La redazione dei documenti contabili è un’operazione talvolta delicata, e oggi lo è ancor più se pensiamo ai sempre più precisi e calibrati controlli fiscali. Ma a cosa servono in concreto e chi li svolge? Ecco una sintetica panoramica.
Negli ultimi anni le norme di lotta all’evasione fiscale e alle tante piccole e grandi irregolarità messe in atto dai contribuenti, sono divenute sempre più essenziali nel favorire buoni rapporti tra la cittadinanza e il mondo delle istituzioni.
Ed in particolare le leggi in materia di fisco sono fatte di vari termini tecnici che è meglio conoscere, onde evitare possibili brutte sorprese in futuro. Pensiamo ad esempio ai cosiddetti ‘controlli fiscali‘, ovvero quei procedimenti che riguardano tutti coloro che incassano periodicamente un reddito – anche se è vero che tendenzialmente imprenditori e autonomi con partita IVA sono i soggetti che più spesso finiscono sotto la lente del Fisco.
I controlli fiscali possono essere un rischio anche per il più onesto lavoratore, che va incontro ad una svista o ad un piccolo errore di contabilità. Infatti proprio a seguito di questi controlli, ci si può trovare di fronte ad una multa o sanzione.
Vediamo allora in sintesi come inquadrare i controlli fiscali e che cosa è preferibile ricordare a riguardo. Ciò è di speciale importanza specialmente per chi è proprietario di un’impresa e ha avviato da poco un’attività. Egli infatti non dovrebbe mai dimenticare tutti gli aspetti della gestione aziendale legati al fisco. I dettagli.
Controlli fiscali: in che cosa consistono in breve e a chi si rivolgono
Dare una definizione sintetica dei controlli fiscali, senza addentrarci troppo in tecnicismi, non è così complicato. Essi infatti altro non sono che un’attività di verifica svolta dall’amministrazione finanziaria o dalla GdF allo scopo di:
- ridurre il pericolo di evasione e di frode ai danni del fisco;
- regolarizzare il versamento delle imposte da parte dei contribuenti.
Sul piano dei destinatari di questi controlli, ci riferiamo ad un’attività di verifica che attiene a tutti coloro che incassano un reddito. Perciò il riferimento va al pensionato, al lavoratore dipendente o anche al titolare di una partita IVA. Soggetti dunque obbligati alla dichiarazione annuale.
Ma è vero che gli obblighi fiscali e gli adempimenti sono molti di più per i proprietari di un’impresa, specialmente se di grosse dimensioni. Ecco perché chi ha una PMI o una realtà ancora più grande dovrebbe prestare un’attenzione ancora maggiore a rispettare le scadenze fiscali in calendario, in modo da non farsi trovare sprovvisto in caso di controlli fiscali.
Non dimentichiamo peraltro che se le partite IVA rientrano alla perfezione nelle categorie bersaglio di controlli fiscali periodici, soprattutto sui liberi professionisti, autonomi e imprenditori grava la responsabilità della gestione della parte contabile.
Insomma, i controlli fiscali assumono un’importanza tanto maggiore, quanto più consistente è la mole degli obblighi fiscali in capo al singolo. Se una persona ha un’azienda di sua proprietà, chiaramente dovrà prestare grande attenzione alla gestione fiscale, perché il rischio di errori – involontari o meno – è certamente maggiore di quello di un pensionato.
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Chi svolge i controlli fiscali in Italia?
Sgomberiamo il campo da un dubbio che sicuramente riguarda non poche persone. Chi fa i controlli fiscali nel nostro paese? Ebbene questi sono affidati a organi specifici ed operativi nel campo economico-finanziario, eccoli di seguito:
- l’Agenzia delle Entrate, che dipende in via diretta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e che si occupa proprio di monitoraggio fiscale;
- la Guardia di Finanza, vale a dire un corpo di polizia ad hoc la cui azione di indagine si focalizza su questioni fiscali e comportamenti illeciti dei contribuenti.
Interessante notare che l’Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza possono lavorare tutte e due ai controlli fiscali, e questo vuol dire che che entrambi gli organi hanno l’identica area di azione, uguali modalità e gli stessi strumenti di controllo. Piuttosto cambia meramente la parte correlata al ricalcolo successivo delle imposte, dopo l’individuazione di un’irregolarità.
In buona sostanza, la fase di rettifica e di versamento dopo i controlli fiscali è mero compito dell’Agenzia delle Entrate, mentre la Guardia di Finanza ha piuttosto un ruolo correlato all’indagine e all’ispezione. Negli ultimi anni si è peraltro intensificata l’attività di scambio di informazioni con le banche, in modo da contribuire con ancora maggior forza alla lotta all’evasione fiscale.
Un buon suggerimento per i professionisti
Abbiamo visto finora che oggi i controlli fiscali sono dietro l’angolo e chiunque può trovarsi a dover fornire chiarimenti e delucidazioni alle Entrate. Buona regola è dunque assicurarsi sempre di essere in pari col Fisco: un consiglio efficace potrebbe essere l’utilizzo di un software ad hoc, in modo da evitare sviste, errori e irregolarità anche involontarie che possano portare a pagare grosse sanzioni o addirittura a configurare un reato.
Insomma serve tutta l’accortezza possibile, sia per operazioni abituali come la dichiarazione dei redditi che per specifici documenti contabili obbligatori per legge, e che ogni imprenditore dovrebbe conoscere bene. Essi infatti sono usati come riferimento per accertare ogni possibile scorrettezza. Ecco perché un software informatico può aiutare al meglio a gestire documenti e conti dell’azienda, a tener traccia della tesoreria e dei movimenti di cassa (incassi, spese, versamenti tributari e così via).