Stufe a legna, l’Associazione italiana energie agroforestali ha racchiuso in una guida i regolamenti regionali per l’installazione di impianti termici a biomasse.
Scopriamo le direttive da rispettare per installare un impianto termico a biomassa senza violare la normativa regionale.
L’Aiel, Associazione italiana energie agroforestali, ha redatto una guida per semplificare la consultazione delle norme che disciplinano l’installazione di stufe a legna e caldaie a biomassa nelle Regioni del Bacino Padano. L’obiettivo è un’evoluzione che cancelli l’utilizzo della legna in apparecchi obsoleti che producono un quantitativo di PM10 eccessivo inquinando l’aria e l’ambiente e incidendo negativamente sulla salute delle persone. Superare i limiti di emissioni di PM10 e NO2 ha effetti devastanti e non è più permesso. L’Italia è già stata sanzionata ma per risolvere la problematica occorre rendere consapevoli i cittadini. Le Regioni si sono attivate per introdurre misure strutturali ed emergenziali volte a disciplinare l’esercizio e l’installazione degli impianti a biomassa. Solo rispettando le regole si potrà ottenere la riqualificazione energetica-ambientale desiderata superando l’utilizzo di generatori obsoleti e inquinanti. La svolta green è necessaria adesso e le Regioni devono collaborare per realizzare l’intento.
Stufe a legna, i regolamenti da Regione a Regione
Nella guida dell’Aiel si legge che attualmente i regolamenti sono in vigore in otto regioni a cui si aggiunge la provincia autonoma di Trento. Iniziamo con approfondire la disciplina della Regione Piemonte in relazione agli impianti termici civili con potenza nominale inferiore a 35 kW. La lettura della normativa presuppone la conoscenza dell’uso della classificazione a stelle per gli apparecchi di riscaldamento dell’ambiente e le caldaie a biomasse legnose. Un numero maggiore di stelle indica una maggiore qualità ambientale del prodotto. Più stelle corrisponde a più rendimento e meno emissioni. Da quattro stelle in su è possibile considerare una stufa e legna ecologica.
Nelle Regioni vige una sorta di semaforo che funge da protocollo antismog volto a fermare preventivamente il superamento dei limiti di PM10. In Piemonte con il semaforo verde non c’è allerta (zone di superamento tre stelle) mentre con l’arancione andranno messe in atto misure emergenziali (zona di superamento quattro stelle).
Passando alla Lombardia si prevede semaforo verde e nessuna allerta da tre stelle in su. Le limitazioni non sono attive solamente da quattro stelle in su con allerta di primo livello e da cinque stelle in su con allerta di secondo livello. La stufa a pellet per impianti fino a 35 kW, poi, dovranno essere di classe A1.
Altre direttive per altre Regioni
Passiamo al Veneto. Le limitazioni all’utilizzo di stufe a legna e biomasse in caso di allerta di primo livello implicano l’utilizzo di apparecchi con quattro stelle o più così come in caso di allerta di secondo livello. Via libera da tre stelle in su senza allerta. Tali limitazioni non si applicano nei Comuni delle zone Prealpi e Alpi e qualora l’impianto a biomassa sia l’unica fonte di riscaldamento dell’edificio. Anche in Veneto il pellet comporta l’acquisto di un apparecchio di classe A1.
In Emilia Romagna si passa dalle tre stelle senza nessuna allerta alle quattro stelle in caso di misure emergenziali. Le limitazioni strutturali si applicano a tutto il territorio regionale sotto i 300 metri di altitudine. Con l’allerta si applicano nei Comuni in pianura e nell’agglomerato urbano di Bologna. Nei Comuni montani e negli edifici che hanno l’impianto sotto tre stelle come unica fonte di riscaldamento non si applicano limitazioni.
Altro regolamento è attivo in Toscana. Tre stelle è il limite sia con nessuna allerta sia con allerta di livello uno e due. Le limitazioni vengono applicate dal 1° novembre al 31 marzo di ogni anno nei comuni di Piana Lucchese sotto i 200 metri di altitudine e di Prato Pistoia sotto i 200 metri di altitudine.
La guida dell’Aiel si conclude con le limitazioni di utilizzo in Campania. Nessuna stella limite senza allerte e quattro stelle con misure emergenziali prescritte con ordinanza sindacale nei Comuni in cui il limite di PM10 viene superato.
Puntualizzazioni sulla stufa e legna e biomasse da conoscere
Oltre alle regioni citate i regolamenti sono attivi anche in Sardegna, nelle Marche e nella provincia autonoma di Trento. L’utilizzo è concesso nelle Marche da tre stelle in su, in Sardegna le nuove installazioni o sostituzioni impongono l’acquisto di apparecchi da quattro stelle in su e a Trento i nuovi generatori negli edifici dovranno avere più di quattro stelle.
Ma come sapere quante stelle ha l’impianto? L’unico modo è ricevere il Certificato Ambientale ossia un foglio rilasciato da un ente terzo indicato al fabbricante. Qui è chiaramente indicato il numero di stelle. La classificazione dovrebbe riguardare tutti gli apparecchi commercializzati negli ultimi dieci anni. Per impianti più vecchi occorrerà chiamare un installatore abilitato per metterli in regola e accatastarli. Se non fosse possibile si dovrebbe procedere con l’installazione di un nuovo impianto tenendo conto delle direttive regionali. A tal proposito, per approfondimenti si rinvia alla guida dell’Associazione italiane energie agroforestali – clicca qui.
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