Da quest’anno, il Reddito di Cittadinanza ha subito delle modifiche, con l’inserimento di numerose restrizioni. In cosa consistono?
Come promesso in campagna elettorale, il Governo Meloni ha modificato la disciplina normativa del RdC.
Con la Legge di Bilancio 2023, infatti, sono cambiati i presupposti per continuare a beneficiare della misura di sostegno al reddito. Vediamo, quindi, quali sono le nuove condizioni richieste ed analizziamo un interessante quesito inviato da un Lettore.
Non perdere il seguente approfondimento: “Reddito di Cittadinanza: incredibile quello che potrà accadere nei prossimi 2 anni“.
Dimissioni volontarie: il Reddito di Cittadinanza si interrompe?
Un nostro Lettore ha posto tale quesito:
“Salve, contatto la Redazione perché vorrei sapere cosa succede se presento le dimissioni volontarie e quali conseguenze hanno sul Reddito di Cittadinanza. Grazie mille.”
Il dubbio più ricorrente tra i percettori del Reddito di Cittadinanza riguarda l’eventuale perdita del sussidio, nel caso di dimissioni volontarie dal lavoro. Per rispondere alla domanda del nostro gentile Lettore, chiariamo che perde il sussidio economico solo il membro della famiglia che si è dimesso, ad eccezione dell’ipotesi di dimissioni per giusta causa.
A stabilire tale regola è la Legge n.26 del 28 marzo 2019. Precedentemente, invece, nel caso di dimissioni volontarie era l’intero nucleo familiare a perdere il Reddito di Cittadinanza. Tale modifica è giustificata dal fatto che si tratta di un sussidio finalizzato a contrastare la povertà, diretto alle famiglie che vivono in condizioni di disagio economico; non è, dunque, una misura rivolta al singolo componente.
Nell’ipotesi di dimissioni volontarie, l’ammontare del RdC, tuttavia, si riduce. In base a quanto specificato dalla Circolare INPS n. 100 del 5 luglio 2019, infatti, la cifra mensile del sussidio diminuisce di 0,4 punti del parametro della scala di equivalenza.
Reddito di Cittadinanza: tutte le novità per il prossimo biennio
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto delle importantissime modifiche alla disciplina del Reddito di Cittadinanza. Si tratta, in sostanza, di limitazioni alla fruizione del sussidio come finora concepito.
La novità più rilevante riguarda la durata del RdC, che, a partire dal 2023, sarà di 7 mesi complessivi.
Il motivo di tale riduzione è soprattutto economico. Secondo le stime, infatti, con tale manovra verranno risparmiati circa 950 milioni di euro, in attesa della messa a punto di un nuovo strumento di contrasto alla povertà, in sostituzione di quello attuale. Nel 2024, infatti, il Reddito di Cittadinanza verrà abolito definitivamente.
Ci sono, però, dei casi in cui la durata massima dell’agevolazione rimane di 18 mesi. In particolare, per le famiglie in cui sono presenti:
- minori;
- disabili;
- soggetti di età uguale o superiore a 60 anni.
Chi sono gli “occupabili” e quali sono i nuovi obblighi dei percettori?
La Legge di Bilancio prevede anche che:
- i soggetti “occupabili” (dai 18 ai 59 anni) devono svolgere, per 6 mesi, un corso di formazione o di riqualificazione professionale. In caso contrario, il nucleo familiare smette di avere diritto al sussidio economico. A tal riguardo, consulta il seguente approfondimento: “Reddito di cittadinanza 2023, formazione obbligatoria: tutto quello che bisogna sapere per non perdere il contributo“;
- i percettori dai 18 ai 29 anni, che non hanno terminato il percorso scolastico obbligatorio, possono continuare a ricevere il Reddito di Cittadinanza solo previa iscrizione e frequenza di percorsi di istruzione di primo livello;
- tutti i beneficiari del RdC devono aderire a progetti utili alla collettività promossi dal Comune di residenza;
- la prestazione non viene più erogata se l’interessato decide di non accettare la prima offerta di lavoro. A tal proposito, è stata eliminato il concetto di offerta di lavoro “congrua“.
Viene meno, inoltre, il Patto per il lavoro e di inclusione sociale, in base al quale i Centri per l’Impiego e i Servizi Sociali dei Comuni avrebbero dovuto occuparsi del reinserimento lavorativo e sociale dei percettori. Il progetto, però, non è mai stato attuato.
Gli scenari futuri
In relazione agli aspetti prettamente economici, la Manovra finanziaria stabilisce che:
- la parte del Reddito di Cittadinanza che corrisponde al canone annuo di affitto viene versata direttamente al locatore. Entro il prossimo 2 marzo, tuttavia, dovrebbe essere pubblicato un Decreto del Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali, per ulteriori specificazioni;
- nell’ipotesi di contratti di lavoro stagionale o intermittente, qualora il reddito prodotto non superi i 3 mila euro lordi, non si considera ai fini della determinazione del beneficio. I redditi maggiori di tale soglia, invece, vanno comunicati all’INPS;
- per i datori di lavoro privati che, nel corso dell’anno, assumono, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, i percettori del RdC, la legge prevede l’esenzione dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico.
Tutti gli altri aspetti relativi all’erogazione del sussidio sono rimasti inalterati.
Come già anticipato, nel 2024 è prevista l’abrogazione della norma istitutiva del Reddito di Cittadinanza. Per le famiglie più bisognose, che effettivamente sono impossibilitate a lavorare, il Governo ha anticipato l’istituzione di un nuovo strumento di lotta alla povertà. Allo stesso tempo, verranno predisposti nuovi meccanismi di sostegno all’occupazione per gli attuali beneficiari che possono svolgere attività lavorativa.
Nei prossimi mesi, dunque, sono attesi nuovi interventi legislativi.
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.