La pasta italiana scarseggia sempre più, o meglio, solamente due marchi noti la fanno con il grano proveniente interamente dall’Italia.
Una scioccante realtà è quella che aleggia nei supermercati italiani. Forse non tutti sanno, quando acquistano un normalissimo pacco di pasta, cosa stanno per mettere in tavola.
Non parliamo di prodotti di scarsa qualità, e nemmeno di mancata trasparenza: in etichetta c’è scritto tutto quello che serve.
Siamo noi consumatori che probabilmente non leggiamo, e non ci informiamo adeguatamente. Ma in fondo, forse è solamente ingenuità. Fino a non molto tempo fa, ciò che mangiavamo era italiano. Adesso, coi mercati globalizzati, anche un prodotto “italiano” è fatto di ingredienti e/o materie prime che arrivano da molto lontano.
Ma perché, viene da chiedersi, dovremmo utilizzare grani australiani o di altri Paesi, se l’Italia ne produce molto e anche di qualità? Ovviamente siamo di fronte a scelte sia economiche che imposte. Noi consumatori possiamo, purtroppo, farci ben poco, ma possiamo però imparare a distinguere le etichette e dunque a scegliere con più consapevolezza.
Pasta italiana, solo 2 marche si salvano: ecco quali sono
La pasta, per noi italiani, è un’istituzione, e la portiamo in tavola spesso e volentieri. Siamo la patria della pasta, ed è giusto che amiamo i nostri prodotti tipici. Sicuramente la maggior parte delle persone preferisce consumare alimenti che provengono dai propri territori, anche se apprezza i cibi e le specialità internazionali.
Nessuno vuole demonizzare i prodotti esteri, anzi: in questo articolo però andiamo ad informare meglio i consumatori su quali siano i marchi di pasta che usano grano 100% italiano. Lo abbiamo scoperto grazie ad una delle indagini che regolarmente vengono fatte da associazioni per i consumatori, come ad esempio Altroconsumo.
Ma in fondo non c’è niente di “straordinario”, basta guardare le etichette e anche in autonomia si comprende la natura esatta dei prodotti. Prendiamo come esempio alcuni dei marchi di pasta più noti e presenti in tutti i negozi alimentari e supermercati: Barilla; De Cecco; Garofalo; Divella; Rummo; La Molisana.
- La prima buona notizia è che sulle confezioni di pasta Barilla c’è l’indicazione chiara sulla provenienza del grano utilizzato: 100% italiano. Nel sito del marchio vengono anche specificate le 13 Regioni di approvvigionamento della materia prima.
- Passiamo a De Cecco e vediamo che nell’etichetta c’è scritto chiaramente che il grano usato proviene da Paesi UE e non UE. La molitura avviene in Italia. Nel sito ufficiale del marchio troviamo anche la spiegazione di questa scelta: De Cecco usa anche grani esperi perché contengono più proteine e rendono il prodotto finale più adatto ad una cottura “al dente”. Il rischio è che però i grani esteri non siano eccellenti come i nostrani, in quanto al di fuori della UE non vigono le medesime severe regole sull’uso, ad esempio, di pesticidi nelle coltivazioni.
- Arriviamo alla pasta Garofalo e leggiamo in etichetta le medesime indicazioni della De Cecco: grano UE e non UE, molitura in Italia. Sul sito ufficiale Garofalo troviamo un’ulteriore specifica: “Scegliamo solo semola di qualità superiore, ricavata dalla macinazione dei migliori grani italiani, australiani e dell’Arizona. Abbiamo cura di controllare, oltre al livello di glutine, anche i parametri di colore, pulizia e sapore del grano che selezioniamo“.
- In alcuni formati di pasta Divella, l’indicazione è la medesima: grani UE e non UE. La buona notizia, però, è che la linea di pasta integrale è caratterizzata dall’uso di grano duro 100% italiano e rimacinato a pietra.
- La Rummo, come la Divella, adotta due diverse strategie: per la pasta classica, grani australiani e italiani. Invece la pasta integrale e la linea bio sono realizzate con grano 100% italiano.
- Infine troviamo La Molisana, e una buona notizia: si tratta del secondo marchio che usa grano al 100% italiano decorticato a pietra, su tutti i formati di pasta. Nel sito ufficiale dell’azienda, tra l’altro, troviamo la provenienza della materia prima: Molise, Puglia, Marche, Lazio e Abruzzo.