Fondo pensione, come salvare il futuro ma attenzione alla regola del silenzio assenso

Il Fondo pensione permette ai lavoratori di assicurarsi un futuro più ricco. Con le nuove regole volte a rilanciare la previdenza integrativa, poi, diventa ancora più conveniente.

Le proposte di Assofondipensione hanno l’obiettivo di rilanciare la previdenza complementare spronando i lavoratori a gettare oggi le basi per un futuro più roseo.

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InformazioneOggi.it

Lamentarsi e piangersi addosso non migliorerà la propria condizione. Tale affermazione vale in qualsiasi contesto e per ogni situazione che si è chiamati ad affrontare. Se un ostacolo si interpone tra noi e la nostra felicità dobbiamo cercare di trovare il modo per saltarlo o raggirarlo. Aspettare che il destino faccia il suo corso e arrendersi ai problemi non è l’atteggiamento giusto per vivere nel migliore dei modi l’unica vita che abbiamo. Se il pensiero che un domani la vostra pensione potrebbe non essere sufficiente per godersi finalmente il meritato riposo perché attendere di trovarsi in condizioni economiche insoddisfacenti? Bisogna agire subito per non trovarsi un domani in difficoltà.

La soluzione da valutare è rappresentata dai Fondi pensione. Parliamo di strumenti di risparmio di lungo periodo che hanno come obiettivo l’integrazione pensionistica. L’adesione ai fondi pensione permette di ottenere una pensione integrativa, non è obbligatoria ed è aperta a tutte le categorie di lavoratori – dipendenti privati, pubblici, autonomi, professionisti – e non lavoratori – per esempio studenti e soggetti fiscalmente a carico, anche minorenni.

Fondo pensione, la spinta verso la previdenza integrativa

Assofondipensione ha avanzato delle proposte per dare nuovo impulso alla previdenza integrativa e all’iscrizione ad un Fondo pensione. Parliamo di una tassazione più favorevole, di incentivi per le Piccole e Medie Imprese che conferiscono il Trattamento di Fine Rapporto dei lavoratori dipendenti alla previdenza complementare e della sensibilizzazione per aumentare il numero di iscritti ai Fondi pensione. L’associazione comprende ben 32 Fondi pensione negoziali a cui attualmente aderiscono 3,8 milioni di persone ma l’obiettivo è incrementare notevolmente questo numero.

La decisione di dare nuovo impulso è stata dettata dalla constatazione che nel 2022 i risultati sono stati negativi. È stato registrato un calo del 9,8% mentre la rivalutazione del TFR è cresciuta dell’8,3%. Significa che i mercati traballanti hanno influenzato negativamente i Fondi complice anche la guerra in Ucraina ma ora è il momento di reagire, di valutare il sistema di capitalizzazione nel lungo periodo, diversificando il rischio in modo tale da poter affrontare anche eventi eccezionali.

In passato i Fondi pensione hanno già dato prova di riuscire a superare le tempeste – come durante la pandemia – recuperando i rendimenti. Non a caso, infatti, pian piano nel corso del 2022 le adesioni sono aumentate di circa il 10%. Si notano, però, ancora differenze sostanziali tra nord e sud, tra aree territoriali più  ricche e più povere con riferimento ai tassi, e tra giovani, donne e over 54. Poche adesioni sotto i 34 anni e tra le donne (30,9% contro il 37,5% degli uomini) mentre con l’avvicinarsi dell’età pensionabile aumentano.

Il silenzio assenso tra le proposte incentivanti

Per spingere verso la previdenza complementare Assofondipensione inizierà una campagna informativa volta ad informare i cittadini dell’importanza dei Fondi pensione. Trasferire il TFR significa non lasciarlo “inoptato” alle aziende con più di 50 dipendenti per farlo confluire nel Fondo Tesoreria INPS. Per il lavoratore non cambia nulla mentre le imprese sentiranno la differenza dato che gli accantonamenti non possono essere utilizzati come liquidità. Secondo il Presidente Giovanni Maggi si potrebbe provare con un semestre di silenzio assenso per favorire le adesioni ai fondi pensioni tra i lavoratori appena assunti e gli occupati lasciando, comunque, intoccato il principio della volontarietà della scelta. Il lavoratore, dunque, verrà informato sulle scadenze riguardanti l’adesione e la revoca del silenzio assenso e potrà prendere la sua decisione.

Al momento della firma del contratto individuale di assunzione spetterà all’amministrazione dell’azienda rendere note al lavoratore le modalità di adesione al Fondo pensione e spiegare la direttiva del silenzio assenso. L’informativa stessa dovrà essere riportata anche sul contratto individuale di assunzione. Successivamente – le tempistiche possono variare da amministrazione ad amministrazione ma la stima è di circa sei mesi – il dipendente potrà comunicare la volontà di non adesione al Fondo oppure la volontà di iscrizione.

Non esprimendo alcuna volontà – qui entro in gioco la regola del silenzio assenso – il lavoratore si considererà automaticamente iscritto al Fondo presentato dall’amministrazione a decorrere dal primo giorno del mese successivo alla scadenza dei termini. Passeranno trenta giorni prima che il diritto di recesso decada per sempre e l’adesione al Fondo diventi, così, non revocabile.

Accenni agli incentivi fiscali

Concludiamo con un accenno alla proposta di Assofondipensioni con riferimento agli incentivi fiscali previsti per aumentare le adesioni ai Fondi pensione. Le ipotesi al vaglio sono

  • una riduzione del prelievo fiscale sostitutivo sui rendimento rispetto all’attuale aliquota del 20%,
  • il superamento del criterio pro-rata con riferimento alla tassazione delle prestazioni,
  • l’abbandono della tassazione sui rendimenti maturati per passare al criterio del “realizzato”,
  • l’incremento del limite di deducibilità di 5,64 euro per i redditi più alti e per gli iscritti che aderiscono e versano contributi per sé e un soggetto fiscalmente a carico,
  • l’allineamento allo schema di tassazione del modello europeo EET (esenzione dei contributi versati, esenzione dei rendimenti ottenuti nella fase di accumulo e tassazione della prestazione corrisposta).
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