Superbonus 2023. Cosa è cambiato nelle regole della maxi detrazione dell’edilizia che ha complicato non poco la vita dei privati cittadini, delle aziende delle costruzioni e delle banche? Ecco gli aggiornamenti più importanti per quanto riguarda l’anno appena iniziato.
Il Superbonus in questi mesi ha portato a non pochi problemi. Migliaia infatti le pratiche rimaste bloccate mentre i cantieri dei privati che non sono mai cominciati o i cui lavori sono stati congelati, sia per quanto riguarda le villette che per i condomini con ponteggi, sono davvero tanti.
Di mezzo ci sono appunto gli istituti di credito, ai quali i beneficiari e le aziende che fanno i lavori si erano rivolti, e che hanno mostrato finora una certa ritrosia per ciò che attiene all’accettazione della cessione del credito. Lo scenario normativo fin troppo complesso e le problematiche emerse circa le garanzie sulle tempistiche di erogazione dei fondi hanno così spinto molte banche a fare un passo di lato.
Questi i problemi degli ultimi mesi, anche se in tema di cessione crediti edilizi e Superbonus, le regole aggiornate al 2023 cercano portare un po’ di chiarezza e trasparenza in uno scenario che finora ha registrato molte criticità. Infatti, sulla scorta delle proroghe e delle nuove istruzioni 2023 di cui alla manovra, armonizzate peraltro con le novità del decreto Aiuti quater, il mercato della cessione dei crediti edilizi è attualmente un po’ più flessibile che in passato – grazi a cinque cessioni possibili e a nuove garanzie pubbliche. Vediamo più da vicino.
Superbonus: come funziona la cessione dei crediti quest’anno?
Nel tempo non sono di certo mancati i correttivi al Superbonus, un meccanismo che – secondo molti osservatori – poteva essere redatto meglio in origine, per evitare poi tanti problemi applicativi. Tra aumento dei prezzi dei materiali e, talvolta, l’impossibilità di reperimento degli stessi, le lunghe tempistiche per l’iter della cessione del credito, l’esaurimento della capacità fiscale delle banche e l’incremento di soggetti poco qualificati che hanno cercato di mettere in pratica truffe ai danni dello Stato, le difficoltà applicative del Superbonus sono state finora sotto gli occhi di tutti.
Ebbene, come sopra accennato, le ultime novità normative mirano a portare maggiore chiarezza e trasparenza nei procedimenti legati alla maxi agevolazione dell’edilizia, ed in particolare spiccano per il fatto che dallo scorso primo gennaio la detrazione Superbonus è calata dal 110 al 90% con determinate eccezioni. Ma il dibattito prosegue e nuove modifiche non sono improbabili anche nel corso di quest’anno.
Abbiamo accennato al fatto che il mercato della cessione crediti fiscali ha presentato varie difficoltà e criticità nel funzionamento del meccanismo, tanto che questo ha finito per intasare le banche. Per questo nel 2023 le cessioni possibili sono aumentate da quattro a cinque, con una cessione ulteriore a favore delle banche.
In estrema sintesi, il nuovo schema della cessione dei crediti è quello che segue:
- una cessione libera, ovvero nei confronti di chiunque;
- 3 cessioni a banche, intermediari finanziari, assicurazioni;
- una cessione da parte delle banche ai clienti con partita IVA.
Nell’ultima ipotesi citata il credito non è più cedibile e va per forza usato in compensazione.
Dal 110% al 90%, cala la portata dell’agevolazione Superbonus: le eccezioni
Come abbiamo accennato sopra, il decreto Aiuti quater ha previsto dal primo gennaio di quest’anno l’aliquota Superbonus al 90%, diminuendola rispetto al 110% applicato fino alla fine dello scorso anno. D’altronde il Governo aveva chiarito di voler intervenire sul meccanismo, rendendolo finanziariamente più sostenibile.
Attenzione però perché vi sono lavori dell’edilizia comunque agevolati con il Superbonus 110%, e ci riferiamo a quelle opere in relazione a cui:
- l’assemblea condominiale ha fatto la deliberazione ad hoc entro il 18 novembre scorso e la Cilas è stata presentata entro il 31 dicembre dello scorso anno;
- l’assemblea di condominio ha deliberato tra il 19 e il 24 novembre dello scorso anno e la Cilas è stata presentata entro il 25 novembre scorso;
- la richiesta dell’eventuale titolo abilitativo per demolizione e ricostruzione è stata fatta entro la fine dello scorso anno.
Se le tempistiche non sono state osservate, il Superbonus per le spese legati al 2023, come già evidenziato, cala al 90%,
Ulteriori regole speciali
Ma la ‘giungla’ di regole, nonostante gli aggiornamenti normativi che hanno cercato di snellire il quadro, resta. Infatti sussistono disposizioni particolari per i proprietari unici di edifici da due a quattro unità immobiliari, e ad anche per le villette – edifici unifamiliari.
In particolare abbiamo che:
- i proprietari unici di edifici da 2 a 4 unità immobiliari, ed anche le Onlus, le Odv (organizzazioni di volontariato) e le Aps (associazioni di promozione sociale), fanno valere la detrazione al 110% anche nel corso di quest’anno se la Cilas era già presentata al 25 novembre scorso. Pure in detta ipotesi l’eventuale titolo abilitativo per opere di demolizione e ricostruzione deve essere stato domandato entro il 31 dicembre scorso;
- le villette conservano il Superbonus al 110% se, in relazione ad esse, sono finiti almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre scorso. In questa ipotesi, permangono agevolate al 110% anche le opere che sono realizzati nel corso di quest’anno, fino al prossimo 31 marzo.
Inoltre, in tutti i nuovi casi, la maxi agevolazione dell’edilizia nel 2023 per le villette si applica al 90% e solo se l’immobile è la prima casa, mentre al reddito del contribuente si applicherà un meccanismo di quoziente familiare. Infine, al di fuori di quanto sopra indicato, il soggetto che sta svolgendo lavori applica l’aliquota al 110% per le spese compiute entro il 31 dicembre dello scorso anno, e l’aliquota al 90% per le spese relative a quest’anno.