Aggiornamenti interessanti per i dipendenti pubblici che, dal primo febbraio, potranno rivolgersi all’Inps per ottenere in pochi mesi il trattamento di fine rapporto o di fine servizio (TFR / TFS), invece di aspettare i tempi lunghi ordinari o di ricorrere al prestito bancario.
Novità interessanti per chi ha diritto al trattamento di fine rapporto.
Infatti a partire dal primo febbraio l’istituto di previdenza darà il via ad una sperimentazione con la quale verserà in anticipo TFR / TFS a chi ancora non lo può conseguire in forza di legge – pur avendone maturato il relativo diritto. Si tratta di una sperimentazione triennale che chiaramente intende agevolare i cittadini, con particolare riferimento a coloro che si trovano in una situazione di difficoltà economica. In verità però la novità si rivolge a tutti coloro che hanno bisogno nell’immediato di questi fondi ad hoc.
Gli ultimi aggiornamenti sono dettagliati nel recente messaggio n. 430/2023 dell’ente di previdenza. Di seguito faremo perciò alcune precisazioni, che permettono di capire come in concreto questa prestazione potrà essere assegnata. Cosa c’è da ricordare in tema di nuovo TFR anticipato dall’Inps? Vediamolo insieme.
TFR / TFS anticipato dall’Inps: fase sperimentale al via
Abbiamo detto che si tratta di una sperimentazione e, in un periodo così delicato sul fronte socio-economico come quello attuale, la notizia del TFR / TFS anticipato dall’istituto di previdenza sarà sicuramente gradita ai più. Ebbene si tratta di una fase sperimentale, che implica:
- una nuova prestazione di credito in favore degli iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali,
- i quali abbiano maturato il diritto alla liquidazione del TFR / TFS, ma non ancora esigibile in forza di legge.
Ciò è quanto si può leggere nel messaggio n. 430 / 2023 dell’istituto di previdenza. Utile ricordare anche che nel documento è indicato come il nuovo servizio possa essere richiesto dai pensionati che hanno confermato l’adesione al Fondo Credito per il periodo di pensione, ma anche da coloro che sono cessati dal servizio senza diritto al trattamento pensionistico e che, dopo un nuovo impiego, risultino iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali / Fondo Credito.
TFR / TFS anticipato dall’Inps: costi
Da febbraio i dipendenti pubblici potranno dunque fare riferimento all’Inps, in veste di finanziatore, per conseguire prima il trattamento di fine rapporto o di fine servizio (TFR / TFS) e scansare così i lunghi tempi ordinari della liquidazione (fino a otto anni dopo la pensione) o l’ipotesi prestito alla banca.
Potranno in particolare beneficiarne i dipendenti pubblici che hanno contribuito alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, i quali potranno rivolgersi all’istituto previdenziale per incassare subito (entro 6 mesi) la citata buonuscita, ma potranno farlo solo rispettando alcune condizioni. Infatti:
- chi vorrà accedere alla misura dovrà pagare all’istituto l’1% annuo a titolo d’interesse,
- e uno 0,5% una tantum per le spese (importi trattenuti sul trattamento versato). Si tratta cioè di una ritenuta dello 0,50% a titolo di ristoro per le spese di amministrazione.
Si tratta comunque di un risparmio notevole sia di tempo, che soprattutto di costi – se confrontato con quanto richiesto dalle banche (tassi anche quattro volte superiori). Anzi, non bisogna dimenticare che nel prestito bancario l’ammontare massimo finanziabile è di 45mila euro e può essere attivato soltanto a patto che il lavoratore maturi il diritto alla pensione anticipata o di vecchiaia o alle varie Quote 100, 102 o 103.
TFR / TFS anticipato dall’Inps: chi ne beneficia
Di riferimento è la delibera Inps n. 219/2022 che di fatto contiene la previsione di una nuova prestazione disponibile dal primo febbraio di quest’anno a favore di tutti gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’Inps, pensionati o che hanno cessato il rapporto di lavoro e che hanno titolo al TFR o al TFS non ancora del tutto erogato.
Interessante anche ricordare che grazie al nuovo anticipo, si può chiedere fino al 100% del TFS/TFR maturato e questo al di là della prestazione pensionistica maturata. Rispetto all’ipotesi prestito bancario, si tratta di un bel vantaggio.
Ricapitolando, l’agevolazione in oggetto vale per la generalità dei lavoratori del settore pubblico a patto che questi:
- siano in pensione ed abbiano confermato l’adesione al «Fondo Credito» per il periodo di pensione;
- siano cessati dal servizio senza aver diritto al trattamento pensionistico e, a seguito di un nuovo impiego, siano tuttora iscritti al «Fondo Credito» sempre a patto che il TFS/TFR possa essere versato.
Attenzione però perché onde verificare il rispetto delle regole del meccanismo in oggetto, occorre leggere se nel cedolino della pensione o nella busta paga compare la specifica trattenuta di finanziamento alla «gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali». Si tratta di un contributo che corrisponde allo 0,35% della retribuzione contributiva e pensionabile per i lavoratori subordinati e dello 0,15% per i pensionati.
Domande dal primo febbraio: i link di riferimento
Infine ricordiamo che, come sottolineato dall’istituto di previdenza, l’anticipo TFR / TFS può essere domandato dal primo febbraio 2023, con richiesta solo online facendo accesso all’apposita scheda prestazione che è inclusa nel sito web Inps.
Nella domanda per il TFS o nella domanda per il TFR, il richiedente dovrà peraltro specificare se intende conseguire il finanziamento per tutto l’ammontare della buonuscita o per un ammontare minore.
Il testo del messaggio Inps n. 430 del 30 gennaio scorso