L’INPS ha pubblicato una circolare con le istruzioni per l’applicazione del taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti.
Il cuneo fiscale è la somma delle imposte e dei contributi previdenziali che sono rilevanti sul costo del lavoro.
In pratica il cuneo fiscale è la differenza tra lo stipendio lordo e la paga netta che il lavoratore riceve. Differenza che dipende da vari fattori, come la pressione fiscale o il valore del mercato del lavoro. Secondo il Taxing Wages 2022, l’Italia ha il cuneo fiscale più altro tra tutti i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE): è infatti è pari al 46,50%. Ciò significa che per ogni 100 euro pagati dall’azienda a favore del lavoratore dipendente 45,50 euro sono impiegati per le tasse e i contributi fiscali.
Taglio cuneo fiscale: pronte le regole per l’esonero contributivo INPS
La circolare INPS numero 7 del 24 gennaio 2023 contiene tutte le indicazioni sul taglio del cuneo fiscale previsto dalla legge di Bilancio 2023 (comma 281). È dedicata ai datori di lavoro che devono applicate un esonero contributivo INPS sulla busta paga dei lavoratori dipendenti. Inoltre, la circolare INPS fornisce una serie di istruzioni per applicare il taglio del cuneo fiscale ma conferma anche che il taglio del cuneo fiscale si applica per tutte le 13 mensilità.
L’esonero contributivo a carico dei lavoratori sarà del:
- 2% per i lavoratori con stipendio fino a 35mila euro annui, ossia 2.692 euro al mese;
- 3% per i lavoratori con stipendio fino a 25mila euro annui, ossia con 1.923 euro al mese.
Inoltre, prorogata anche per il 2023 la riduzione del 2% già precedentemente in vigore a cui si aggiunge un ulteriore punto percentuale per chi riceve meno di 25mila euro annui. Quindi, l’esonero contributivo del lavoratore dipendente diventa rispettivamente del 7,19% e del 6,19%, mentre di solito nei contratti è del 9,19%.
I beneficiari e come si applica
Possono beneficiare del taglio cuneo fiscale lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, purché non abbiano rapporti di lavoro domestico. Invece, sono inclusi i contratti di apprendistato. Infine, sarà applicato sullo stipendio dal 1° gennaio al 31 gennaio 2023, ma nello specifico sulla retribuzione lorda, quindi sull’imponibile.
Però, se la retribuzione imponibile mensile sfiora i 2.692 euro il lavoratore quel mese non otterrà l’esonero (così come nei mesi in cui la soglia si alza). Al contrario, se la soglia della retribuzione è tra 1.923 e 2.692 euro spetterà l’esonero del 2%.
Per sapere se la retribuzione lorda sarà o meno “tagliata” la verifica deve essere fatta mese per mese, ovvero nel singolo mese della busta paga. Quindi, il taglio potrebbe essere per un mese ma non per un altro perché potrebbero intervenire altri elementi nella retribuzione.
Esonero sulla tredicesima
Sulla tredicesima di dicembre però si applica un’altra regola, ovvero il taglio del cuneo fiscale si applica separatamente, purché stipendio e rateo tredicesima rientrino nei limiti previsti. Ecco un esempio per capire meglio. Con una retribuzione superiore compresa tra 1.923 e 2.692 euro e un rateo tredicesimo minore o uguale a 160 euro, il lavoratore riceverà un esonero contributivo del 2% sulla retribuzione imponibile e del 3% sul rateo della tredicesima.
Come sappiamo la tredicesima può essere erogata anche mese per mese e non in totale nel mese di dicembre. Ai fini del taglio del cuneo fiscale ciò non ha importanza perché il meccanismo di calcolo è lo stesso, ovvero si opera il taglio sulla retribuzione lorda e sul rateo della tredicesima. Quindi, se quest’ultima è inferiore a 224 euro (ossia pari a 2.692 euro diviso 12) si applica una riduzione del 2%. Se, invece, è inferiore a 160 euro (ossia pari 1.923 diviso 12) l’esonero è del 3%.