Il congedo Legge 104 consente ai dipendenti caregivers di assentarsi dal lavoro per massimo 2 anni. Ma come incide sulle ferie?
Uno dei dubbi più frequenti tra i beneficiari del congedo Legge 104 è la possibilità di continuare a maturare le ferie durante il periodo di assenza dal lavoro.
Il nostro ordinamento consente di conciliare la vita professionale con la necessità di accudire un familiare disabile grave, consentendo di continuare a percepire la normale retribuzione, sotto forma di indennità. Ma ci sono delle regole da rispettare. Approfondiamo, dunque, la normativa di riferimento.
Quando si può richiedere il congedo Legge 104?
Un nostro Lettore ha inviato il seguente quesito:
“Buongiorno, sono stato in congedo biennale per Legge 104 per mio figlio dal mese di ottobre 2020 fino al 2022. Premetto che avevo 27 giorni di ferie non godute. Al rientro dal permesso non mi sono state riconosciute, perché avrei dovuto maturarle per usufruire dei nuovi giorni. C’è qualche normativa che conserva le ferie in caso di non godimento per il congedo straordinario? Cordiali saluti.”
Il congedo Legge 104 è uno degli strumenti introdotti per assicurare idonea cura alle persone affette da handicap grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104 del 1992. È un periodo di aspettativa retribuita dal lavoro, della durata massima di 2 anni, fruibile in maniera consecutiva oppure frazionata, spettante a tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati.
È importante ricordare che tale agevolazione è accordata sulla base di un preciso ordine di priorità, ai seguenti soggetti:
- coniuge convivente, parte dell’unione civile convivente o convivente di fatto del disabile grave;
- genitori (anche adottivi o affidatari) della persona disabile grave, nel caso in cui il coniuge, parte dell’unione civile o il convivente di fatto sia mancante, deceduto o affetto da patologia invalidante;
- figli conviventi del disabile grave, se il coniuge, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologia invalidante;
- fratelli o sorelle conviventi del soggetto disabile grave, se il coniuge, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto, i genitori e i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologia invalidante;
- parenti o affini entro il terzo grado conviventi del disabile, nel caso in cui tutti i soggetti sopra menzionati siano mancanti, deceduti o affetti da patologia invalidante.
È fondamentale, dunque, l’elemento della convivenza con il familiare da assistere.
Le conseguenze dell’assenza lavorativa sulle ferie
Segnaliamo al nostro Lettore che, purtroppo, il congedo Legge 104 ha degli effetti su alcuni diritti del lavoratore dipendente. In base alla normativa vigente, infatti, i periodi di assenza retribuita non vengono considerati ai fini della maturazione delle ferie, della tredicesima e del TFR.
Cosa significa? Che, durante questo lasso di tempo, il beneficiario non matura i ratei della tredicesima, non mette da parte somme per il TFR e non accumula alcun giorno di ferie. Di conseguenza, queste ultime vengono perse.
Non ci sono, però, effetti negativi sulla pensione. Il congedo, infatti, è regolarmente considerato come anzianità lavorativa e, quindi, vale come periodo che consente l’accesso alla pensione.
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Conclusioni
Sull’aspetto appena analizzato, risulta evidente la differenza tra i permessi mensili 104 ed il congedo retribuito. I permessi, infatti, non hanno alcuna conseguenza sul TFR, sulla tredicesima e sulla maturazione delle ferie, oltre che sulla retribuzione. Al riguardo, consulta il seguente articolo: “Permessi legge 104: incidono su ferie, tredicesima e TFR? Le differenze con il congedo straordinario“.
Per il congedo straordinario, invece, l’art. 42 del D.lgs. 26.03.2001 n.151, prevede l’impossibilità di maturare ferie, mensilità aggiuntive (come la tredicesima) e TFR. Queste voci, infatti, possono essere determinate solo sulla base dei giorni di lavoro effettivamente svolti.
Sottolineiamo al nostro gentile Lettore, dunque, che quanto dichiarato dal proprio datore di lavoro in merito alla perdita delle ferie accumulate è giusto e corrisponde a quanto sancito dalla normativa.
Infine, è utile ricordare che il periodo di congedo Legge 104 è coperto dai contributi figurativi, utili sia per il diritto sia per la misura della pensione. In tal senso, dunque, non ci sono penalizzazioni.
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.