È possibile presentare richiesta per smettere di lavorare con Opzione Donna. Da quest’anno, però, la legge richiede dei requisiti diversi per usufruirne.
La Legge di Bilancio 2023 ha prorogato per un altro anno e, allo stesso tempo, modificato uno degli strumenti di flessibilità in uscita più utilizzati, cioè Opzione Donna.
Fino allo scorso dicembre, infatti, si poteva accedere alla misura con 35 anni di contribuzione e 58 anni (se lavoratrici dipendenti) o 59 anni (se lavoratrici autonome). Con la modifica intervenuta con la Manovra finanziaria, invece, i presupposti sono radicalmente cambiati, costringendo molte contribuenti a dover rinunciare alla pensione anticipata.
Analizziamo, dunque, la disciplina e scopriamo chi sono le nuove beneficiarie di Opzione Donna.
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Opzione Donna e Legge 104: le agevolazioni per invalide e caregivers
Una nostra gentile Lettrice ha chiesto alla Redazione dei chiarimenti in merito alla seguente situazione:
“Salve, sono una dipendente della Regione Sicilia e vorrei sapere quali sono i requisiti per le donne, per andare in pensione con la Legge 104, in quanto caregivers di un familiare disabile con il 100% di invalidità. In particolare, vorrei chiarimenti sui seguenti punti: -si deve essere residenti con la persona disabile? -Quanti anni di contributi occorrono? -Quanti anni anagrafici occorrono? -Si viene penalizzati economicamente? In attesa di un vostro riscontro, cordiali saluti.”
Dal 2023, ci sono requisiti molto più stringenti per andare in pensione con Opzione Donna. In particolare, precisiamo alla nostra Lettrice che possono smettere di lavorare in anticipo, senza attendere il compimento dei 67 anni, solo tali categorie di beneficiarie:
- le caregivers che assistono, da almeno 6 mesi al momento della richiesta, il coniuge o un parente di primo grado convivente affetto da handicap grave, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente, quando i genitori o il coniuge del soggetto con handicap grave hanno compiuto 70 anni oppure sono deceduti, mancanti o affetti da patologie invalidanti;
- le invalide almeno al 74%;
- le lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso il Ministero.
I requisiti anagrafici e contributivi
La nuova normativa, inoltre, ha modificato i presupposti anagrafici e contributivi di accesso. Dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre dello stesso anno, infatti, sono richiesti almeno 35 anni di contribuzione e 60 anni di età, per tutte. Viene meno, dunque, la distinzione tra lavoratrici autonome e dipendenti, relativamente all’età da possedere per fruire di Opzione Donna. È, però, previsto uno sconto, a seconda del numero di figli. Si può, dunque, andare in pensione a 59 anni se si ha 1 solo figlio, oppure a 58 anni, se si hanno 2 o più figli.
Così come per la vecchia versione di Opzione Donna, rimangono escluse da tale modalità di pensione anticipata le lavoratrici iscritte alla Gestione separata e coloro che, per maturare il presupposto contributivo, devono ricorrere al cumulo dei versamenti previdenziali in tale gestione.
È necessario aver maturato i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2022, fermo restando la facoltà di “cristallizzare il diritto” e, dunque, scegliere di esercitarlo successivamente, per continuare a lavorare.
Per il calcolo dell’importo, si applica il sistema contributivo puro e, di conseguenza, l’assegno pensionistico subisce una penalizzazione che può arrivare anche fino al 30%.
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Come si presenta domanda per Opzione Donna?
L’INPS ha comunicato che è attiva la nuova proceduta aggiornata per l’invio delle domande di pensione anticipata con Opzione Donna. Come già specificato, i requisiti confermati dalla Legge di Bilancio hanno sfavorito molte lavoratrici, che hanno perso l’occasione per poter accedere al pensionamento con qualche anno di anticipo. A differenza dello scorso anno, durante il quale hanno usufruito della misura ben 23 mila contribuenti, si stima che, nel 2023, saranno solo circa 3 mila le domande. Un dato non di poco conto.
L’obiettivo alla base della Manovra è stato quello di risparmiare fondi, da poter investire in altri settori.
Il sistema di gestione delle richieste, inoltre, è stato implementato, per rendere più agevole l’invio delle domande di pensione per tutte. L’Istituto di previdenza, a tal fine, ha predisposto la funzione “Pensione anticipata Opzione Donna Legge di Bilancio 2023”.
Le istanze possono essere inviate:
- telematicamente, direttamente dalle contributrici interessate, accedendo al sito dell’INPS tramite le credenziali digitali SPID, CNS o CIE e cliccando sulle icone “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Pensione anticipata Opzione donna – Domanda”;
- tramite un CAF/ Patronato;
- telefonando il Contact Center, al numero verde 803164, gratuito da rete fissa, oppure al numero 06164164, a pagamento da rete mobile, sulla base del paino tariffario del proprio operatore telefonico.
Ricordiamo che, all’atto della compilazione della domanda, è fondamentale specificare la categoria alla quale si appartiene (cioè, disoccupate, invalide o caregivers).
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.