Il riconoscimento dell’invalidità civile permette l’accesso a numerose prestazioni. Scopriamo i benefici generali per poi soffermarci sulle agevolazioni da richiedere con percentuale dal 75 al 99%.
Il verbale della Commissione INPS incaricata indicherà la presenza di una patologia invalidante nonché il grado di invalidità riconosciuta.
Partendo dalla richiesta della certificazione di una patologia invalidante al proprio medico di base si arriverà al riconoscimento dell’invalidità civile svolgendo un iter che prevede la visita presso una Commissione INPS. Durante l’appuntamento occorrerà mostrare la documentazione attestante la patologia in modo tale che i medici incaricati abbiano tra le mani gli strumenti adatti per redigere il verbale che attesterà il diritto o meno all’invalidità civile. Nel documento sarà riportata anche la percentuale di disabilità riconosciuta. Un dettaglio fondamentale per conoscere le agevolazioni a cui avere accesso. In generale l’invalidità parte da un grado del 33%. Fino al 74%, però, si potranno ottenere benefici di natura puramente assistenziale – come il contrassegno per auto – mentre tra il 75 e il 99% si avrà diritto ad aiuti economici.
Invalidità civile, approfondiamo i dettagli del riconoscimento
Il riconoscimento dell’invalidità civile passa per l’INPS e non per l’ASL. La domanda va inoltrata all’ente della previdenza sociale dopo aver ottenuto la certificazione attestante la patologia dal medico di base. La trasmissione dovrà essere telematica e dovrà avvenire entro 60 giorni dalla data del certificato medico. Una volta inoltrata la domanda si verrà contattati dall’INPS e convocati davanti ad una Commissione in un preciso giorno, luogo e orario. Saltare l’appuntamento non sarà possibile se non per comprovati motivi di urgenze varie.
In seguito alla visita si riceverà a casa il verbale (entro quattro mesi) che conterrà diverse importanti informazioni. Innanzitutto si saprà se l’invalidità è stata riconosciuta (invalido o non invalido) e il grado ossia invalido parziale oppure totale nonché la percentuale assegnata, dal 33% al 100%. Il verbale indicherà anche la data di decorrenza del riconoscimento dello stato di invalidità e l’indicazione della data di revisione a cui sottoporsi (la scadenza è di tre anni ma non per sempre).
Percentuali di invalidità e prestazioni
Il riconoscimento del 33% in su dà diritto alla fornitura gratuita di protesi e ausili legato alla patologia riscontrata. Dal 46% si concede l’inserimento nelle liste di collocamento mirato mentre dal 51% si potrà ottenere un congedo straordinario retribuito per cure della durata di trenta giorni retribuito come le assenze per malattia. Aggiungiamo il contrassegno per disabili che consente di parcheggiare negli appositi spazi e deve essere richiesto al Comune di residenza.
La percentuale del 67% dà diritto all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, di diagnostica strumentale e di laboratorio. Inoltre si avrà accesso alle agevolazioni per il trasporto pubblico locale e per le graduatorie delle case popolari.
Arriviamo, così, al 74%, un grado fondamentale perché segna l’accesso a prestazioni di maggiore importanza. Con tale percentuale sarà possibile andare in pensione con l’APE Sociale oppure con Opzione Donna o con la pensione per precoci. Si potrà lasciare il lavoro nel primo caso con 63 anni di età e 30 di contributi (29 per lavoratrici con un figlio, 28 per le donne con due figli) e nel secondo con 60 anni di età e 35 anni di contribuzione. Il requisito anagrafico scende a 59 anni per le donne con un figlio e 58 anni per le lavoratrici con due figli.
Ma è dal 75% in poi che lo Stato concede ulteriori benefici di natura anche economica.
I benefici con grado di disabilità dal 75 al 99%
L’invalido civile con percentuale dal 75 al 99% è colui che ha una riduzione della capacità lavorativa generica che deriva da una infermità o da una menomazione pari a 3/4. Se l’interessato è in età non lavorativa, l’invalidità verrà riscontrata con la riduzione della capacità di svolgimento delle azioni di vita quotidiana rispetto ai coetanei.
Oltre alle citate agevolazioni, la persona invalida civile con grado superiore al 75% ha la possibilità di scegliere la sede di lavoro e di richiedere l’assegno ordinario di invalidità a condizione che abbia maturato almeno cinque anni di contribuzione. Riceverà, dunque, un assegno mensile calcolato con la stessa formula della pensione che risulta cumulabile con redditi da lavoro.
Oltre all’assegno di assistenza, con il 75% di invalidità si ha diritto anche alla pensione di invalidità civile (fino al compimento dei 67 anni). In questo caso occorrerà avere lo stato di disoccupazione – anche parziale – ma non sono necessari i contributi. Agli invalidi civili spetta anche una maggiorazione contributiva pari a due mesi di contributi figurativi per ogni anno di lavoro effettivo (per un massimo di cinque anni di contribuzione).
E con il 100% di invalidità civile?
Concludiamo con un breve accenno alle agevolazioni previste per chi ottiene il riconoscimento del 100% di invalidità. Tale percentuale è riconosciuta a chi non può svolgere in autonomia gli atti della vita quotidiana, ha una totale e permanente inabilità lavorativa e non riesce più a camminare senza l’aiuto di un accompagnatore.
I benefici sono la pensione di inabilità (313,91 euro mensili per il 2023) a condizione di avere un reddito non superiore a 17.920 euro, l’indennità di accompagnamento (527,16 euro mensili nel 2023 senza limiti reddituali), l’esenzione totale dal pagamento del ticket sanitario e la fornitura gratuita di ausili e protesi dal Servizio Sanitario Nazionale.
In più citiamo l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, l’indennità di frequenza per i minori, l’erogazione di contributi per l’acquisto di sussidi informatici, la deduzione dal reddito delle spese effettuate per pagare l’assistenza specifica.
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