Reddito di Cittadinanza: chi sono gli occupabili e perché non avranno più l’assegno? La verità

Per il 2023, sono attese importantissimi cambiamenti per il Reddito di Cittadinanza, fino alla sua definitiva abolizione nel 2024.

Come promesso in campagna elettorale, il Governo ha modificato la normativa del Reddito di Cittadinanza.

Reddito di cittadinanza
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Il motivo principale di tale scelta è essenzialmente di natura economica, perché si potranno risparmiare circa 950 milioni di euro. Le novità principali riguardano la durata del sussidio e la nozione di “occupabili”. Analizziamo, dunque, tali aspetti attentamente.

Reddito di Cittadinanza: cosa cambia?

In Redazione è giunto il seguente quesito:

Salve, sono un percettore di RdC, ho un lavoro part-time e un reddito inferiore a 3 mila euro annui. Ho 62 anni e sono stato chiamato dal CPI di zona perché ritenuto occupabile. Vorrei precisazioni sull’argomento. Grazie.”

Prima di specificare cosa si intende per soggetto “occupabile” e perché è così importante per l’erogazione del Reddito di Cittadinanza, chiariamo al Lettore quali sono le nuove regole.

La Legge di Bilancio 2023 ha stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2023, la durata massima del sussidio sarà di soli 7 mesi.

Potranno, invece, continuare a percepirlo per 18 mesi i nuclei familiari in cui sono presenti:

  • minori;
  • soggetti disabili;
  • sessantenni.

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Le regole per gli occupabili

Un altro cambiamento molto importante riguarda i percettori occupabili, di età compresa tra i 18 e i 59 anni. In particolare:

  • devono partecipare, per 6 mesi, ad un corso di formazione o riqualificazione professionale. In caso contrario, non avranno più diritto al Reddito di Cittadinanza. Le Regioni devono inviare all’ANPAL le liste dei nominativi degli inadempienti;
  • i soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno assolto all’obbligo scolastico, devono frequentare un percorso di istruzione di primo livello;
  • tutti i percettori devono aderire a progetti utili alla collettività, promossi dal Comune di residenza.

L’agevolazione economica, inoltre, viene revocata se il beneficiario rifiuta la prima offerta di lavoro; a tal proposito, è stata eliminata la nozione di “offerta di lavoro congrua”. Allo stesso modo, è stato abolito anche il Patto per il lavoro e di inclusione sociale, in virtù del quale i Centri per l’Impiego e i servizi sociali avrebbero dovuto favorire la reintegrazione lavorativa e sociale.

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Che vuol dire essere “occupabili”?

Attualmente, il mercato del lavoro è molto incerto. Le aziende, quindi, investono unicamente su forza lavoro altamente qualificata e determinata.

In tale ottica, è fondamentale il concetto di occupabilità. In cosa consiste? Nella capacità dei soggetti di essere agili nel mercato del lavoro, di essere in grado di cambiare più volte mansioni o datori nell’arco della propria carriera. E fare di tutto ciò una forza.

Una persona occupabile, dunque, non possiede solo specifiche conoscenze tecniche, ma anche l’abilità di ricercare nuove occasioni ed opportunità più stimolanti.

Per avere maggiori chance di occupazione, bisognerebbe possedere 4 elementi:

  1. competenze. Consistono nelle conoscenze e nelle capacità professionali che stabiliscono cosa si è in grado o meno di fare. Possono essere di base, tecniche e trasversali (cd. soft skills);
  2. formazione. È la capacità di imparare, di rinnovarsi e di progredire costantemente ed autonomamente, non solo come professionisti ma anche, e soprattutto, come individui;
  3. relazioni. Sono un elemento fondamentale per la vita sia personale sia professionale di ognuno. Consentono, infatti, non solo di ricevere aiuto, quando necessario, ma anche di ricercare stimoli e motivazioni. I contatti sociali, infatti, sono un aspetto imprescindibile anche per il lavoro, al pari delle conoscenze tecniche;
  4. promozione. Indica l’abilità di farsi notare ed apprezzare. La promozione di se stessi consente di conoscere aziende e realtà lavorative differenti e di crescere professionalmente.

I quattro aspetti analizzati sono collegati l’uno all’altro e sono necessari per resistere nel mercato del lavoro.

Possibili evoluzioni del Reddito di Cittadinanza

Come anticipato, per il 2024 è prevista la totale abolizione del Reddito di Cittadinanza.

Per i nuclei familiari maggiormente svantaggiati, il Governo sta pensando a delle nuove misure di contrasto alla povertà.

È recente la notizia della cd. MIA (Misura per l’Inclusione Attiva), il beneficio che dovrebbe sostituire, dal prossimo anno, il Reddito di Cittadinanza. Sarà rivolto a due categorie: le famiglie con problemi economici prive di oggetti occupabili e le famiglie con persone capaci di lavorare.

Nel primo caso, il sussidio economico sarà uguale ad un massimo di 6 mila euro annui, che potranno arrivare fino a 13.200 euro. Nel secondo caso, invece, i 6 mila euro annui potranno scendere fino a 4.500 euro.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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