Opzione Donna è stata, di recente, profondamente innovata. Nelle prossime settimane, però, potrebbero esserci delle ulteriori novità.
L’ultima Legge di Bilancio ha prorogato la validità di Opzione Donna per un altro anno, ma introducendo delle modifiche normative molto importanti.
A detta del Governo Meloni, le novità si sono rese necessarie per risanare le finanze pubbliche, evitando, dunque, il pensionamento anticipato di massa. Con l’introduzione di nuovi requisiti, infatti, l’accesso alla pensione sarà rivolto ad un numero molto più ristretto di beneficiarie.
Scopriamo, dunque, quali sono le condizioni per accedere ad Opzione Donna nel corso del 2023.
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Opzione Donna: i nuovi presupposti anagrafici e le “condizioni soggettive”
In Redazione è giunto il seguente quesito:
“Buongiorno, ho compiuto 59 anni il 29 gennaio 2023. Sono una careviger da un po’ di anni e ho una figlia. Vorrei sapere se posso andare in pensione con Opzione Donna nel 2023. A giugno raggiungo 36 anni di contributi. Grazie.”
Sulla base di quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, possono accedere ad Opzione Donna le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, hanno maturato 35 anni di contribuzione e compiuto 60 anni di età (viene meno, dunque, la precedente differenziazione tra dipendenti ed autonome).
Tale principio, tuttavia, conosce delle eccezioni, basate sul numero di figli posseduti. È previsto, infatti, uno sconto sul presupposto anagrafico di un anno per ciascun figlio, fino ad un massimo di 2 anni. Di conseguenza, possono andare in pensione a 59 anni le lavoratrici con un solo figlio, mentre a 58 anni quelle con 2 o più figli.
La nuova normativa, però, specifica che non bastano i requisiti anagrafici e contributivi, perché le beneficiarie devono appartenere ad una delle seguenti categorie:
- caregivers che assistono, da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente affetto da handicap grave, ai sensi dell’3, comma 3, della Legge 104/1992;
- invalide almeno al 74%;
- lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi. In tal caso, il requisito anagrafico per usufruire della misura è per tutte fissato a 58 anni, a prescindere dal possesso e dal numero di figli.
Sulla base di quanto illustrato, la nostra Lettrice, non possiede i requisiti per smettere di lavorare con Opzione Donna. L’anzianità anagrafica e contributiva, infatti, andavano maturate entro il 31 dicembre 2022; la Lettrice, invece, ha compiuto 59 anni il 29 gennaio 2023. Ma potrebbero esserci buone notizie, dopo l’incontro tra la Ministra Calderone e le rappresentanti del “Movimento Opzione Donna”.
Il sistema contributivo e le finestre mobili
Rimane invariato il meccanismo delle cd. finestre mobili, in base al quale le lavoratici dipendenti riceveranno la prima rata dell’assegno pensionistico dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti; per le lavoratrici autonome, invece, è previsto uno slittamento di 18 mesi dal raggiungimento dei presupposti richiesti.
Nessuna novità anche per il sistema di calcolo dell’assegno, che rimane quello contributivo, con importanti penalizzazioni sulla cifra spettante.
Presentazione delle domande
L’INPS, con il Messaggio n. 467 del 1° febbraio 2023, ha comunicato che è attivo il nuovo sistema di gestione delle domande di pensione, per presentare richiesta di Opzione Donna.
Le istanze possono pervenire in uno dei seguenti modi:
- telematicamente, accedendo, con le proprie credenziali digitali, al servizio disponibile sul sito web dell’Istituto, seguendo il percorso “Prestazioni e servizi” – “Servizi” – “Pensione anticipata Opzione donna – Domanda”;
- tramite i servizi offerti dai Patronati;
- attraverso il Contact Center Integrato, telefonando al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) oppure al numero 06164164 (da rete mobile, a pagamento).
Consulta anche: “Opzione Donna: grande preoccupazione per le ultime modifiche, la pensione è a rischio?”
L’incontro tra la Ministra Calderone e il “Movimento Opzione Donna”
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, lo scorso 14 febbraio, ha incontrato le rappresentanti del “Movimento Opzione Donna”, Teresa Ginetta Caiazzo e Lucia Rispoli.
I requisiti più restrittivi hanno, infatti, sollevato non poche polemiche durante le scorse settimane. La circostanza di legare lo sconto anagrafico al possesso dei figli, inoltre, è stato ritenuto discriminatorio, come hanno fatto notare le rappresentanti del “Movimento Opzione Donna”.
La Ministra Calderoni si è mostrata aperta al dialogo e ha condiviso la necessità di ampliare la cerchia delle beneficiarie dello strumento pensionistico, tenendo, però, conto dell’esigenza di reperire le giuste risorse finanziarie. A tal fine, sono varie le proposte che sono state avanzate, che verranno rese note nei prossimi giorni.
“Un incontro molto cordiale: il mio impegno è quello di dare una risposta certa prima possibile. In ogni caso, oggi è partito un confronto con il Movimento che continuerà nel tempo; Opzione Donna, infatti, pone una questione molto più ampia che è la possibilità di andare in pensione per le donne tenendo conto di una carriera contributiva che non può essere parificata a quella degli uomini”. Queste sono state le dichiarazioni della Ministra Calderone, che lasciano intendere la possibile introduzione di alcuni correttivi alla disciplina normativa.