Tra le varie novità ed aggiornamenti disposti, la manovra 2023 ha introdotto una nuova proroga dell’Ape Sociale, detto “Anticipo pensionistico”, valevole per il solo anno in corso.
L’Ape Sociale consiste in una forma di pensionamento agevolato, che merita sicuramente di essere riepilogata nelle sue caratteristiche clou.
Alla luce di quanto previsto nel 2023, vediamo allora i tratti salienti dell’Ape Sociale, in modo da dettagliare i vantaggi del meccanismo.
L’Ape Sociale in breve e qual è la finalità
Di fatto l’Ape Sociale consiste in un’indennità che consente di ritirarsi dal mondo del lavoro anteriormente ai 67 anni. Con l’Ape Sociale, appunto ‘anticipo pensionistico’, i richiedenti sono così accompagnati fino all’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni).
Peculiarità dell’Ape Sociale è che – potenzialmente – può essere domandata ed ottenuta da moltissimi lavoratori. Infatti il meccanismo vale a favore di tutte le categorie dei lavoratori subordinati, autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) e dagli iscritti alla Gestione Separata Inps.
L’Ape Sociale, proprio come Opzione donna e le varie Quote sperimentali che ci hanno accompagnato in questi anni, mira a costituire una sorta di correttivo e di meccanismo di pensionamento agevolato rispetto alle rigide regole della legge Fornero. In attesa di una riforma pensioni strutturale ed organica, ecco spiegato il perché della riconferma per tutto il 2023.
Ape Sociale 2023: quali sono i requisiti generali?
L’Ape Sociale, che funge da prestazione ponte tra la maturazione dei requisiti per il suo riconoscimento e la maturazione per la pensione di vecchiaia o anticipata, è un’indennità assegnata soltanto al ricorrere di requisiti o condizioni ben precise. Vediamole di seguito:
- l’Ape Sociale è rivolta a coloro che abbiano almeno 63 anni di età – requisito anagrafico;
- i richiedenti di detto pensionamento agevolato devono poter far valere in alternativa (requisito contributivo):
- almeno 30 anni di contributi previdenziali (in caso di disoccupati, invalidi civili con livello di invalidità superiore al 74% e cd. “caregivers” vale a dire chi si occupa di assistere continuativamente un familiare non autosufficiente);
- almeno 36 anni nell’ipotesi siano stati lavoratori adibiti allo svolgimento di attività gravose / usuranti (ma attenzione perché per determinate categorie di lavori “gravosi” indicate dalla legge, il requisito è meno stringente ed è infatti fissato a 32 anni di contributi regolarmente versati).
Per le donne lavoratrici che nel 2023 sono in stato di disoccupazione o di occupazione in lavori “gravosi”, i citati requisiti contributivi calano di una misura pari a 12 mesi per ciascun figlio, per un “bonus” massimo di un biennio.
Il rilievo dei requisiti specifici
Oltre ai requisiti appena menzionati, ve ne sono altri più soggettivi – eccoli di seguito:
- per quanto riguarda i disoccupati essi debbono aver terminato il rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale e incassato in modo integrale la Naspi. Detti disoccupati debbono inoltre aver avuto un periodo di lavoro, nel triennio anteriore alla data di termine del rapporto, della durata di almeno un anno e mezzo
- per quanto attiene ai lavoratori caregiver essi, alla data della richiesta e da almeno un semestre, assistono il marito o la moglie o un parente di primo grado convivente con handicap in stato di gravità, oppure un parente o un affine di secondo grado, laddove detto soggetto abbia i genitori o il coniuge over 70, anch’essi invalidi acclarati;
- circa i lavoratori con riconoscimento di invalidità civile, questa deve essere uguale almeno al 74 %;
- in riferimento ai lavoratori inclusi nelle categorie di attività “gravose”, possono domandare l’indennità Ape Sociale a condizione che abbiano svolto per sette anni, nell’ultimo decennio, o per sei anni negli ultimi sette, una delle attività di cui alla legge.
Domanda Ape Sociale
Al fine di effettuare la domanda di Ape Sociale è obbligatorio controllare in via preventiva l’effettivo diritto. In particolare, il lavoratore che potrà conseguire tutti i requisiti per l’indennità entro il 31 dicembre di quest’anno, dovrà ricordare di fare domanda di certificazione del diritto entro 31 marzo o 15 luglio prossimi.
Vero è che la domanda di certificazione ha come ultima scadenza anche la data del 30 novembre prossimo ma attenzione perché in tal caso il pericolo è che i fondi economici per finanziare l’Ape Sociale non bastino e, dunque, il lavoratore potrebbe non vedersi liquidata la prestazione ponte, pur nel riconoscimento del diritto.
Su ulteriori dettagli e verifica requisiti, rimandiamo alla pagina ad hoc dell’Inps.