Pensione Quota 41 precoci: le conseguenze della morte dell’assistito sono scioccanti

Chi assiste un familiare disabile ha la possibilità di andare in pensione in anticipo. Cosa succede se il familiare muore?

La pensione Quota 41 è destinata ad alcune tipologie di lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto.

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Non è sufficiente, tuttavia, la maturazione del solo requisito contributivo, ma è fondamentale appartenere alle categorie di tutela stabilite dalle Leggi di Bilancio 2017 e 2018.

Vediamo, dunque, quali sono le condizioni per poter usufruire di tale agevolazione ed analizziamo un caso molto interessate e frequente, proposto da un nostro Lettore.

Pensione con 41 anni di contributi: a chi spetta?

Il nostro sistema previdenziale consente di anticipare la pensione al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica.

Quota 41 è rivolta ai cd. lavoratori precoci, cioè a coloro che, prima dei 19 anni di età, hanno maturato almeno 12 mesi di contribuzione. Attenzione, però, perché deve trattarsi di contributi effettivi e, dunque, non di contributi figurativi, derivanti da riscatto o di contributi volontari. Chi, quindi, non possiede tale requisito, non può “recuperare” l’anno di contributi.

Oltre ad essere lavoratori precoci, i beneficiari devono appartenere ad una delle seguenti categorie:

  • disoccupati che hanno smesso di percepire l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi;
  • caregivers che assistono, da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente disabile grave;
  • invalidi con capacità lavorativa ridotta di almeno il 74%;
  • dipendenti che svolgono mestieri gravosi da almeno 6 anni negli ultimi 7 di attività;
  • addetti ai lavori usuranti da almeno 7 anni nei 10 anni precedenti l’invio della domanda di pensione oppure per almeno la metà della carriera;
  • lavoratori notturni, con almeno 64 notti lavorate l’anno.

Decorrenza e ammontare del trattamento

Per richiedere la pensione con Quota 41, è necessario prima presentare richiesta di riconoscimento delle condizioni di accesso, entro il 1° marzo di ciascun anno. In alternativa, c’è tempo fino al 30 novembre, nel caso residuino delle risorse finanziarie.

Solo se l’INPS riconosce la sussistenza di tutti i presupposti, si può inviare la domanda di pensione anticipata.

Per la decorrenza dell’assegno pensionistico, bisogna attendere una finestra mobile di 3 mesi, dalla data di maturazione dei requisiti.

Il calcolo del valore del trattamento previdenziale segue le regole previste per la pensione ordinaria. Di conseguenza, si applicherà il sistema retributivo, misto o contributivo, a seconda della data di versamento dei contributi.

Non perdere il seguente approfondimento: “Quota 41, lo scivolo per la pensione di precoci e addetti a lavori gravosi“.

Il caregiver ha diritto alla pensione Quota 41 se muore il disabile?

Un Lettore ci chiede:

Buongiorno, sono un lavoratore dipendente precoce e assisto, da molti anni, mia madre anziana disabile. Al 31 Dicembre 2022 ho maturato i 41 anni di contributi, per accedere a Quota 41 come precoce e caregiver. Il giorno 16 Gennaio 2023 ho inoltrato la domanda di pensione, che decorrerebbe, in base alla finestra mobile di 3 mesi, dal 1° Aprile. Purtroppo il 20 gennaio (4 giorni dopo l’invio della domanda) mia madre è morta. L’INPS mi ha comunicato che perdo il diritto alla pensione. La legge stabilisce che perché l’assistito deve essere in vita al primo giorno di decorrenza dell’assegno (1°Aprile). È possibile? In tal caso, dovrei lavorare altri 2 anni per la pensione anticipata ordinaria. Grazie.”

Per chiarire il dubbio del nostro Lettore, riportiamo quanto stabilito dall’INPS. L’Istituto di Previdenza, infatti, ha chiarito cosa succede se muore il familiare disabile assistito da colui che ha richiesto Quota 41. In tale ipotesi, se il disabile dovesse morire prima della data di decorrenza della pensione, il richiedente non potrà accedere al pensionamento anticipato.

Se, invece, l’evento dovesse verificarsi dopo la decorrenza effettiva, allora la pensione sarebbe salva.

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Conclusioni

Il principio appena illustrato è contenuto nel Messaggio INPS n. 1481 del 5 aprile 2018. Nello specifico, si legge che: “Il pensionamento anticipato dei lavoratori c.d. precoci non può essere riconosciuto se si sia verificato il decesso dell’assistito. Il venir meno delle predette condizioni successivamente alla data di decorrenza effettiva dei trattamenti non fa venir meno il diritto al beneficio in parola”.

Segnaliamo al nostro gentile Lettore che, purtroppo, la morte della madre prima della data di decorrenza effettiva della pensione (1° aprile) comporta la perdita del diritto ad usufruire di Quota 41 come precoce caregiver.

Rimane, tuttavia, la facoltà di scegliere la pensione anticipata ordinaria, al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contribuzione.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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