Great Place to Work, ovvero un posto meraviglioso dove lavorare: il “bollino” viene assegnato a livello mondiale ogni anno.
E nel 2023, anche se potrebbe sembrare incredibile, il bollino è stato assegnato anche ad un’azienda italiana che si trova a Venezia.
Chi ha vinto il bollino di “miglior luogo per lavorare” in Italia
Great Place to Work 2023, cosa significa lavorare presso l’azienda veneziana che ha ottenuto la certificazione
Non è la prima volta che sentiamo parlare del desiderio di cambiamento, e non soltanto da parte dei lavoratori: anche gli imprenditori – purtroppo al momento in pochi – hanno compreso che il business può crescere se i collaboratori vivono l’ambiente lavorativo in modo sereno, e se riescono a bilanciare lavoro e vita privata. Forse la pandemia ha dato una spinta a questo nuovo trend, e la speranza è che sia solamente l’inizio di una rivoluzione, che potrà garantire soddisfazioni a tutti gli attori coinvolti.
Ecco il pensiero del CEO di Wmr, Andrea Cappello, che ha vinto un dei bollini assegnati a livello globale.
“Esiste una correlazione diretta tra la qualità della cultura organizzativa e la crescita del business, noi crediamo fortemente nel giusto bilanciamento tra lavoro e tempo libero per i nostri dipendenti. Per questo siamo pronti ad avviare il progetto People – Mens sana in corpore sano nel corso del 2023, un vero e proprio programma culturale sulle tematiche della salute e del benessere psico-fisico. L’obiettivo è quello di alzare ancora l’asticella del welfare aziendale, introducendo iniziative e formatori ed eventi dedicati”.
Dunque nuovi progetti e nonostante la “vittoria” raggiunta dall’azienda, c’è la volontà di migliorare ancora di più. Nel concreto, i dipendenti dell’azienda possono usufruire di una serie di benefit, ideati proprio per raggiungere gli obiettivi prefissati dal welfare aziendale.
Quali benefit sono previsti nell’azienda e quali sono i progetti futuri
La notizia della certificazione “Great Place to Work” arriva a pochi mesi dall’inaugurazione del nuovo headquarter. Un polo digitale di oltre 1.300 metri quadri interamente concepito per il comfort lavorativo: un grande open space per facilitare la sinergia tra colleghi; tecnologie di insonorizzazione avanzate; uffici e sale riunioni di diverse dimensioni; uno spazio creativo per gli incontri plenari; sale mensa & break interna ed esterna; spazi relax e una enorme terrazza. La progettazione è stata fatta dallo studio londinese RSW Design dell’architetta Roberta Sartori che ha prestato particolare attenzione a mediare tra aspetti pratici e comfort.
Tra le novità introdotte quest’anno ci sono: la riduzione delle ore lavorative settimanali a pari retribuzione, il venerdì pomeriggio libero per chi è in azienda da più di 3 anni, l’estensione delle fasce di flessibilità in entrata e uscita lavorativa, congedo di paternità aggiuntivo, confermato lo smart working e introdotto per due settimane all’anno l’innovativo smart working “everywhere” per permettere a chi vuole di lavorare in viaggio.
Dunque la speranza è quella che altre aziende prendano (il virtuoso) esempio e abbraccino la nuova filosofia che riesce a soddisfare le esigenze di tutti. Qui in Italia siamo ancora a discutere sul Reddito di Cittadinanza, accusando i percettori di “preferire il divano al lavoro”, e forse si ascoltano troppo poco le esigenze delle persone, che vorrebbero un impiego, uno stipendio congruo al cost della vita e un ambiente di lavoro non schiavista, come invece purtroppo accade spesso.