Ispettori “sbadati”, l’Agenzia delle Entrate ha sbagliato e adesso per fortuna arriva il risarcimento. La sentenza della Cassazione.
E insieme all’Agenzia delle entrate dovranno rispondere in solido proprio i due funzionari che hanno effettuato l’ispezione in un’azienda.
Per fortuna, anche se dopo una lunga battaglia, il titolare di un’attività di vendita auto è riuscito ad ottenere giustizia. Ma il risarcimento per il “danno non patrimoniale” forse non paga ciò che ha dovuto passare il povero imprenditore.
Un titolare di una Concessionaria Auto si è visto arrivare alcuni ispettori dell’Agenzia delle Entrate, che dovevano fare dei controlli. Tutto regolare, perché ciò è previsto dalla Legge. Il titolare dell’azienda era probabilmente solo “scocciato” dal dover mostrare i documenti contabili, ma credeva di essere in regola.
Invece, e non devono essere stati dei bei momenti, l’imprenditore è stato accusato di “frode”. Più nello specifico, gli sono state contestate alcune procedure, ovvero “acquisti di vetture usate – in parte come operazioni inesistenti – in parte come intracomunitarie in regime di margine“, cioè qualcosa come una maxi evasione Iva e dunque conseguenze a livello penale.
Iniziati i procedimenti a carico dell’imprenditore, fortunatamente dopo altri accertamenti fiscali viene fuori la verità . I due ispettori avevano sbagliato.
Cassazione, 20 mila euro di risarcimento perché l’Agenzia delle Entrate ha sbagliato
Durante un lungo periodo di accertamenti e sedute in Tribunale, non deve essere stato facile per l’imprenditore difendersi dalle accuse. Sappiamo che in casi come questo sopraggiungono stress mentale, stanchezza, e perdite a livello economico in quanto l’attività commerciale risente ovviamente di casistiche come queste.
Dopo una lunga battaglia, arriva la sentenza della Cassazione, che si oppone al rifiuto dell’Agenzia delle Entrate di risarcire il soggetto, caduto “in disgrazia” per un errore.
Infatti “la pubblica amministrazione, anche quando agisce nel campo della pura discrezionalità , deve rispettare il principio primario del neminem laedere ex articolo 2043: il giudice ordinario può dunque accertare se la condotta dolosa o colposa dell’ente ha determinato la violazione di un diritto soggettivo.”
In sintesi, anche se l’azione degli Ispettori è legale e conforme alle procedure, in caso di errore – e soprattutto di lesione di diritti – deve pagare i danni. Una volta tanto, dunque, è il cittadino che ha avuto la meglio.