Scoprire Alzheimer e le altre malattie neurodegenerative in fase precoce è oggi fondamentale per curarle al meglio.
I ricercatori hanno ideato un sistema davvero facile ed efficace, che va ad aggiungersi ai classici metodi diagnostici.
Il degenero cognitivo oggi sembra essere diventato un problema immane, e sempre più persone ne soffrono. Nei giorni scorsi è venuta alla luce anche la scoperta di Alzheimer precoce in un giovane di soli 19 anni. Certo questo caso può essere “eccezionale”, ma il trend è in aumento e la Scienza cerca una soluzione.
Siamo abituati a pensare che l’Alzheimer colpisca solamente le persone molto anziane. Invece l’età dei soggetti a rischio si sta abbassando molto. Le cause sono diverse, e la maggiore incidenza potrebbe derivare anche all’efficienza attuale delle diagnosi.
Il fatto è che al momento non esiste una cura definitiva per l’Alzheimer, nonostante le Case Farmaceutiche abbiano più volte annunciato di aver ideato “vaccini” efficaci. Insomma, la strada per “debellare” questo tipo di malattia è ancora lunga. Però i ricercatori italiani hanno fatto un ulteriore passo avanti. Ecco di cosa si tratta.
Scoprire Alzheimer con un semplicissimo Test, è possibile?
Il rivoluzionario metodo per scoprire precocemente le demenze cerebrali è stato ideato dalla dottoressa Francesca Burgio: lavora all’Istituto San Camillo del Lido di Venezia come dirigente d Servizio di Neuropsicologia e Laboratorio di neuropsicologia.
Durante l’osservazione dei pazienti in fase di pre-demenza, la dottoressa e il suo staff si sono concentrati in uno degli aspetti che caratterizzano il declino cognitivo: l’uso dei soldi.
Tutti forse abbiamo bene in mente quando una persona anziana, alla cassa del supermercato, porge gli spiccioli alla cassiera. La frase è spesso la solita: “faccia lei”, magari con l’aggiunta “che non vedo bene le monete”.
Certamente la vista che cala è un problema comune ad una certa età, ma i ricercatori hanno pensato a qualcos’altro. Anche in fase iniziale di demenza, la persona colpita perde alcune capacità essenziali. Tra queste, il riconoscimento del valore di una moneta o banconota. Così come il valore economico di ciò che deve acquistare. Insomma, primi segnali di uno “scollegamento” dalla realtà.
Sulla base di queste considerazioni, la dottoressa e il suo staff hanno ideato un test. Ecco i dettagli.
Come funziona il test dei soldi
Si chiama Nadl-f (Numerical activities of daily living financial) e secondo gli esperti questo test è in grado di far capire se una persona soffre di demenza. Il test è ovviamente strutturato in più fasi, che permettono di decidere se effettuare in seguito analisi mediche specifiche.
Durante il test, al soggetto viene chiesto di riconoscere le monete e le banconote. Poi si passa a richieste più complesse, come ad esempio valutare correttamente il valore ecnomico di alcuni oggetti. A seguire, i pazienti sono chiamati a rispondere a domande più “difficili”, come ad esempio cosa sia l’IBAN e infine i soggetti devono risolvere una situazione particolare.
Dalle risposte, i ricercatori sono in grado di capire se la persona stia manifestando i primi sintomi di demenza, e dunque di decidere se fa eseguire ulteriori analisi. Solamente con risonanze magnetiche e altri metodi diagnostici, infatti, si potrà avere la certezza di trovarsi di fronte ad Alzheimer o simili.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)