I permessi 104 riconosciuti ai lavoratori dipendenti disabili e ai loro caregivers sono retribuiti e coperti da contribuzione?
La Legge 104 del 1992 è la normativa di riferimento in tema di assistenza, sostegno, integrazione e salvaguardia dei diritti delle persone disabili. Nel dettaglio, tutela coloro che, a causa di una minorazione fisica, psichica o sensoriale (stabile o progressiva), hanno problemi di apprendimento, relazionali e di integrazione lavorativa e sociale.
I benefici riconosciuti dalla normativa sono svariati ma, tra i più importanti, spiccano i 3 giorni di permesso mensile dal lavoro.
Vediamo, dunque, cosa stabilisce la legge in merito alla retribuzione e alla copertura previdenziale, nel caso di fruizione della misura.
Per ulteriori informazioni, non perdere il seguente approfondimento: “Permessi 104: le conseguenze sullo stipendio sono incredibili“.
Permessi 104 e contribuzione figurativa
L’art. 33, comma 3, della Legge 104/92 attribuisce il diritto ai permessi mensili retribuiti e coperti da contribuzione figurativa.
Non sussistono, dunque, dubbi circa la circostanza che tali giorni vadano pagati al beneficiario. A stabilirlo è anche la Legge n. 423/1993.
Stesso discorso anche per i contributi figurativi. La Legge n.53/2000, infatti, sottolinea che i permessi 104 sono coperti da contribuzione figurativa. Ulteriore conferma è contenuta nel Decreto Legislativo n. 151/2001, relativamente ai permessi riservati ai genitori.
La situazione, invece, cambia per i permessi 104 orari giornalieri, introdotti dall’art. 33, comma 2, della Legge 104/92. Essi, infatti, sono retribuiti e coperti da contribuzione figurativa, però è necessaria una copertura parziale, con facoltà di integrazione da parte del lavoratore.
È fondamentale sottolineare che, per i dipendenti che intendono presentare richiesta per i permessi orari, sarebbe opportuno informarsi presso la sede INPS competente, oppure presso un Patronato, per richiedere il conteggio relativo alla copertura integrativa tramite riscatto e versamenti volontari.
I permessi 104 sono retribuiti?
La Circolare INPDAP n. 34/2000 sancisce che:
- i permessi mensili destinati ai lavoratori disabili e ai familiari che li assistono “sono retribuiti e computati nell’anzianità di servizio“;
- i permessi orari, utilizzati dal lavoratore disabile e dal genitore del bambino minore di 3 anni di età, sono retribuiti e sono computati nell’anzianità di servizio.
La stessa Circolare, poi, sottolinea che, relativamente ai dipendenti pubblici, non si possono attribuire i contributi figurativi. Il motivo deriva dal fatto che è stabilita la retribuzione di questi permessi giornalieri e, dunque, anche la copertura contributiva. Questa regola, per il pubblico impiego, si applica anche per i permessi orari.
Per ulteriori dettagli sulle regole per i lavoratori pubblici, consulta il seguente articolo: “Permessi 104 ad ore: i dipendenti pubblici devono fare attenzione a questi errori“.
A chi spetta il beneficio?
I permessi 104 possono essere richiesti non solo dal disabile grave, ma anche dal familiare che lo assiste. In particolare, il beneficio è rivolto al coniuge, al convivente di fatto o parte dell’unione civile, al genitore e ai parenti o affini entro il secondo grado della persona disabile. Se uno di tali soggetti sia mancante, deceduto o affetto da patologie invalidanti, oppure abbia più di 65 anni, i permessi 104 possono essere fruiti anche dai parenti e dagli affini entro il terzo grado.
Possono presentare domanda per l’agevolazione i lavoratori dipendenti sia pubblici sia privati e i dipendenti delle imprese dello Stato, degli Enti Pubblici e degli Enti locali privatizzati.
Sono, invece, esclusi i lavoratori autonomi, parasubordinati, a domicilio, domestici e i lavoratori agricoli a tempo determinato, occupati a giornata.
Attenzione, però perché se il soggetto disabile è ricoverato a tempo pieno in una struttura ospedaliera, pubblica o privata, con retta a carico dello Stato, non spetta il riconoscimento dei permessi 104.
Nel dettaglio, la misura consiste in 3 giorni al mese di assenza dal lavoro, frazionabili anche in ore, oppure in 1 o 2 ore al giorno, in base all’orario lavorativo. Per la precisione, 2 ore se l’orario di lavoro è uguale o maggiore di 6 ore, mentre 1 ora se è inferiore alle 6 ore. Il limite dei 3 giorni per disabile va sempre rispettato; dunque, anche nel caso in cui il lavoratore debba prestare assistenza a più di un familiare disabile grave.
Per tutti coloro che ne hanno diritto, il pagamento è anticipato dal datore di lavoro, con successivo conguaglio con tutti i contributi versati all’INPS.
La disciplina normativa non prevede alcun obbligo di preavviso al datore di lavoro, ma il dipendente che vuole usare i permessi 104 deve comunicarlo tempestivamente, per consentire la corretta riorganizzazione dei turni ed evitare che l’intera produzione venga compromessa.