In un contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati, Eni ha continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per l’Ue, ma non è finita qui. Da quest’anno Eni è in grado di avvantaggiarsi di un carburante diesel riciclato prodotto senza petrolio.
Eni rilancia sul mercato dei carburanti la sfida dell’energia rinnovabile imposta dalle decisioni politiche, in linea con i nuovi obbiettivi di riduzione delle emissioni nocive.
In questo contesto la società di idrocarburi punta a massimizzare l’utilità del processo di decarbonizzazione superando i 2 GW di energia rinnovabile. Eni già principale produttore e consumatore di idrogeno in Italia e con riserve diversificate di gas naturale allarga il suo portafoglio con un diesel fatto completamente di: oli usati di frittura, grassi animali, oli vegetali sostenibili rispetto la filiera alimentare, residui della cosmetica.
Dopo la joint la joint venture creata insieme a Enel Green Power per portare avanti lo sviluppo dei progetti legati all’energia rinnovabile Eni cerca di raggiungere il traguardo previsto nel Piano Strategico 2022-2025 creando uno dei carburanti del futuro.
Il futuro di ENI tra petrolio, gas e biocarburanti come il nuovo diesel
Il futuro del petrolio non sembra avere esaurito il suo potenziale. Eni prevede di aumentare la produzione nel 2025 fino a 1,89 milioni di barili di petrolio al giorno. Anche per questo la sua attività legata agli idrocarburi rimarrà la principale fonte di guadagno durante il prossimo decennio.
Eni resta una società a larga partecipazione statale, con una quota di ben il 30,1%. In questo contesto l’Italia come nazione contribuisce a diffondere la piccola rivoluzione sul carburante. Si chiama HVOlution, ed è già in vendita in 50 stazioni di servizio Eni, compresa quella di San Giuliano a Mestre.
Tra un mese il nuovo diesel di Eni sarà commercializzato man mano in tutta Italia. Già da un anno è in uso in alcune aziende logistiche come Fercam e all’aeroporto di Roma.
Il carburante Hvo è nato sperimentalmente nel 2014 a Porto Marghera, vecchia raffineria vicino Venezia. È stato reso disponibile inizialmente usando olio di palma per passare successivamente a sole materie prime vegetali di scarto e oli non edibili producendo 400 mila tonnellate annue di biocarburante HVO. La bioraffineria di Eni, trainata anche dagli obbiettivi sulla mobilità sostenibile, punta ad aumentare la produzione del 50% entro il 2024.
Quanto costa il carburante diesel di Eni vegetale? Il prezzo è superiore oggi di 10 centesimi al litro. Il diesel senza petrolio è compatibile con le automobili e i camion con motori Diesel Euro 5 ed Euro 6, oltreché in miscela insieme al petrolio con gli aerei.
Utilizzare queste materie prime rinnovabili permette di ridurre le emissioni dei veicoli a motore, compresi quelli per cui oggi non esiste un alternativa elettrica o ibrida. In alcuni Paesi europei dove già da un anno è impiegata la tecnologia Hvo la riduzione delle emissioni di C02 è stimata tra il 60 e il 95%.