gravose sono diventate quindici. La Legge di riferimento – 205/207 – ha introdotto, poi, un’ulteriore direttiva. Chi ha svolto una delle suddette attività per almeno sette anni degli ultimi dieci prima del pensionamento è esente dall’adeguamento alla speranza di vita introdotto il 1° gennaio 2019. Condizione necessaria il possesso minimo di trent’anni di contributi e non essere titolare dell’APE Sociale.
Le quindici categorie elencate, dunque, possono accedere alla pensione per precoci oppure dell’APE Sociale nonché della dispensa dall’adeguamento alla speranza di vita. Le categorie aggiunte successivamente, invece, possono approfittare dell’APE Sociale. Dal 1° gennaio 2022 rientrano tra i lavoratori che svolgono mansioni gravose:
- professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate,
- tecnici della salute,
- addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate,
- professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali,
- operatori della cura estetica,
- professioni qualificate nei servizi personali e assimilati,
- artigiani, operai specializzati e agricoltori,
- conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento di minerali,
- operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli,
- conduttori di forni e altri impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta,
- operatori di macchinari e impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica,
- conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore per il recupero dei rifiuti e il trattamento e la distribuzione delle acque,
- conduttori di forni e analoghi impianti per trattamento termico dei minerali,
- operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio,
- conduttori di mulini e impastatrici,
- operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare,
- conduttori di veicoli, macchinari mobili e di sollevamento,
- personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci,
- personale non qualificato nei servizi di pulizia uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli,
- portantini e professioni assimilate,
- professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca,
- professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Il beneficio di queste nuove categorie, come detto, è l’APE Sociale a condizione che si siano maturati contributi negli ultimi sei anni di sette o sette anni di dieci prima del pensionamento. Gli anni di contributi solo per gli operai edili sono 32. Inoltre è possibile approfittare della riduzione contributiva – se lavoratrici – di un anno per ogni figlio (massimo due anni).
Puntualizzazione per i precoci
La Legge di Bilancio 2017 ha introdotto la pensione per i precoci consentendo a chi ha maturato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni di andare in pensione con Quota 41. Condizione necessaria l’appartenenza ad una categoria dell’APE Sociale. I lavoratori addetti alle mansioni gravose secondo la distinzione prima elaborata possono, dunque, lasciare il lavoro al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione se precoci.
Un dettaglio fondamentale è che non sono previste penalizzazioni sull’assegno scegliendo Quota 41. Occorre solamente considerare che la finestra mobile applicata è di tre mesi e che si sono delle differenze sulla decorrenza del trattamento a secondo per chi soddisfa i requisiti di Quota 41 usando il cumulo dei periodi assicurativi.
Nello specifico, per chi perfeziona i requisiti dal 1° gennaio la decorrenza scatterà dopo tre mesi dalla maturazione degli stessi. Chi li perfeziona grazie ai periodi assicurativi conseguirà la pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra. I precoci possono, ribadiamo, approfittare dell’esonero dall’adeguamento della speranza di vita (bloccato fino al 2026).
Come inoltrare domanda di pensionamento
Voler accedere alla pensione per precoci da lavoratori delle mansioni gravose significa dover ottenere il riconoscimento del diritto presentando richiesta all’INPS entro il 1° marzo dell’anno corrente. Le domande possono essere inoltrate successivamente ed entro il 30 novembre verranno soddisfatte solo se rimarranno risorse finanziarie residue. Il tempismo, dunque, è fondamentale.
Una volta accordato il riconoscimento del diritto, il lavoratore potrà inoltrare richiesta di pensionamento accedendo ai canali ufficiali dell’ente della previdenza sociale. La richiesta potrà avvenire online sul sito dell’INPS (accedendo tramite credenziali digitali), chiamando il Contact Center (803 164 da fisso o 06 164 164 da mobile) oppure lasciandosi aiutare da CAF e Patronati.