Alcuni studi hanno compreso come si manifestano i sintomi della Cefalea a Grappolo nei soggetti maschili e femminili: le differenze.
Negli ultimi tempi la Medicina sta cambiando in meglio l’approccio verso alcune malattie, soprattutto considerando se i soggetti colpiti sono uomini o donne.
Per fortuna la Scienza va sempre avanti e migliora la prevenzione, la cura e la scelta dei percorsi migliori verso la guarigione.
Oggi molti ricercatori hanno compreso che una stessa problematica di salute “si comporta” diversamente a seconda del genere. Tra uomini e donne, insomma, c’è differenza anche nella malattia.
Sappiamo che determinati disturbi, come ad esempio la cistite, sono erroneamente accostati alle donne, mentre invece ne soffrono anche gli uomini. Idem per la cefalea, che spesso è associata alle donne mentre la ricerca ha dimostrato che è prevalentemente un problema maschile.
Ma ovviamente non è tutto “bianco o nero”, e uno studio recente ha dato ulteriore materiale alle attuali conoscenze. Lo scopo, quello di effettuare diagnosi più accurate e di conseguenza scegliere al meglio le terapie curative.
I sintomi della Cefalea a Grappolo non sono uguali per tutti: la differenza tra uomini e donne
Lo studio è pubblicato su Neurology, e ne avevamo parlato anche in un approfondimento recente. Infatti sembra che la Cefalea sia correlata anche alla comparsa di altre malattie.
Tornando alla diversità tra uomini e donne, ecco cosa hanno osservato gli esperti e a quali conclusioni sono arrivati.
I ricercatori hanno coinvolto nel loro studio 575 maschi e 299 femmine. I soggetti hanno risposto a un questionario riportando le loro informazioni cliniche e gli stili di vita. Dopo l’analisi completa dei dati è emerso quanto segue:
- le femmine soffrono maggiormente del sottotipo di cefalea a grappolo cronica rispetto ai maschi (18% contro il 9%)
- le stesse hanno utilizzato farmaci e trattamenti più spesso (60% contro il 48%).
- riguardo alla sintomatologia, le donne hanno manifestato più frequentemente rispetto agli uomini ptosi (61% contro il 47%) e irrequietezza (54% contro il 46%)
- sempre le donne avevano una familiarità con la malattia in maggior percentuale rispetto agli uomini
- alle donne si manifestano i sintomi maggiormente di giorno rispetto agli uomini, anche se poi soffrono di più d’insonnia rispetto alla platea maschile
-  infine, l’alcol agisce come fattore scatenante di più negli uomini rispetto alle donne.
Tutti questi dati serviranno ai medici ad affrontare i disagi della malattia a seconda del caso, e non più con procedure standard.
Un altro passo avanti, dunque, nel riconoscimento di malattia non solo come mero “attacco alla salute di una persona”, ma come condizione che può e deve essere curata a seconda del soggetto.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)