Una novità in tema fotovoltaico, un nuovo approccio che porta a crescere sensibilmente l’efficienza: di che si tratta e di quanto
C’è sempre grande curiosità ed attenzione su tutte le questioni che si legano al tema del fotovoltaico, come nel caso di un nuovo approccio che porta a crescere l’efficienza.
Il tutto nasce da una ricerca internazionale legata a far calare la ricombinazione tra elettroni e lacune, in assenza di trattamenti chimici.
Un aspetto da tener presente ha a che fare con nuovi substrati metallici in luogo del classico vetro, per far crescer l’efficienza del fotovoltaico in perovskite di quasi 3 volte.
L’approccio deciso da Guo, prof. di ottica dell’Università di Rochester, insieme ai colleghi, si lega a migliorare la conversione luminosa in elettricità. E ciò, sfruttando le conoscenze maturate per quanto concerne il campo dei metalli complessi.
Nello specifico, lo studio ha scovato un modo per far calare sensibilmente la ricombinazione tra elettroni e lacune dentro la cella, in assenza di impiego di trattamenti chimici.
Si tratta di un fenomeno “naturale”.
Fotovoltaico ed efficienza aumentata: alcuni dettagli al riguardo
Non mancano spunti e approfondimenti quando si parla di fotovoltaico, come ad esempio l’autopulente: qui per scoprire i dettagli della novità e perché può essere molto importante.
Tonando però al tema in oggetto, ogni materiale fotovoltaico, tra cui anche le perovskiti, generano elettricità permettendo alla luce del sole d’eccitare gli elettroni. E poi di liberarli dagli atomi d’origine andando a generare corrente elettrica.
Tuttavia, talvolta gli elettroni ricadono nelle “lacune” che son state lasciate, (ricombinazione), andando a ridurre la corrente totale. E di riflesso, l’efficienza del materiale.
Il prof. Guo e la squadra hanno avuto modo di dimostrare che questa ricombinazione si potrebbe, in sostanza, prevenire, andando a combinare un film in perovskite insieme ad uno stato di metallo. Oppure un substrato metamateriale fatto da stradi alternati d’argento, un metallo nobile, e di ossido di alluminio. Un dielettrico.
Secondo gli scienziati, in tal modo si va a creare una specie di specchio che va a produrre immagini invertite delle coppie elettrone – lacuna. Nel merito, si riduce sino al cinquanta per cento la probabilità della ricombinazione degli elettroni.
Come si legge su Informazione Ambiente, Guo ha spiegato che nessuno è giunto a tale osservazione circa le perovskiti. Ad un tratto, ha proseguito, si può inserire una piattaforma di metallo sotto il materiale, andando a cambiare del tutto l’interazione degli elettroni all’interno.
Per quanto concerne l’efficienza, ha spiegato che il lavoro ha postato l’aumento di quest’ultima, circa la conversione della luce nel fotovoltaico in perovskite, “del duecento cinquanta per cento”.